Sfruttavano braccianti agricoli prevalentemente di origine africana, impiegati nelle attività connesse alla coltivazione dei vigneti nel territorio piemontese delle Langhe, con questa accusa due cittadini stranieri sono stati arrestati dai poliziotti della Squadra mobile di Cuneo mentre per un altro cittadino straniero è scattato il divieto temporaneo di esercitare attività professionali.
L’attività d’indagine ha avuto inizio lo scorso anno a seguito di alcune segnalazioni da parte di associazioni preposte alla tutela dei diritti delle persone e dei lavoratori che, mettevano in luce il reclutamento di manodopera allo scopo di impiegarla nelle vigne in condizioni di sfruttamento.
Le retribuzioni erano di circa 6 euro l’ora e gli orari di lavoro estenuanti. La sicurezza e l’igiene sul lavoro non venivano minimamente garantite e i lavoratori erano sottoposti a condizioni di impiego degradanti e di controllo a vista, con minacce di non essere pagati o allontanati.
A tutti gli indagati, è stata contestata l’aggravante di aver reclutato più di tre lavoratori e di aver utilizzato stranieri privi di permesso di soggiorno o con permesso di soggiorno scaduto.
Alcuni lavoratori dopo essersi lamentati per le condizioni in cui versavano, sono stati puniti con violenti pestaggi; in un caso è stato utilizzato un tondino di ferro prelevato dal filare di sostegno di una vigna che ha dato il nome all’operazione.
Cinque veicoli utilizzati dagli indagati per accompagnare i braccianti sui luoghi di lavoro e l’immobile usato per ospitarli, sono stati posti sotto sequestro preventivo.
All’operazione “Iron rod” condotta dalla Squadra mobile cuneese, hanno partecipato anche il Reparto prevenzione crimine Piemonte, il Reparto cinofili, la Polizia scientifica e l’Ufficio immigrazione della Questura.