Cresce l’interesse delle piccole e medie imprese per lo strumento dell’arbitrato sugli investimenti, usato fino ad oggi prevalentemente dai grandi gruppi d’impresa, che grazie a meccanismi di protezione e procedure semplificate risponde alle particolari esigenze delle imprese di dimensione più ridotta attive all’estero.
Lo dimostrano i dati dell’ultimo Rapporto IBA (International Bar Association, la più grande Associazione internazionale di professionisti legali) da cui emerge che un terzo delle liti, che riguardano un investitore e lo Stato ospitante l’investimento, è di valore inferiore a 50 milioni di euro. Di queste liti, almeno la metà vede come ricorrenti le piccole e medie imprese o i privati.
Il Rapporto IBA, aggiornato ad ottobre 2022, raccoglie i dati dei tre principali attori in materia: SCC (Centro Arbitrale della Camera di commercio di Stoccolma), ICSID (Centro internazionale per il regolamento delle controversie relative ad investimenti, istituzione del Gruppo della Banca Mondiale con sede a Washington) e PCA (Corte Permanente di Arbitrato con sede all’Aia) e analizza 632 casi di arbitrati di investimento, gestiti dai tre Centri Arbitrali e amministrati in un intervallo di tempo di 11 anni (dal 1/1/2010 al 31/12/2021).
Dal Rapporto emerge che su un totale di 632 casi, 173, pari al 27%, riguardano controversie di valore non superiore ai 50 milioni di euro; di queste controversie almeno la metà vede come ricorrenti le piccole medie imprese e i privati. (Fonte: Elaborazione Camera Arbitrale di Milano su dati del Rapporto IBA, “Arbitrating Small Value Claims in Investment Arbitration”, ottobre 2022).
“L’Arbitrato in materia di investimento – ha dichiarato Stefano Azzali, Direttore Generale della Camera Arbitrale di Milano – è uno strumento ancora poco conosciuto dalle piccole e medie imprese italiane, ma rappresenta una garanzia importante per salvaguardarle in caso di controversie in un Paese estero. Questo istituto, promosso dalla Banca Mondiale, facilita il business internazionale, gli scambi commerciali, gli investimenti esteri e fornisce garanzie alle imprese che dovessero incorrere in liti con lo Stato in cui investono. L’eventuale lite viene risolta con la procedura arbitrale, quindi deferita ad un Tribunale Arbitrale, piuttosto che alle Corti dello Stato ospitante l’investimento, con risparmi di tempo e costi nella risoluzione della controversia”.
L’evento. Di arbitrato sugli investimenti, delle opportunità e delle strategie che questo strumento può offrire anche alle PMI si parlerà nell’evento “Investment Arbitration in Europe: a chance for future relevance?”, organizzato dalla Camera Arbitrale di Milano (CAM), il prossimo 22 marzo, nella sede di Milano in Via Meravigli 9/b, insieme agli Studi legali ArbLit, BonelliErede, Squire Patton Boggs e Withersworldwide.
Il Rapporto IBA, in dettaglio. Nel corso dell’evento verranno commentati i dati del Rapporto (scaricabile al link, che include un’analisi statistica delle liti di valore non superiore a 50 milioni di euro gestite con l’arbitrato sugli investimenti ed esamina i meccanismi e le strategie disponibili per bilanciare i fattori tempo, impegno e risorse finanziarie.
Il Rapporto affronta l’argomento da tre punti di vista: le controversie di medio valore, come segmento importante della procedura di arbitrato sugli investimenti; le procedure speciali per l’arbitrato di controversie di medio valore; le procedure semplificate e su misura, per risolvere velocemente il caso e ridurre al minimo i costi dell’arbitrato.
L’IBA, ottenendo dati anonimi sulle controversie di medio valore dalle principali istituzioni arbitrali che amministrano la maggior parte degli arbitrati di investimento (ICSID, PCA, SCC), ha evidenziato il crescente interesse per l’applicazione dell’arbitrato sugli investimenti per liti di valore tutto sommato modesto per gli standard degli investimenti esteri: tra i casi esaminati, nell’intervallo di tempo compreso tra il 1° gennaio 2010 e il 31 dicembre 2021, il 27% è costituito da controversie di modesto valore. In particolare, è emerso che l’ICSID, con un totale di 394 casi di investimento, 108 casi (circa il 27%) hanno riguardato richieste di indennizzo inferiori a 50 milioni di dollari; PCA ha riferito di 184 casi di investimento, di questi, 42 casi (circa il 23%) hanno riguardato liti per un valore inferiore a 50 milioni di dollari; SCC ha riportato un totale di 54 casi di investimento, di questi, 23 casi (circa il 43%) hanno riguardato liti con un valore inferiore a 50 milioni di euro.
I dati dimostrano che le controversie di medio valore costituiscono un segmento importante e una percentuale considerevole dell’arbitrato sugli investimenti. Risulta che almeno la metà di queste cause sono intentate da persone fisiche o PMI, attive in settori quali energia, costruzioni, industria estrattiva, agricoltura, finanza e trasporti. I dati mostrano anche che gli Stati contraenti provengono da tutte le regioni geografiche, anche se un’ampia percentuale di tali richieste ha riguardato Stati dell’Europa orientale e Asia centrale.
Per minimizzare i tempi e i costi sono stati analizzati i meccanismi procedurali che le parti possono mettere in atto sia in fase pre arbitrale che durante il procedimento, oltre all’applicazione della procedura accelerata.
Programma e relatori. La prima sessione dell’evento del 22 marzo “Investment Arbitration in Europe: a chance for future relevance? è moderata da Garth Schofield (Senior Legal Counsel, Permanent Court of Arbitration, The Hague), intervengono Larry Shore (BonelliErede, Milano), Hussein Haeri (Withers, Londra), Mathias Audit (Audit Duprey Fekl, Parigi) e Maria Beatrice Deli (DeliSasson Legal, Roma). Nel secondo panel, moderato da Maria Chiara Malaguti (Gattai, Minoli & Patners, Milano), partecipano Luca Radicati di Brozolo (ArbLit, Milano), Stephen Anway (Squire Patton Boggs, New York), Richard Happ (Luther Rechtsanwaltsgesellschaft mbH, Amburgo) e Stefano Azzali (Direttore Generale CAM, Milano).
L’evento si tiene in lingua inglese. La partecipazione è gratuita. Link per registrazione e programma completo.