Il problema è che nemmeno il “governo del cambiamento”riesce ad andare oltre ai buoni intenti. Perché, nel Documento di economia e finanza della manovra di bilancio, è previsto che al limite saranno garantiti 20 euro per la perequazione senza risorse aggiuntive per coprire l’Indennità di vacanza contrattuale. Altro che media UE. I nostri insegnanti prendono quasi la metà, a inizio e a fine carriera, di quelli di Austria, Germania, Olanda, Norvegia. Nel Lussemburgo, sede della Corte di Giustizia Europea, un docente percepisce quasi cinque volte di più. Ecco perchéAnief continua la sua battaglia legale per adeguare gli stipendi al 50% dell’inflazione programmata. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Domani la legge di bilancio verrà approvata dal Consiglio dei ministri, ma poi, ha assicurato il vicepremier Luigi Di Maio, ci saranno almeno tre letture in Parlamento, tra Camera e Senato per modificarla e aggiungere nuove cose. Tra queste, non può essere omesso l’incremento degli stipendi dei nostri insegnanti e del personale Ata, relegati sotto l’inflazione di troppi punti.
La politica italiana è divisa su tutto, ma non sugli stipendi italiani da incrementare il prima possibile in modo sostanzioso: è di questi giorni il coro unanime espresso da esponenti di maggioranza e opposizione parlamentare sulla necessità impellente di cancellare l’attuale gap esistente sui compensi percepiti da chi insegna in Italia e chi svolge lo stesso lavoro, per un periodo di ore di lezione analogo, negli altri Paesi avanzati d’Europa, come emerso nei giorni scorsi dal rapporto annuale Eurodyce“Teachers’ and school heads’ salaries and allowances in Europe 2016/17”.
Solo per citare le ultime iniziative sul tema, ricordiamo quelle del vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio che ha espresso la volontà, a nome del governo, di volere“aumentare gli stipendi degli insegnanti, al fine di equipararli a quelli dei colleghi europei”. Ma anche quella dalle deputata di Forza Italia Simona Vietina che, nei giorni scorsi, ha depositato la proposta di legge sottoscritta anche dagli onorevoli D’Attis, Bignami, Ruffino, Russo, Pettarin, Battilocchio, Bagnasco, Mulè, Fiorini e Spena, per la stessa finalità.
Nello stessoDocumento di economia e finanza della manovra di fine 2018, è previsto che al limite saranno garantiti 20 euro per la perequazione, garantita dal vecchio governo Pd solo per tutto l’anno in corso. Così, se va bene si scongiureranno le riduzioni di alcune decine degli 85 euro medi corrisposti l’aprile scorso. Ma senza alcuna risorsa aggiuntiva per coprire l’Indennità di vacanza contrattuale. Quando si parla di media europea, quindi, queste cose bisognerebbe dirle. Ad oggi, infatti, i nostri insegnanti prendono quasi la metà, a inizio e a fine carriera, di quelli che operano in Austria, Olanda, Norvegia. Per non parlare del Lussemburgo, sede della Corte di Giustizia Europea, dove lo stipendio è quasi cinque volte di più, praticamente pari a quello di un giudice italiano.
Il confronto con la Germania è impietoso: un maestro della primaria tedesco appena assunto percepisce molto più di un qualsiasi insegnante italiano: 46.984 euro di media, fino a superare i 62 mila euro prima di andare in pensione, mentre in Italia nessuno supererà mai 34 mila scarsi; alle scuole medie, il collega tedesco sfiora i 53 mila euro all’inizio e i 70 mila euro a fine carriera; alle superiori, infine, si vede assegnare 53 mila euro come primo stipendio da neo-assunto (20 mila più dei nostri) e 76.770 euro come stipendio massimo: quasi il doppio rispetto ad un insegnante italiano della secondaria di secondo grado che si ferma a 39 mila euro.