Il Governo, come da programma, ha sospeso il reddito di cittadinanza e l’Intelligenza Artificiale può aiutare le persone poco o non qualificate a trovare un impiego.
Siamo nel pieno della quarta rivoluzione gastronomica e il modo migliore per affrontarla è coglierne le opportunità, anche in termini di ottimizzazione delle risorse umane.
Come disse Charles Darwin: “Non sopravvive il più forte o il più intelligente ma chi si adatta rapidamente a nuovi scenari.”
Il Governo ha sospeso il reddito di cittadinanza e siamo nel pieno della quarta rivoluzione industriale. Ovvero, da una parte aumentano le persone poco o non qualificate in cerca di lavoro; dall’altra, il settore del food, come tutti gli altri comparti dell’economia, si deve adeguare al cambiamento per non soccombere: ed è in perenne ricerca di personale.
Ebbene, queste due esigenze apparentemente agli antipodi, possono diventare complementari grazie all’Intelligenza Artificiale.
Come dimostra la storia, nello specifico quella della ristorazione, solo chi si è adeguato ai grandi cambiamenti è sopravvissuto con successo, basti pensare alla refrigerazione forzata, al forno a microonde oppure, ancor prima, nel 1700, all’invenzione della sterilizzazione da parte di Nicolas Appert.
Così, adesso, nell’era 4.0 è impensabile per un ristoratore andare avanti escludendo la digitalizzazione dai propri sistemi produttivi ed organizzativi.
Il mondo della ristorazione pone un numero sempre crescente di sfide, a partire da una corretta gestione delle risorse. Infatti, che si tratti di personale o di materie prime, il successo di un’impresa dipende dalla capacità di utilizzare al meglio le risorse a disposizione. Purtroppo, in Italia, il concetto di pianificazione spesso si scontra con quello di una conduzione familiare dell’attività che, in quanto tale, dovrebbe andare avanti in modo spontaneo e quasi estraneo all’idea di impresa. Perché, diversi ristoratori italiani, soprattutto quelli vecchio stampo, temono che la digitalizzazione equivalga ad una automatizzazione dei processi produttivi, a discapito della qualità o dell’artigianalità, senza rendersi conto che, al contrario, solo un processo di pianificazione e organizzazione ottimizzato può garantire il mantenimento della massima qualità a fronte di un aumento del lavoro e della produzione.
“In cucina,” spiega Vincenzo Liccardi, ideatore e fondatore di FOODCOST IN CLOUD®, “l’ingresso dell’intelligenza artificiale è l’elemento chiave per proporre dei prodotti genuini, sani e freschi; eliminare gli sprechi delle materie prime e, soprattutto, per gestire al meglio il personale. Attualmente, una delle principali angosce dei ristoratori è proprio la carenza di personale qualificato, in grado di far fronte ai processi produttivi. Dalla pandemia in poi, reclutare personale è diventato sempre più difficile dal momento che ci si rapporta ad una forza lavoro del tutto inadeguata alla domanda. E si presume che, con la sospensione del reddito di cittadinanza questa situazione si acutizzerà ulteriormente.” “Proprio in questo caso,” ha continuato Liccardi: “la digitalizzazione rappresenta una risorsa preziosa, in grado di coniugare domanda e offerta, ovvero le esigenze di lavoratori e datori di lavoro; nella misura in cui una dettagliata pianificazione della produzione consente al ristoratore di avvalersi anche di personale medio o non qualificato. Grazie all’A.I. il ristoratore non dovrà affidare ai suoi dipendenti l’elaborazione dei progetti ma semplicemente la loro esecuzione. Quindi, a ben vedere, la digitalizzazione non toglie posti di lavoro ma li crea, dando l’opportunità, a chi è ha voglia di lavorare ma è meno qualificato di mettersi alla prova con un valido impiego.”
“In altre parole”, ha spiegato il fondatore di FOODCOST IN CLOUD®: “con un dettagliato sistema di gestione si solleva il personale dalla responsabilità di dover prendere decisioni cruciali in modo arbitrario, affidandole al computer che, grazie a calcoli e algoritmi, azzera i margini di errore. Il sistema produttivo che ho sviluppato si chiama S.S.P. Method©, acronimo di scorta, sotto scorta e partita, i tre elementi fondamentali che garantiscono la massimizzazione delle risorse. In pratica, grazie a questo sistema si annulla il rischio di rimanere senza scorte o con eccedenze.” “E, dato che tutto dipende da un corretto inserimento dei dati,” ha concluso Liccardi: “con FOODCOST IN CLOUD® oltre alla piattaforma innovativa, integrata e interattiva, forniamo anche il supporto per utilizzarla al meglio, attraverso un percorso di formazione one to one, svolto dai nostri Restaurant Coach® che seguono i ristoratori nel passaggio dall’analogico al digitale fino alla completa padronanza della materia e di tutte le modalità di uso della piattaforma”.