Mentre si moltiplicano le iniziative contro la Discarica di Riceci – i Comitati rimangono sempre attivi dopo il successo della manifestazione di Pesaro – e cresce il numero di adesioni di coloro che si oppongono, da ultimo l’intervento di una alta autorità morale come l’arcivescovo Salvucci, il mondo politico che ricopre cariche istituzionali si è trincerato dietro un preoccupante silenzio.
Assistiamo così al solito gioco a rimpiattino tra Sindaci, Presidente di Provincia, Regione, Cda di MarcheMultiServizi, che ora tacciono dopo aver scaricato le responsabilità tra loro, in uno estenuante gioco a ping pong, sulla testa, sulla salute, sulle preoccupazioni della gente che invece loro dovrebbero proteggere, tutelare, rappresentare, in quanto da loro eletti.
Pertanto i tempi si dilazionano, forse sperando che i cittadini scesi in piazza, si stanchino, cedano per sfinimento, tutto possa rientrare nella solita routine e alla fine chi governa, con qualche accordo sottobanco con chi siede sui banchi dell’opposizione, possa proseguire sul terreno già deciso e stabilito nel grande affaire della Discarica. Se questi sono i propositi, sappiano che stavolta sono destinati a fallire, perchè la partecipazione e la determinazione dei cittadini si accrescono, e queste dilazioni non fanno che alimentare la rabbia e il distacco dei cittadini da quei partiti che occupano le poltrone di Comune, Provincia e Regione, a pochi mesi dal turno elettorale per le Amministrative e per l’Europa.
Nelle grandi manifestazioni che si sono svolte ad Urbino, a Riceci, davanti alla sede di MarcheMultiServizi, a Pesaro abbiamo visto la partecipazione di giovani, di intere famiglie, un popolo che chiedeva che i profitti aziendali non avessero la preminenza sulla salute, sul rispetto ambientale, sull’economia di un territorio attenzionato alle culture Dop e del biologico, sul paesaggio contiguo al sito Unesco. Cresce la consapevolezza della necessità di rendere pubblica la gestione dei rifiuti, come anche di tutti quei beni primari che coinvolgono l’essenza stessa della vita dei cittadini per impedire che la ricerca di profitti privati porti alla rovina intere comunità. Importante è stato il contributo del collettivo giovanile “il Bagolaro” a dimostrazione che i giovani non sono assenti nelle grandi vertenze popolari e ambientali.
Purtroppo è mancato finora l’apporto di quelle associazioni storiche dell’ambientalismo che nel passato avevano costituito un presidio ambientale per la città, incapaci di rinnovarsi e ormai precipitate in una crisi politica e generazionale.
Il consiglio Comunale di Urbino nella seduta del 6 giugno scorso ha votato un OdG in cui “richiede al sindaco di Urbino, in qualità di vice Presidente della Provincia di Pesaro – Urbino, Ente Competente in merito alla procedura autorizzativa, di continuare a seguire e verificare puntualmente l’iter del progetto, al fine di scongiurare eventuali interpretazioni forzate dei vincoli relativi alla tipologia di rifiuti trattati nell’impianto o altri vincoli esistenti”.
Ora a distanza di 4/5 mesi nell’interesse dei cittadini, è opportuno che il Sindaco riferisca in Consiglio Comunale sulla situazione, sulle procedure in atto in Provincia, sugli intendimenti del Cda di MarcheMultiServizi e della Giunta Regionale.
Il Sindaco Gambini dovrebbe far propria la proposta del proprio prosindaco e attuale Sottosegretario al Ministero della Cultura, Vittorio Sgarbi, di avviare l’iter tecnico – giuridico per istituire nella zona di Riceci del Comune di Urbino un vincolo paesaggistico, in modo da proteggerla dallo scempio della Discarica. Una cosa fattibile. Perché non si procede? Tra la gente è già abbastanza diffuso il sospetto che sulle tematiche ambientali il sindaco presti maggior ascolto al vertice di MarcheMultiServizi del suo prosindaco.
E’ compito del Sindaco interessarsi delle problematiche, placare le ansie e le preoccupazioni, scongiurare le insicurezze di quei cittadini che vivono quotidianamente con l’incubo di trovarsi dalla sera alla mattina una discarica sotto casa e respirare i miasmi pestiferi da essa prodotti.
Da parte nostra, riteniamo che la liberazione dei cittadini dalle decisioni autoritarie e antipopolari di MarcheMultiServizi, con la progressiva ripubblicizzazione dei servizi locali (acqua e rifiuti ma non solo) e la fine delle privatizzazioni e delle esternalizzazioni in questo e in altri ambiti, sia indispensabile per ogni progetto politico che – a partire dalle prossime elezioni comunali – intenda segnare una netta discontinuità rispetto alla disastrosa esperienza delle giunte Gambini e per delineare un modello alternativo: per immaginare una città che sia solidale sul piano della giustizia sociale, che sia evoluta e moderna sul piano della salvaguardia ambientale, che sappia invertire il declino demografico, trattenere i giovani e attirare nuovi cittadini, investendo sulla qualità della vita e sul capitale cognitivo che le sue istituzioni culturali, dalle scuole all’Università, sanno formare”.