Libri di testo troppo cari? La soluzione potrebbe essere quella di digitalizzarli, almeno in parte, per alleggerire le famiglie di un costo stimato tra i “900 e i 1.000 euro” a studente, pari a un aumento di circa il “6%”. La proposta, nel giorno d’apertura dell’anno scolastico in quasi tutte le regioni italiane, arriva da Udicon Emilia-Romagna. “Solo un dato, un dato che ci deve far riflettere tutti nel bilancio familiare- sottolinea il presidente dell’associazione Vincenzo Paldino- nel mese di settembre, fra acquisto dei libri, soprattutto per i ragazzi che andranno in prima media o in prima superiore, cioè che cambiano istituto scolastico e corredo scolastico, si spende mediamente intorno a 900-1.000 euro. Immaginate come può pesare in una famiglia un importo di questo tenore”.
Come fare dunque? Per Paldino, i tempi sono maturi per “cominciare a pensare seriamente, non per tutte le materie- precisa- a ragionare anche ad una digitalizzazione dei testi per poter dare la possibilità ai ragazzi, che definiamo della generazione Z, digitale, di poter cominciare anche a fruire in modo digitale di questi testi facendo risparmiare le famiglie”.
Intanto però, per sopperire al caro-libri, l’associazione ha promosso un piccolo vademecum per le famiglie per cercare di risparmiare. “Abbiamo evidenziato come si possa andare, per esempio, sul mercato dell’usato, risparmiando il 15% nei grandi centri, all’interno delle gallerie commerciali”. E poi il consiglio, sempre valido, di “rivolgerci alle biblioteche comunali, per verificare tante volte se alcuni testi che vengono lasciati a corredo di quello che è l’apprendimento dei ragazzi possono essere presi in prestito addirittura gratuitamente”. Ancora, ci sono anche dei “bonus che vengono dati alle famiglie, però soffrono anche le famiglie del ceto medio per acquistare libri, non solo quelli che sono sotto la soglia di povertà. Ed è a quelle famiglie che va rivolto lo sforzo di tutti, anche delle istituzioni scolastiche”.
Sui rincari dei libri di testo, infine, Udicon accoglie “molto favorevolmente” l’indagine conoscitiva partita dall’Antitrust proprio sull’editoria scolastica. “Giusto verificare- spiega Paldino- per esempio, se tante volte il cambio delle edizioni è giustificato da un effettivo cambio di nozioni oppure se viene fatto in modo strumentale, perché le famiglie ogni volta che cambia un’edizione, non possono andare sul mercato dell’usato e quindi sono costrette ad acquistare il libro nuovo”. Non solo, ma l’indagine porta con sé anche “tante verifiche anche sull’andamento dei prezzi da parte dell’Antitrust e potrebbero emergere delle situazioni piuttosto rilevanti che riguardano i cittadini e i consumatori”.