«Plastic e Sugar Tax rimangono sempre dietro l’angolo. Pesano come macigni sulle nostre teste e sui nostri 151 lavoratori a rischio. Noi, imprenditori del settore, continuiamo a rimanere sospesi in questo limbo politico e burocratico che potrebbe radicalmente cambiare il destino delle nostre aziende». Sono le parole di Luca Busi, amministratore delegato di Sibeg (stabilimento siciliano che imbottiglia e distribuisce le bevande a marchio The Coca-Cola Company), a poche ore da proclami e articoli che parlano di sospensione delle tasse su zucchero e plastica, velando il semplice slittamento di sei mesi, «con l’entrata in vigore delle tasse a luglio 2021 – continua Busi – in piena stagione estiva, con modifiche in corsa sui listini dei prezzi, criticità da risolvere con l’Agenzia delle Dogane in riferimento ai dubbi applicativi delle imposte e tutte le disastrose conseguenze economiche del caso, in considerazione del trend negativo del Pil che sembrerebbe non dar tregua al Paese».
«Da più parti leggiamo plauso e soddisfazione per una scelta che, in realtà, implica solo una lenta agonia – continua Busi – e che, in controtendenza con tutte le misure adottate in questa seconda fase della pandemia, annienta uno dei pochi settori rimasti in piedi a seguito del Coronavirus: l’industria dell’agroalimentare e del beverage made in Italy, centrale per una ripartenza che stenta ad arrivare. La moratoria, rispetto all’entrata in vigore prevista il 1° gennaio 2021, continua a prospettarsi come una misura punitiva, in un contesto che vede traballare nuovamente le aperture dei locali, con un paventato lockdown che metterebbe in ginocchio l’intero settore Horeca, i consumi della popolazione e, di conseguenza, tutto il comparto».
«Chiediamo ancora una volta al Premier Conte di ascoltare i nostri appelli – conclude Busi – e di sospendere le tasse almeno per tutto il 2021, lasciando alle aziende un po’ di ossigeno per respirare. Siamo scoraggiati perché mai avremmo pensato, in un momento delicato come questo, di ricevere una notizia che nel giro di pochi mesi vedrà: calo del fatturato, rimodulazione dell’organico, aumento fisiologico del costo dei prodotti e un cambiamento drastico dell’assetto delle nostre imprese. Il sistema è oggi troppo instabile per lasciar oscillare, tra un Dpcm e l’altro, scelte determinanti come quella relative all’applicazione delle tasse. Confidiamo ancora in un’apertura, in un percorso sostenibile, in una stabilità che ci possa consentire di affrontare uno dei periodi più bui della storia economica, sociale e sanitaria italiana».