Per quasi sei italiani su dieci (58%) l’Unione Europea tratta l’Italia peggio degli altri Paesi mentre solo una sparuta minoranza del 7% ritiene che l’Ue abbia un occhio di riguardo per lo Stivale.
E’ quanto emerge dal rapporto Coldiretti/Ixè su “Gli italiani e l’Europa nel 2018” presentato al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti a Villa d’Este a Cernobbio dal quale si evidenzia un atteggiamento complessivamente negativo dei cittadini nei confronti di Bruxelles, anche se sulle scelte cardine, in primis l’uscita dall’euro, prevalgono ancora opinioni più prudenti.
A spingere il sentimento di rivalsa dei cittadini del Belpaese nei confronti dell’Europa – spiegano Coldiretti/Ixè – c’è il fatto che quasi la metà degli italiani (46%) è convinta di essere in credito rispetto alla Ue, con una percentuale ben superiore a chi ritiene di essere in debito (19%) e a chi considera che il rapporto tra dato e ricevuto sia in pari (26%). A convincere poco gli italiani sono le politiche di Bruxelles che per un 43% sono orientate dai Paesi più forti, mentre per un 37% a decidere sono soprattutto le lobby finanziarie ed economiche. Non manca chi addebita le contraddizioni dell’Unione alla burocrazia (12%), mentre appena il 3% è convinto che a contare in Europa siano i cittadini.
Nonostante ciò, solo un italiano su quattro vorrebbe uscire dall’euro. Alla domanda su come si voterebbe in caso di referendum sulla moneta unica – spiegano Coldiretti/Ixe’ – prevalgono nettamente quelli decisi a restare (61%), rispetto a chi vorrebbe un ritorno della lira (22%). Alta comunque la percentuale di chi è indeciso o non si pronuncia, atteggiamento che raggruppa complessivamente il 17% degli intervistati.
Allo stesso modo, alla domanda se si abbia ancora fiducia nell’Europa, oltre la metà degli italiani risponde di sì, con il 40% che dichiara di avere abbastanza fiducia e l’11% che ne nutre addirittura molta. Dall’altra parte – secondo Coldiretti/Ixè – un 36% spiega di avere poca fiducia e un 12% di non averne nessuna.
Sul rapporto tra gli italiani e l’Europa pesa anche il fatto che – nota Coldiretti – che l’ultima relazione della Corte dei Conti ha evidenziato come l’Italia sia contributore netto del bilancio Ue con un disavanzo di 4,4 miliardi nel 2016, che diventano 37,7 miliardi di euro se si prende in esame il periodo 2010-2016. In sostanza l’Italia paga 15,7 miliardi l’anno ma ne riceve indietro solo il 72%.
“Per questo è necessario che il nostro Paese si batta contro ulteriori tagli nel nuovo bilancio europeo a carico della Politica agricola comune che aggraverebbe la condizione di pagatore netto del nostro paese” denuncia il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare l’esigenza di “riequilibrare invece la spesa facendo in modo che la Pac possa recuperare con forza anche il suo antico ruolo di sostegno ai redditi e all’occupazione agricola per salvaguardare un settore strategico per la sicurezza e la sovranità alimentare e per contribuire alla crescita dell’intera economia europea attraverso la filiera produttiva che esso alimenta. Un’Europa oggi in cerca d’identità e messa sempre più in discussione all’interno degli stessi Stati Membri – conclude Moncalvo – dovrebbe guardare alla sua agricoltura come a una risorsa anche in termini di idee e soluzioni, poiché si tratta dell’unico settore che più e meglio di altri ha saputo realizzare in questi anni una reale integrazione”.