L’UNHCR, Agenzia ONU per i rifugiati, e l’OIM, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, esprimono profondo cordoglio per la perdita di decine di vite umane in seguito a un terribile naufragio avvenuto questa mattina al largo della costa di Crotone.
Fino a ora sono stati recuperati 45 corpi senza vita, ma le attività di ricerca sono tuttora in corso e si teme che il bilancio possa aggravarsi. Secondo le informazioni ricevute i sopravvissuti dovrebbero essere almeno 80, diversi dei quali trasferiti in ospedale per cure immediate.
Si stima che l’imbarcazione avesse a bordo anche oltre 170 persone, fa cui bambini e nuclei familiari, partite dalla Turchia e provenienti principalmente da Afghanistan, Pakistan e Somalia.
Nel 2022 gli arrivi dalla Turchia hanno rappresentato circa il 15% del totale degli arrivi via mare in Italia. Quasi la metà delle persone arrivate lungo questa rotta sono state persone in fuga dall’Afghanistan.
Le due organizzazioni delle Nazioni Unite ribadiscono che sono urgentemente necessari meccanismi di salvataggio dell’Unione europea e continuano a chiedere agli Stati di aumentare le risorse e le capacità per far fronte efficacemente alle loro responsabilità.
“In un contesto storico caratterizzato da persone spinte a fuggire da conflitti e persecuzioni è più che mai necessario rafforzare la capacità di salvataggio, che risulta ancora insufficiente, per evitare tragedie come questa” ha dichiarato Chiara Cardoletti, Rappresentante UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino. “È inaccettabile assistere a simili orrori, con famiglie e bambini affidati a imbarcazioni fatiscenti e inadatte alla navigazione. Questa tragedia deve indurre ad agire e agire subito”.
“Nel Mediterraneo la vera emergenza non è quella numerica ma quella umanitaria”, ha affermato Laurence Hart, direttore dell’Ufficio di Coordinamento dell’OIM per il Mediterraneo. “Questa tragedia dimostra come il fenomeno della migrazione via mare vada affrontato da tutti gli stati europei con un approccio che guardi di più alle molteplici cause che spingono le persone a fuggire sia dai paesi di origine sia da quelli di transito in queste condizioni drammatiche, anche attraverso un maggior sostegno umanitario e allo sviluppo”.
OIM e UNHCR rinnovano l’appello per un accesso più ampio a canali sicuri per evitare che le persone debbano ricorrere a viaggi pericolosi in cerca di sicurezza, protezione e una vita migliore.
Dopo questa tragedia, secondo il Missing Migrants Project dell’OIM, quest’anno sono almeno 220 le persone morte o disperse lungo la rotta migratoria del Mediterraneo centrale.