Il 56% dei medici e infermieri piemontesi ha fatto il tampone perché privo delle protezioni adeguate; il 77% di loro ha atteso il risultato continuando a lavorare; nell’89% dei casi non è stato fatto il tampone ai famigliari dei positivi e il 39% dei casi ha dovuto dormire in stanze o case lontane dai propri cari.
Questi i risultati del sondaggio promosso da Anaao Assomed e Nursind Piemonte raccolti dal 27 aprile al 8 maggio con l’obiettivo di fotografare le difficoltà vissute nei primi mesi dell’emergenza Covid, cui hanno risposto 1930 operatori sanitari.
Numeri confermano quanto ripetutamente denunciato da Anaao Assomed in queste settimane: la carenza di DPI, il ritardo nell’esecuzione dei tamponi, l’abolizione della quarantena preventiva tutti elementi che hanno trasformato gli ospedali da luoghi di cura in luoghi di contagio.
Il sondaggio conferma anche la carenza di DPI, insufficienti per il 67% dei responders, la scarsa informazione sul loro utilizzo, seppur fortemente raccomandata dall’ISS, adeguata solo nel 50% dei casi, e la difficoltà in molti ospedali nel distinguere i percorsi puliti e sporchi, non ben differenziati nel 58.7% dei casi.
Il sondaggio rivela con dati chiari quel che Anaao Assomed ha sempre sostenuto: i lavoratori della sanità sono stati lasciati soli e privi di protezione ad affrontare l’emergenza epidemiologica più grave degli ultimi decenni.