La scienza supera i confini dei laboratori: dalla sperimentazione alla simulazione e ritorno. Un viaggio senza frontiere per la condivisione di risorse e sapere scientifico tra studenti, educatori e scienziati.
In occasione della Giornata Mondiale degli Insegnanti, parte in Italia un’importante iniziativa sul tema dell’e-learning, estremamente attuale e allo stesso tempo strategico per il futuro dell’istruzione. Amgen Biotech Experience (ABE), innovativo programma di formazione e sperimentazione scientifica per le scuole, viene potenziato: da oggi, infatti, i laboratori ABE sulle biotecnologie diventano digitali e sono disponibili in italiano su Labxchange.org, la piattaforma multimediale per l’educazione scientifica sviluppata dall’Università di Harvard con il supporto della Fondazione Amgen e lanciata all’inizio dell’anno.
Attivo in Italia dal 2017 grazie alla collaborazione di Fondazione Amgen con ANISN – Associazione Nazionale di Insegnanti di Scienze Naturali, ABE permette agli studenti delle scuole superiori di confrontarsi con un’esperienza diretta di attività scientifiche avanzate nei laboratori scolastici, mettendo a disposizione gratuitamente materiali e attrezzature professionali per la ricerca, unitamente alla formazione degli insegnanti di scienze. L’obiettivo è quello di far appassionare i ragazzi a materie come quelle biotecnologiche, per sviluppare in loro una più profonda comprensione di cosa sia la scienza e di come funzioni.
21 paesi interessati in 3 continenti, con 90.000 studenti, 1.500 insegnanti e 900 scuole partecipanti ogni anno. Ecco i numeri che certificano il successo globale del programma ABE, che celebra quest’anno i 30 anni di attività e che Fondazione Amgen ha deciso di rinnovare per altri 3 anni anche in Italia, con un investimento globale che ha ormai superato i 40 milioni di dollari e ha raggiunto finora un totale di circa 850.000 studenti. Con questi numeri, ABE ha offerto e continua a offrire un significativo contributo ad allargare la platea degli istituti scolastici che possono garantire una formazione scientifica di qualità e realmente coinvolgente ai loro studenti.
“ABE è una vera rivoluzione nell’insegnamento e nello studio delle Scienze biotecnologiche per le scuole italiane – ha affermato Anna Pascucci, Vicepresidente ANISN e Direttore dell’ABE Site Italy – È un programma pionieristico e lungimirante che permette un’ esperienza autentica del processo scientifico coniugando approcci metodologici innovativi basati sull’investigazione scientifica, con la sperimentazione in laboratorio. ABE può rappresentare una grande occasione per la formazione delle nuove generazioni poiché rende l’apprendimento più efficace rispetto ai metodi tradizionali, facilita una partecipazione attiva da parte degli studenti e stimola la loro capacità di ragionamento e analisi basata su dati ed evidenze. Ma soprattutto fornisce agli insegnanti, potenti agenti di cambiamento, un supporto rigoroso e condiviso tra i partner internazionali a dimostrazione che l’universalità della scienza si può ben coniugare con programmi educativi globali.”
Dal quando nel 2017 è partito anche in Italia, ABE ha avuto un impatto crescente sul mondo dell’istruzione, coinvolgendo 41 città di 9 regioni, oltre 3.900 studenti e quasi 200 docenti, alcuni dei quali appartengono a scuole ABE, quelle in cui tutti i docenti di scienze utilizzano i laboratori omonimi nell’insegnamento curricolare. Grazie al rinnovo dell’accordo triennale con Fondazione Amgen, a partire da quest’anno scolastico il programma coinvolgerà due nuovi autorevoli partner: l’IFOM di Milano (Istituto FIRC di Oncologia Molecolare) e l’IBBR (Istituto di Bioscienze e BioRisorse) del CNR.
“Siamo fiduciosi che, grazie alla nuova partnership con LabXchange e alla disponibilità dei laboratori digitali di ABE, promuovendo un approccio ‘ibrido’, a distanza e in presenza, saremo in grado di ampliare ancor più l’impatto del Programma nei prossimi tre anni.”
L’integrazione dell’offerta formativa di ABE con i laboratori digitali grazie alla piattaforma Labxchange.org, maturata come risposta innovativa alla sfida dell’e-learning e anche determinata dall’attuale contesto socio-sanitario, consente oggi di aumentare considerevolmente la portata di ABE rendendolo virtualmente accessibile a tutti gli studenti e docenti. In questo modo si rende ancora più credibile e praticabile l’obiettivo di valorizzare i tanti ‘talenti sommersi’ che non hanno avuto fin qui la possibilità di maturare ed esprimersi, offrendo loro una concreta opportunità per farlo.
La piattaforma Labxchange, ideata per scuole superiori e università, vuole promuovere e sostenere un’educazione scientifica di alto livello, consente di esplorare rigorosi contenuti scientifici provenienti da fonti di tutto il mondo e offre l’opportunità di integrare pratica di laboratorio con simulazioni virtuali interattive oltre che di ideare percorsi di apprendimento personalizzati, con la possibilità di condivisione con un piccolo gruppo o una comunità più ampia.
“Fondazione Amgen è impegnata a diffondere l’alfabetizzazione scientifica e a ispirare i ricercatori di domani offrendo accesso a un’educazione gratuita e di alta qualità – ha commentato Soren Giese, Presidente e Amministratore Delegato Amgen Italia – perché, consapevoli che il futuro della scienza e della ricerca appartiene alle nuove generazioni, crediamo che tutti debbano avere la possibilità di coltivare il proprio talento a partire dalla scuola. La digitalizzazione di ABE con laboratori tradotti in italiano e l’arrivo di LabXchange lavorano in sinergia per contribuire a realizzare questo ambizioso progetto educativo, ancor più prezioso oggi in un periodo di emergenza pandemica”.
L’importanza di offrire una formazione scientifica innovativa e ibrida emerge anche da una recente indagine condotta nei principali Paesi europei, realizzata da STEM Alliance con il sostegno di Amgen, che conferma come l’accesso a sperimentazioni scientifiche virtuali sarebbe molto apprezzato dalla maggior parte degli studenti e aumenterebbe il loro interesse per le materie scientifiche. I “laboratori virtuali” sarebbero graditi al 55% degli studenti italiani, che risultano anche i più interessati a possibili sperimentazioni in classe (73%).