Il 25 novembre si celebra la Giornata Mondiale Contro la Violenza sulle Donne, un appuntamento per ricordare la sorda guerra che ogni giorno si conduce contro la violenza di genere in ogni parte del mondo. In questa occasione ScuolaZoo, la community online di studenti più grande d’Italia, e Terre des Hommes rilasciano i dati dell’Osservatorio InDifesa, la più grande indagine realizzata in Italia sulla Generazione Z su violenza, stereotipi di genere, bullismo, cyber-bullismo e sexting.
La molestia sessuale oggi: un affare prima di tutto online
La Generazione Z si ritiene perfettamente consapevole dei rischi della rete. Per loro ciò che è virtuale è reale: sono molestie e forme di violenza a tutti gli effetti anche quelle che avvengono online. Il 91,4% ritiene che vedere immagini “provocanti” di loro stessi circolare online o su Whatsapp di amici è grave quanto subire una violenza fisica. Inoltre, il 70% degli intervistati si dice infastidito da commenti volgari online sul proprio corpo, di questi il 71,8% è una ragazza, di cui il 52,2% ha una età compresa fra i 16 e i 18 anni. La rete apre le porte anche ai fenomeni del bullismo e al cyberbullismo, fa specie che, fra gli intervistati il 32% dichiari di esserne stato vittima e di questi 2/3 sono ragazze.
Si parla di molestia sessuale quando…la differenza di percezione fra maschi e femmine
Se si può dire che ragazzi e ragazze sono d’accordo sul fatto che la peggior forma di discriminazione sia il rischio di molestia sessuale a cui sono esposte le donne (lo crede l’82,9% dei ragazzi e l’82,4% delle ragazze), non si può dire che siano allineati sulla classificazione* delle azioni da considerarsi come molestie. La differenza della percezione la fa il genere: per il 60,45% dei ragazzi si parla di molestia solo quando si è davanti a un vero e proprio tentativo di violenza; per le ragazze, invece,si parla di molestia già quando avviene un contatto fisico invadente e non desiderato (69,81%).
Dove tenere gli occhi ben aperti
I lavoratori del futuro percepiscono il posto di lavoro come quello dove è più plausibile che si verifichino forme di molestia: lo pensa il 62% dei rispondenti di cui il 68,18% ragazze e il 49,95% ragazzi. Il 54,8% degli adolescenti che sostengono questa tesi ha fra i 16 e i 18 anni: non lavorano ancora, ma evidentemente sono influenzati dai fatti di cronaca come #MeToo e percepiscono il mondo del lavoro come poco sicuro.
Fra moglie e marito… bisognerebbe imparare a mettere il dito
Ancora nel 2018 il 45,2% dei giovani Italiani ritiene che quello che succede all’interno di una coppia sia sempre un fatto privato e che nessuno abbia il diritto di intromettersi. Di questo 45,2% il 56,5% sono ragazze. Questo, però, crea le condizioni per nascondere la violenza e fornire un alibi a chi la compie.
Ancora solida è anche la percezione che la violenza familiare sia un fatto che si manifesta solo in condizioni economiche svantaggiate: lo pensa ancora il 37% dei ragazzi intervistati, più di un terzo del totale.
La ricerca ha rilevato che il 92,93% delle ragazze e il 79,20% dei ragazzi intervistati è propenso impegnarsi in prima persona per combattere la violenza di genere, dimostrazione di una crescente consapevolezza da parte dei giovanissimi sul tema. È proprio questo lo scopo che Terre desHommes e ScuolaZoo che, in collaborazione con Kreattiva e altri partner e grazie al finanziamento del Dipartimento delle Pari Opportunità sta facendo nascere il Network InDifesa, un progetto che coinvolgerà migliaia di ragazzi in tutta Italia attraverso una rete di web radio scolastiche e giovani ambasciatori, per dare voce a quelli che saranno gli adulti del futuro, per intervenire alla radice, crescendo cittadini consapevoli e attivi.