Il 32° Congresso Nazionale SICOB – Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità – “Obesità: alla ricerca di una nuova alleanza terapeutica” – presieduto da Giuseppe Navarra, Presidente Sicob, e Luigi Piazza, Presidente Onorario – si svolgerà dal 23 al 25 maggio 2024 presso Giardini Naxos (Messina), in Sicilia. Tra i focus in programma, si parlerà di sleeve gastrectomy e sue varianti, microbiota e nutrizione in chirurgia bariatrica, trattamento farmacologico dell’obesità, chirurgia robotica, prevenzione e gestione delle complicanze nel paziente obeso. Mille gli specialisti presenti, con una importante presenza di under 40.
Il protocollo per la gestione perioperatoria del paziente obeso – L’iniziativa costituirà un essenziale momento di confronto sullo stato della chirurgia bariatrica, in particolare sull’attuale adozione, da parte di alcuni centri accreditati, del protocollo per la gestione perioperatoria del paziente obeso, ovvero l’applicazione di un percorso multimodale volto a ridurre stress e interventi invasivi al fine di consentire una rapida ripresa post-operatoria del paziente sottoposto a chirurgia.
“Ad oggi, l’applicazione di tale protocollo assicura al paziente un’esperienza migliore e più rapida, meno traumatica e meno invasiva, nonché una ripresa quasi immediata – dichiara Giuseppe Navarra, President Sicob – Abbiamo già selezionato alcuni item che potranno essere applicati nel nostro territorio nazionale; in seconda istanza, costruiremo un sistema di accreditamento che verrà gestito dalla società sia in termini di formazione e conseguentemente di verifica”.
“La mia pratica con i protocolli di gestione perfezionata del perioperatorio in bariatrica risale al 2013, e dopo più di 10 anni continua a dare ottimi frutti – spiega Giuseppe Maria Marinari responsabile U.Op. Chirurgia Bariatrica all’IRCCS Humanitas di Milano – I risultati lasciano tutti molto soddisfatti: complicazioni ridotte, quindi piena sicurezza, ma anche aumento della qualità percepita dal paziente. L’adozione di questi protocolli rende la chirurgia più gentile e fa sentire le persone meno malate, restituendole in tempi brevi e in buone condizioni alla loro quotidianità. Si può parlare senza timore di umanizzazione delle cure. Non è da dimenticare che anche i manager ospedalieri sono soddisfatti: questi protocolli aumentano la sostenibilità della chirurgia, permettendo in pratica di curare più persone con le stesse risorse. Per ottenere questi risultati è necessario lavorare su quattro fronti: creazione di un team di sala operatoria efficiente ed efficace (fondamentale la collaborazione con anestesisti e infermieri), grande attenzione alla preparazione preoperatoria (i pazienti complicati richiedono tempo e lavoro), convinzione di abbandonare alcune tradizioni trasmesseci dai nostri maestri, seguire il paziente anche dopo la dimissione”
IL DETTAGLIO – Nella fase preoperatoria è centrale il counseling, fase in cui il paziente viene istruito su tutte le tappe del suo percorso, così da abbatterne l’ansia e aumentare la sua consapevolezza. Durante l’intraoperatorio, invece, vengono scelti trattamenti mini-invasivi, tramite chirurgia laparoscopica e robotica, quindi senza tagli ma solo con lievissime incisioni, e adottati protocolli anestesiologici che limitano al minimo l’uso di oppiacei, allontanando conseguenze quali nausea, dolore e vomito post-operatorio.
IL RISPARMIO PER IL SSN – “Perseguendo tali accorgimenti, la fase postoperatoria risulta meno traumatica e più breve. Il paziente, infatti, si riprende nell’arco di pochi minuti e può tornare a casa nell’arco di 24-48 ore, molto meno rispetto ai 4-5 giorni canonici – spiega Giuseppe Navarra, President Sicob – Tale risparmio temporale permette di operare 1,7 pazienti in più rispetto alla media, mentre il letto ospedaliero, rispetto ai soliti 5 giorni, viene occupato soltanto per 2,3 giorni. Il risparmio economico stimato per il Sistema Sanitario Nazionale corrisponde a circa il 60%: un risparmio notevole, se si considera che sono circa 5500 gli euro stanziati per singolo caso trattato”.
I DATI DELLA CHIRURGIA – Secondo gli ultimi dati Sicob, raccolti presso i 135 centri ufficiali (66 al Nord, 28 al Centro, 28 al Sud e 13 nelle Isole), il 73% dei pazienti sono donne e il 27% uomini, mentre, in fatto di età, il 30% ha tra i 41 e i 50 anni, il 26% tra i 51 e i 60, il 22% tra i 31 e i 40, il 13% tra i 21 e i 30, il 7% sono over61 e il 2% ha tra i 17 e 20 anni.
Da un punto di vista geografico, rispetto ai 26624 interventi totali, 14424 si sono concentrati nel Nord Italia (54%), 5407 nel Sud (20%), 4613 nel Centro (18%) e 2180 nelle Isole (8%). Nel dettaglio, la regione con maggior numero di interventi è la Lombardia (8189), seguita da Campania (3679) ed Emilia Romagna (3428). Scorrendo la classifica, troviamo Lazio (1975), Sicilia (1700), Puglia (1498), Abruzzo (1294), Veneto (1202) e Toscana (1004). Nella seconda parte dell’elenco, Piemonte (672), Sardegna (480), Liguria (398), Friuli Venezia Giulia (386), Marche (199), Umbria (129). Fanalini di coda, infine, per Trentino Alto Adige e Basilicata (entrambe con 121), Calabria (109), Valle d’Aosta (28) e Molise (12).
Per quanto riguarda invece la tipologia di intervento, a prevalere su tutti sono quelli relativi alla Sleeve Gastrectomy (14149), che rappresentano il 53% delle procedure effettuate; a seguire, quelli di bypass gastrico (3767-14%), minigastric bypass (3538-13%) e procedure endoscopiche (2605-10%).