Roma – Il Covid ci ha messo lo zampino, facendo rallentare per due anni screening e diagnosi precoci e tenendo lontani molti uomini dalle consuete visite di controllo e di prevenzione. Ora però basta. Da questa estate si sta tornando alla normalità, anche se i numeri non sono meno allarmanti di prima: questa forma di carcinoma è sul gradino più alto del podio negli uomini e colpisce 36 mila nostri connazionali ogni anno, provocando 7 mila decessi. La parola d’ordine è prevenzione, controlli annuali, con esame del PSA e visita urologica.
Una parola d’ordine mondiale, che arriva dalla Fondazione Movember, che ogni mese di novembre, tutti gli anni, promuove la campagna internazionale di sensibilizzazione sulla salute dell’uomo (che prende il nome dalla fusione delle parole inglesi “moustache”, cioè baffi, e “november”, novembre, il mese in cui si svolgeranno le attività di promozione dei vari temi). Anche quest’anno la SIU ha previsto una serie di iniziative per i cittadini. In molte barberie, aderenti a tre importanti catene nazionali, i clienti potranno avere tutte le informazioni chiave e scaricare un QR code con lo smartphone per conoscere meglio la propria salute. A Roma, Milano e Firenze sono previsti anche dei ‘caffè con l’urologo’, incontri con esperti chiarire tutti i punti e spiegare come funzionano esami e visite per prevenire il più prevenibile dei tumori, quello della prostata. Come di consueto la SIU ha creato un’area dedicata del proprio sito (https://siu.it/movember-2022) dove trovare tutte le informazioni.
Come si fa prevenzione nell’uomo?
La prevenzione maschile parte innanzitutto dal check-up urologico – osserva Giuseppe Carrieri, presidente della Società Italiana di Urologia (SIU) e professore ordinario di urologia e direttore del dipartimento di urologia all’Università di Foggia – La visita urologica rappresenta il primo passo fondamentale per poter identificare precocemente le patologie più frequenti del sesso maschile tra cui il tumore della prostata (il più diffuso nell’uomo, colpisce circa 600mila uomini all’anno in Europa, 36 mila in Italia) e l’ipertrofia prostatica benigna (che interessa fino a un maschio su due), ma anche malattie più rare come il tumore del testicolo. Una più completa valutazione uro-andrologica consente inoltre di identificare altre frequenti patologie come il varicocele, che può associarsi ad infertilità maschile, e la disfunzione erettile che può essere un primo campanello di allarme per problematiche cardio-vascolari”.
Chi dovrebbe sottoporsi a prevenzione?
“Tutti gli uomini a partire dai 40 anni dovrebbero eseguire una prima valutazione urologica che consentirà di definire un adeguato percorso di prevenzione delle problematiche prostatiche – precisa Vincenzo Mirone, responsabile dell’Ufficio Risorse e Comunicazione SIU e Ordinario di Urologia all’Università ‘Federico II’ di Napoli –. Allo stesso tempo, una valutazione uro-andrologica è da consigliare anche in età adolescenziale o comunque alla maggiore età per poter riconoscere e trattare adeguatamente eventuali patologie (varicocele, prostatiti, ecc..) che, se trascurate, possono avere gravi ripercussioni con il passare del tempo e sensibilizzare i giovani al tema della prevenzione di patologie come il tumore del testicolo, neoplasia più frequente tra i 15 e i 40 anni”.
In cosa consiste il chek-up urologico?
“La prima valutazione urologica è basata su un’accurata analisi dei possibili fattori di rischio associati alle principali malattie che possono colpire il maschio adulto e sull’attento esame clinico dei genitali esterni e della prostata – aggiunge Andrea Salonia, professore di Urologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e responsabile dell’Ufficio Formazione della SIU. A questa visita viene inoltre spesso associato in analisi ematica per il dosaggio del PSA, che è indice di salute prostatica e marker del tumore della prostata. In casi specifici la visita potrà essere completata da eventuali ecografie dell’apparato urinario o dei testicoli”.
Perché è importante?
“L’importanza dello screening urologico è rappresentata prima di tutto dall’elevata frequenza di alcune patologie come il tumore della prostata e l’ipertrofia prostatica, ma anche dal fatto che queste malattie danno spesso segno di sé solo quando in stadi ormai avanzati in cui diventano difficili da trattare. Poter informare adeguatamente l’uomo sui rischi per la sua salute e consentire una diagnosi precoce risulta quindi di importanza fondamentale”, concludono Andrea Minervini (responsabile dell’Ufficio Ricerca della SIU e direttore del Dipartimento di urologia oncologica mininvasiva robotica ed andrologica dell’azienda ospedaliera universitaria Careggi – Firenze) e Vincenzo Ficarra (responsabile dell’Ufficio Scientifico SIU e professore di Urologia all’Università di Messina oltre che direttore del Dipartimento di Urologia all’Azienda Ospedaliero Universitaria ‘Gaetano Martino’ di Messina)