“Per evitare che la situazione delle carceri divenga del tutto ingestibile, per evitare che l’unica via d’uscita dal problema del sovraffollamento, possa consistere negli abituali provvedimenti ispirati a una logica clemenziale, bisogna agire ora, senza rimandare la questione ulteriormente”.
Lo dichiara in una nota Giuseppe Maria Meloni, portavoce dell’iniziativa Piazza delle Carceri e della Sicurezza del cittadino, che aggiunge:
“Senza soluzioni in grado di attenuare sin da ora il problema del sovraffollamento, lo stesso problema andrà ingigantendosi sempre più, sino a divenire mostruoso, sino a costringere le prossime maggioranze politiche all’assenza di alternative, e quindi, all’adozione forzata di soluzioni che sono in aperta contraddizione con la certezza della pena.
Se si ha a cuore la certezza della pena, – osserva – non si possono mettere momentaneamente le carceri sotto il tappeto, perché queste, certamente, non avranno la stessa reazione inoffensiva e statica della polvere. Se si ha veramente a cuore la certezza della pena, – sottolinea – bisogna agire subito con delle soluzioni concrete, proprio per evitare che tra qualche anno non vi siano delle altre soluzioni rispetto ad un ulteriore “tana libera tutti”.
Spesso, – continua – tra le varie ipotesi che vengono formulate per attenuare il sovraffollamento, viene citata quella di rimpatriare i detenuti stranieri nei loro rispettivi paesi di origine. Al riguardo, oltre alle difficoltà che sono normalmente insite nella formazione degli accordi bilaterali deve segnalarsi che in linea generale è comunque molto difficile che a seguito di un reato commesso in Italia, della celebrazione di un processo in territorio italiano, a opera di magistrati italiani e secondo la legge italiana, i rispettivi paesi d’origine siano poi disponibili a riprendersi i propri cittadini, al fine di fare scontare loro la pena. Forse, – rileva – in un sistema che già di per sé è caratterizzato dall’obbligatorietà dell’azione penale, e specialmente, in questo particolare momento storico fortemente segnato dai processi migratori, sarebbe il caso di mitigare quel concetto per cui chiunque commetta un reato nel territorio dello Stato debba essere punito secondo la legge italiana, conferendo, invece, una maggiore rilevanza alla nazionalità dell’autore del reato, alla legge penale corrispondente alla nazionalità del soggetto attivo di reato.
In sostanza, – spiega – quel concetto per cui chiunque commetta un reato nel territorio dello Stato debba essere punito secondo la legge italiana dovrebbe essere in alcuni casi mitigato con il concetto per cui all’autore di reato debba applicarsi la legge dello Stato cui appartiene. Questa mitigazione – sostiene – sarebbe utile al fine di giungere al risultato di far processare le persone straniere direttamente nei loro paesi di origine.
E questo risultato – conclude Meloni – sarebbe estremamente importante, perché a sua volta vorrebbe dire far scontare senz’altro la relativa pena nei rispettivi paesi di provenienza.