“La sentenza con cui un tribunale di Coblenza ha condannato all’ergastolo il colonnello dell’intelligence siriana Anwar Raslan per avere supervisionato e diretto pratiche di tortura contro circa 4 mila persone che si opponevano (o, meglio, erano accusate di opporsi) al regime di Assad ha un’importanza storica.
È la realizzazione concreta di quel principio giuridico noto come “giurisdizione internazionale”, che consente a tutti gli stati del mondo di perseguire gli autori di crimini estremamente gravi come il genocidio e i crimini di guerra e contro l’umanità, dovunque essi siano stati compiuti e qualunque sia la nazionalità dell’autore del crimine”, lo dichiarano in una nota Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, segretario, tesoriera e presidente di Radicali Italiani.
“Sulla base di tale principio, il tribunale di Coblenza aveva già condannato nel febbraio 2021 a quattro anni e mezzo di carcere il cittadino siriano Eyad al Gharib per il ruolo avuto nell’arresto e nel trasferimento dei prigionieri del regime siriano nei centri di interrogatorio. Ricordiamo che i processi contro gli uomini di Assad possono contare su una mole enorme di documentazione dei crimini, raccolta a partire dal 2011 da Ong, avvocati, attivisti e disertori (uno per tutti, l’anonimo poliziotto siriano chiamato “Caesar” che ha portato fuori dalla Siria ben 53.000 foto di crimini contro civili siriani). Il lavoro sottotraccia dei difensori dei diritti civili e dei tribunali ha dato coraggio anche al mondo politico: il “Caesar Syria Civilian Protection Act” (abbreviato in “Caesar Act”) entrato in vigore il 17 giugno 2020 permette all’amministrazione USA di imporre nuove sanzioni al regime del Presidente siriano e a qualunque individuo o organizzazione che lo sostenga. E ricordiamo pure la lettera aperta uscita nel marzo 2021 in cui 18 ministri degli Esteri di Stati europei compresa l’Italia scrissero, fra l’altro: ‘I nostri Paesi si impegnano a garantire che i criminali di guerra e i torturatori non rimangano impuniti. I loro crimini non l’avranno vinta sulle aspirazioni di dignità e giustizia del popolo siriano’. Naturalmente la giurisprudenza prodotta finora e la copiosa documentazione dei crimini a disposizione dei tribunali permetterà in futuro di perseguire i crimini di guerra e contro l’umanità perpetrati in Siria sia dai militari russi inviati da Putin per puntellare Assad sia da qualunque altra fazione che ha partecipato a quella che non è stata una ‘guerra civile’ ma una ‘guerra contro i civili’, contro il popolo siriano, iniziata, portata avanti e vinta da Assad solo grazie al sostegno di Mosca”, concludono.