UCRAINA: CIBO, KIT IGIENICI E SUPPORTO PSICOLOGICO

Los miembros del pool de emergencias de Acción Contra el Hambre se reúnen con organizaciones locales para poder conocer el terreno y evaluar las necesidades derivadas de la afluencia masiva de refugiados procedentes de Ucrania. En la imagen, conocen de cerca los problemas de organizaciones ucranianas, moldavas y polacasa gestionadas por voluntarios y con varios espacios en la capital donde dan acogida a mujeres y niños ucranianos. Chisinau, Moldavia. 5 Marzo 2022

La crisi umanitaria causata dal conflitto in Ucraina continua a peggiorare di giorno in giorno e a generare anche un impatto sui Paesi vicini, come Moldavia. La città di Palanca, per esempio, sta diventando uno dei luoghi più difficili da raggiungere a causa del grande afflusso di rifugiati in fuga dalla guerra. Lo ha verificato Azione contro la Fame, organizzazione umanitaria internazionale specializzata nella lotta contro la fame. Il suo staff è impegnato, in queste ore, ai confini tra la Moldavia e la Romania.

In questo momento, la tensione resta palpabile. Si stima che quasi 4 milioni di ucraini potrebbero dover lasciare le proprie case e che 12 milioni di persone hanno bisogno di aiuti umanitari. È la Moldavia, con 2.6 milioni di abitanti, a ricevere il più alto numero di rifugiati in rapporto alla sua popolazione (quattro ogni 100 abitanti).

“Se il conflitto a Odessa (città strategica nel sud dell’Ucraina, con una popolazione di un milione di persone, ndr) dovesse intensificarsi, arriveranno ancora più rifugiati e la situazione potrebbe peggiorare ancora – ha dichiarato Noelia Monge, a capo del team di emergenza di Azione contro la Fame -. Le loro condizioni, oggi, sono sempre più precarie: non c’è più spazio nei centri di prima accoglienza e nevica continuamente. Inizieremo a installare latrine e a distribuire coperte”. Più di 250.000 rifugiati hanno già attraversato i confini con la Moldavia e circa 100.000 rimangono ancora nei centri di transito. La delicata situazione di Odessa (la terza città più grande del Paese) potrebbe finire per destabilizzare ancora la Moldavia.

Una delle peculiarità dell’attività di Azione contro la Fame è quella di operare, ai confini con l’Ucraina, con organizzazioni locali; una circostanza che permette all’organizzazione di essere molto più efficace e complementare. “Stiamo operando insieme con diverse organizzazioni locali: per esempio, alla ONG Concordia, che lavora in zona da molti anni, offriamo risorse o la nostra esperienza in termini di gestione delle emergenze”, ha aggiunto Monge. In collaborazione con le organizzazioni locali, Azione contro la Fame sta distribuendo 2.000 pasti caldi al giorno ai rifugiati ucraini alle frontiere.

Nella sua seconda linea di azione umanitaria, Azione contro la Fame si concentrerà sui centri di transito che ospitano i rifugiati in arrivo dall’Ucraina, offrendo pacchi alimentari e kit igienici. Inoltre, lavorerà per identificare famiglie ospitanti che si impegnino a ospitare i rifugiati per almeno un mese, offrendo loro pacchi alimentari e kit igienici. “Tutte le testimonianze dei nostri beneficiari concordano su un punto: nessuno si aspettava che la situazione potesse sfociare in una guerra. Gli ucraini vivono il conflitto come un’amputazione della loro vita, perché in poche ore hanno dovuto abbandonare tutto, portando con sé solo l’essenziale per poter scappare”, ha concluso Monge.

In tal senso, Azione contro la Fame chiede il rispetto dei principi fondamentali del diritto internazionale umanitario per proteggere i civili, resi vulnerabili del conflitto, dall’impatto diretto e indiretto delle ostilità.