Torna su La Sicilia del 2 dicembre scorso la questione del “gigante di pietra”, ovvero il faro di Capo Murro di Porco al Plemmirio (Siracusa), “svenduto e per fare cassa” alla imprenditoria privata nel 2016.
Con quel passaggio di mano di una struttura,prima militare, si alienava l’utilizzo di un bene pubblico concedendolo in concessione per la ristrutturazione in resort privato e oggi, a più di due anni di distanza, sono riesplose le polemiche per il guasto ambientale irreparabile che verrebbe causato alla Riserva marina del #Plemmirio.
Parto da questa vicenda per riallacciarmi a un mio intervento (del luglio 2016) sull’argomento, teso a ottenere un riconoscimento legislativo della valenza storico-archeologica militare dei bunker e delle fortificazioni della II Guerra mondiale, nota di cui riporto una parte:
…”Ma, grazie alla ospitalità delle testate che volessero pubblicare, vorrei integrare quanto sopra (la vicenda del Faro) con una indispensabile aggiunta: il recupero e la apertura al pubblico della Batteria costiera #LambaDoria, che sovrasta il faro stesso e il cui sito occupa una porzione d’altura del Plemmirio di circa 48 mila mq nella parte meridionale della Penisola della Maddalena interamente di proprietà del demanio pubblico dello Stato (ramo marina) e con una quota che va da 20 a 34 metri sul livello del mare. (fontelanota7.it).
La poderosa opera di fortificazione antinave,realizzata negli anni ’30 e messa fuori uso dai commandos inglesi la notte del 9 luglio 1943 per proteggere lo Sbarco alleato, è stata (per quanto possibile) sollevata dal degrado e dall’oblio in cui si trovava dalla meritoria
opera della Associazione Lamba Doria, nel tentativo di non far perdere le tracce residue di quei tragici eventi storici. Meta tuttora di escursioni di appassionati di archeologia militare, non è che “se la passi bene” in quanto a manutenzione e sfruttamento delle potenzialità.
Pensate se questi poderosi bunker venissero rimessi in condizione di agibilità con la pulizia del terreno circostante ed il ripristino dei camminamenti e delle piazzole di fuoco…si potrebbero realizzare “ricostruzioni teatrali o telematiche tridimensionali di scene di guerra e di vita militare”, sul modello già intuito e attuato (in parte) a #Catania al Museo dello Sbarco grazie alla genialità (per quanto mi risulta) dell’architetto Gaspare Mannoia.
Collegata al palcoscenico sul mare che vuole realizzare il giovane imprenditore, la Batteria Lamba Doria sono certo costituirebbe un formidabile motivo di attrazione per appassionati di archeologia militare e (molto più numerosi) dei cultori del bello.
La visione, dall’alto del bunker di comando, è qualcosa di paradisiaco… provare per credere”.
E non era certo l’unica,nel passato avevo perorato la “causa” della Batteria #Margottini di #CapoAlì che,come posizione e capacità di riutilizzo turistico,è tutt’ora qualcosa di favoloso (ne volevano fare un ristorante). Così come (nel tempo) strepitai (inutilmente) su poche testate disponibili per gli sconsiderati abbattimenti di bunker (da quelli di Piazza Europa a Catania a quello sulla SS124 o del Plemmirio a Siracusa e via di seguito..).
Ben prima della realizzazione del Museo dello Sbarco, unico esempio positivo di quel periodo (fortemente voluto dallo attuale Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci), pregai alcuni politici in auge (e ancor più quelli alla opposizione, a me parzialmente vicini ideologicamente) di salvaguardare e sfruttare un altro sito eccezionale di fortificazioni presenti a Catania: quelli della Stazione ferroviaria.Bunker integrati dalle piazzole della antiaerea e posti direttamente a picco sul mare.
Facevano opera unica con quelli già citati di Piazza Europa che vennero “fatti sparire” per creare il redditizio “porticciuolo turistico”..erano favolosi, mi ci infilavo dentro (da ragazzino monello) attraverso gli ingressi sulla scogliera e due avevano persino un accesso protetto dal mare con un mini molo compreso. Ricordo, mi sia permessa la disgressione, che una volta io e altri “picciriddi” trovammo persino casse di sigarette di contrabbando “posteggiate” e, prudentemente, ce la filammo !!
Potrei aggiungere ancora molte altre memorie relative allo argomento ma credo sia ora di venire al sodo.
Oggi la Legge regionale 12 luglio 2018, n. 12. sulla valorizzazione del patrimonio storico-culturale della Prima e della Seconda guerra mondiale permette di fare qualcosa di utile per questi manufatti che hanno visto sangue e bombe. Sono cambiati i tempi, io “esploravo” perché..
“Già da bambino, vivendo e crescendo (anni ’50-’60) tra Catania, #Messina e pure ad #AlìTerme e avendo una naturale predisposizione alla esplorazione di bunker e fortificazioni varie,mi resi conto che qualcosa di serio dovesse essere accaduto da quelle parti, visto che i segni della guerra erano evidenti pure a un poppante e che i più grandi di età rispondevano con una certa difficoltà alle domande su cosa fosse avvenuto in quel periodo. Divenuto ragazzino e giovanotto nel decennio successivo (1970-80), e avendo maturato una fortissima inclinazione politica,desideravo rivalutare (politicamente) i fatti e il comportamento dei soldati italiani durante la Battaglia di Sicilia”…
Quindi, da “cane sciolto”, e non essendo un ricercatore storico in senso scientifico, non avevo foto, documentazioni scritte delle tantissime testimonianze orali raccolte, indicazioni precise sui posti che visitavo.
Oggi, per fortuna è diverso: storici, appassionati organizzatissimi e di una competenza impressionante:
libri, saggi, articoli, conferenze, ricostruzioni storiche e quant’altro… i gruppi sui social credo siano più esperti in materia dei “professoroni” che pontificano sulle radiotelevisioni generaliste!
Personalmente, quasi 70enne, non intendo certo recedere dal mio impegno su questa tematica (secondo le mie modestissime possibilità e capacità) ma spero proprio che, grazie alla robusta pressione e alla costanza degli appassionati, finalmente (avendo una legge apposita) si possa passare dalle parole ai fatti.
Vincenzo Mannello