Vent’anni dopo: la morte di Craxi è una ferita sempre aperta. Una ferita che fa male non solo a quello che rimane del suo popolo devastato non però dimentico, ma all’Italia che da allora si è molto rimpicciolita in un’Europa divisa ed impotente. Persino nel cortile di casa, quel Mediterraneo in cui lo statista socialista scrisse le pagine più belle del secondo dopoguerra a fianco dei popoli in via di sviluppo.
È iniziato con l’uscita del film Hammamet nelle sale cinematografiche, l’anno craxiano del ventennale a cura della Fondazione Craxi. Un programma fitto di eventi e di iniziative che prosegue sabato 18 e domenica 19 gennaio nella Hammamet reale, luogo ormai consueto di pellegrinaggio che ogni anno accresce la sua carica politica, direttamente proporzionale alla perdita di ruolo geopolitico e di solidità dell’Italia, che ha perso almeno il 30% della sua ricchezza.
E non c’è dubbio che gli schiaffi ormai consueti che certificano l’irrilevanza dell’Italia nel grande gioco euro-mediterraneo, non fanno che accrescere i rimpianti e l’amarezza per una leadership ed un progetto politico modernizzatori, fondato sulla valorizzazione di un nuovo equilibrio tra i meriti ed i bisogni, stroncato dalla falsa rivoluzione mediatico-giudiziaria del 1992-93 senza, è bene puntualizzarlo, alcuna legittimazione elettorale, ché le elezioni del 6 aprile 1992 dettero una maggioranza più che sufficiente al quadripartito storico senza i repubblicani.
Temi non banali e per certi versi politicamente scorretti che ispireranno le riflessioni nel dibattito del primo evento in programma dopo la commemorazione di Hammamet del 19 gennaio prossimo. Appuntamento a Scandicci lunedì 20 gennaio alle ore 18:00 nella sala del consiglio comunale. Ci saranno alcuni protagonisti di quella stagione e Stefania Craxi che con la sua Fondazione non ha consentito che l’oblio avvolgesse la figura del padre e che la polvere del tempo si posasse offuscando la memoria della verità di Bettino Craxi e sulle responsabilità delle macerie lasciate da Mani Pulite.