“Non occorre essere oppositori intransigenti di Putin come lo sono stati per 23 anni i Radicali Italiani per accorgersi che la vera minaccia alla sicurezza nazionale, qui ed ora, non sono gli immigrati come ama ripetere Matteo Salvini ma i suoi legami poco trasparenti con la Russia”, così in una nota Massimiliano Iervolino, Igor Boni e Giulio Manfredi, segretario, presidente e membro di giunta di Radicali Italiani.
“Ricapitolando: Matteo Salvini firma nel 2017 a Mosca un accordo di collaborazione fra Lega e “Russia Unita”, che è ancora formalmente in vigore; Matteo Salvini incontra a più riprese l’ambasciatore russo in Italia dopo l’aggressione della Russia all’Ucraina, senza avvisare il governo Draghi di cui fanno parte ministri leghisti in possesso di dati sensibili; Matteo Salvini tenta di andare a Mosca, senza avvisare il governo, e dà l’incarico di comprare i biglietti del viaggio all’ambasciata russa, infischiandosene delle sanzioni dell’Unione Europea alla Russia.
La polemica sui rimborsi del viaggio è ridicola; la vera questione è che se non vi fossero state fughe di notizie, Salvini sarebbe effettivamente volato a Mosca, compromettendo sia l’unità d’azione del governo Draghi sia l’unità d’azione dell’Unione Europea nei confronti di Mosca. Chiediamo al premier Draghi di convocare Salvini per chiarimenti. Ma chiediamo anche agli esponenti della Lega di prendere posizione pubblicamente (non nei corridoi) contro l’operato vergognoso del loro segretario di partito; è nel loro interesse, perché ogni passo falso di Salvini sono migliaia di voti leghisti che passano a Giorgia Meloni”, concludono.