Università, Schifani alla Kore di Enna: «La formazione è baluardo contro l’illegalità»

Enna – «L’Università, luogo di sapere e formazione, è il baluardo più forte contro l’illegalità: qui si formano le menti e le coscienze delle future generazioni, affinché possano contribuire a costruire una società più giusta, libera e responsabile. Il legame tra conoscenza e legalità è indissolubile: più forti saranno i nostri atenei, più forte sarà la capacità della nostra comunità di opporsi a ogni forma di sopraffazione». È il messaggio lanciato dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, intervenendo all’inaugurazione dell’anno accademico della Kore di Enna, alla presenza del ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ricordando la coincidenza di questo evento con la 30^ Giornata della memoria e dell’impegno nel ricordo delle vittime innocenti delle mafie. 

«L’Università Kore – ha affermato Schifani – è diventata negli anni un centro di eccellenza, capace di offrire agli studenti siciliani un’istruzione di qualità, evitando che tanti giovani siano costretti a lasciare la nostra terra per proseguire i loro studi altrove. Per la nostra regione è un privilegio e uno stimolo alla libertà di scelta formativa, che dà risultati di eccellenza. Questo è un risultato che va sostenuto e valorizzato, perché investire sulla formazione significa investire sul futuro della Sicilia».

A margine, il presidente della Regione ha acceso i riflettori su un tema di rilevanza nazionale, quello della necessità di un maggior numero di medici per rafforzare il sistema sanitario del Paese. «La recente decisione del governo nazionale di superare il numero chiuso per l’accesso alle facoltà di Medicina è una svolta epocale – ha sottolineato con forza – voluta con determinazione dalla ministra Bernini, che ho avuto modo di conoscere in anteprima, due anni fa, proprio in occasione dell’inaugurazione di un altro anno accademico: quello dell’università di Catania. L’abolizione del numero chiuso è una risposta concreta alla carenza di medici che il nostro sistema sanitario sta affrontando e che, negli anni a venire, potrebbe diventare ancora più critica. In passato, molti giovani motivati e preparati sono stati costretti a rinunciare al sogno di diventare medici a causa di un sistema selettivo che, pur con le migliori intenzioni, ha finito per limitare l’accesso a una professione essenziale per il nostro Paese. Oggi, invece, grazie a questa riforma, offriamo una possibilità reale a chi desidera intraprendere questo percorso, e al tempo stesso garantiamo al nostro sistema sanitario un ricambio generazionale di cui ha assolutamente bisogno».