Parma – All’esito di un’attività di indagine avviata nel dicembre 2017 dalla Squadra Mobile di Parma e coordinata dai Sost.ti Proc.ri della Procura Distrettuale Antimafia di Bologna Stefano ORSI e Michele MARTORELLI, è stata tratta in arresto in esecuzione di Ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere, AGHARIAHA Ekundayo Rose classe ’77, gravemente indiziata per i reati di tratta di esseri umani, sfruttamento della prostituzione favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in danno di due giovani connazionali, una delle quali minore, e di concorso in violenza sessuale in danno di quest’ultima.
Medesima misura cautelare è stata disposta dal Gip Felsineo nei confronti di A.G.A. cittadino nigeriano classe ’76 indagato, in concorso con la donna, per i reati di sfruttamento della prostituzione delle due giovani vittime e di violenza sessuale nei confronti della minore delle due. A.G.A. privo di permesso di soggiorno, non è stato rintracciato e sono tuttora in corso le sue ricerche su tutto il territorio nazionale.
Nell’ambito del medesimo procedimento sono stati, altresì, indagati in stato di libertà per i reati di sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento della permanenza illegale sul territorio nazionale E.M. cittadina nigeriana classe ’78 ed il marito O.D. cittadino nigeriano classe ’66 entrambi residenti a Parma.
L’attività d’indagine, ha avuto inizio, come detto, nel dicembre del 2017, quando una delle due vittime, una giovanissima cittadina nigeriana nata nel 2000, accompagnata dal personale dei servizi sociali di Parma che l’avevano accolta dopo la sua decisione di sottrarsi ai suoi aguzzini, si è presenta presso gli uffici della Squadra Mobile formalizzando denuncia/querela nei confronti di questi.
La giovane, di fronte agli agenti della Squadra Mobile, dopo un primo momento di ritrosia, ha raccontato una storia simile a quella di tante altre donne e uomini, spiegando di esser giunta in Italia nell’ottobre del 2016, in quanto una sua connazionale le aveva prospettato la possibilità di un trasferimento in Italia per continuare a svolgere la sua professione di parrucchiera, aiutata da una donna presentatale al telefono con il nome di Blessing (e successivamente identificata nell’indagata AGHARIAHA). Dopo un viaggio via terra attraverso il deserto africano e via mare attraverso il mediterraneo, la giovane giungeva sulle coste siciliane e, dopo alcuni giorni di permanenza in cui, su indicazione degli stessi che le avevano organizzato il viaggio, dichiarava di avere 20 anni, veniva trasferita nella città nel Nord Italia. Qui è stata raggiunta dalla AGHARIAHA che l’ha condotta presso la propria abitazione a Parma e, dopo averle detto che aveva un debito con lei di 20.000 €, le ha detto che l’avrebbe dovuto ripagare prostituendosi per lei.
La ferma determinazione della AGHARIAHA non si è arrestata dinanzi alla disperazione della giovane e neppure dinanzi alla circostanza che la ragazza fosse ancora vergine, anzi la notizia scatenava la sua rabbia e dopo circa due settimane, la costringeva a subire le violenze di A.G.A., per renderla “pronta” al lavoro che era stato pianificato per lei in Italia.
Per circa 9 mesi, la giovane, collocata presso l’abitazione dei coniugi E.M. ed O.D. pagando loro vitto e alloggio, è stata costretta a prostituirsi per AGHARIAHA consegnandole tutti i proventi della sua attività, fino a quando, stanca dei soprusi subiti, si è confidata con un amico italiano che l’ha messa in contatto con i servizi sociali.
Le dichiarazioni rese da questa prima vittima hanno, successivamente, trovato riscontro nella denuncia sporta oltre 6 mesi dopo da una seconda ragazza che era stata avviata alla prostituzione a Parma dalla AGHARIAHA.
La giovane, una 22enne cittadina nigeriana, infatti, ha spiegato di essere giunta in Italia nel settembre 2016 con la falsa promessa di un lavoro in un negozio di abbigliamento e, una volta trasferita presso il centro di accoglienza a Bologna, ha incontrato per la prima volta di persona la AGHARIAHA (già sentita telefonicamente quando era ancora in Nigeria) che l’ha condotta nel suo appartamento e, senza giri di parole, le ha spiegato che le doveva 25000 € che avrebbe guadagnato prostituendosi per lei.
La giovane è rimasta presso la abitazione della AGHARIAHA, prostituendosi per lei, fino all’agosto del 2017, consegnandole circa 9000 € oltre al pagamento dell’affitto, delle spese di vitto e delle utenze.
Gli accertamenti successivi svolti dal personale della Squadra Mobile, hanno permesso di riscontrare pienamente le parole delle due giovani, di individuare tutti i luoghi da loro indicati e di identificare compiutamente gli odierni indagati.
Le attività condotte, hanno inoltre, consentito di accertare che la AGHARIAHA, abbia continuato anche successivamente nella sua attività di sfruttamento della prostituzione nei confronti di altre giovani sue connazionali che, tuttavia, non è stato possibile identificare. Attività interrotta solo dopo aver appreso, nell’ambiente della comunità nigeriana, che la prima giovane si era rivolta alle autorità.