VERONA, EDUCATIVA DI STRADA: COSTRUIAMO RELAZIONI LADDOVE MANCANO DANDO RISPOSTA AI BISOGNI DEI GIOVANI

Verona – Il bilancio di un progetto pilota che ha mappato l’intero territorio e si è focalizzato, poi, sui quartieri di Borgo Roma e di San Michele. Un servizio che mancava da molti anni in città, reintrodotto dall’amministrazione Tommasi con innovative modalità, coordinate dal gruppo Abele, tra i massimi esperti con la sua Università della strada…
Ascolto, confronto con adulti in assenza di figure di riferimento, bisogno di spazi gratuiti coperti e sicurezza, soprattutto per le ragazze. A queste, e a molte altre domande risponde il progetto Educativa di strada del Comune di Verona. L’assessorato ai Servizi sociali e al terzo settore e quello alle Politiche giovanili hanno individuato una strategia per intercettare e affrontare i bisogni, le aspettative e le fragilità di quei ragazzi che abitano le strade della città come luogo di esperienza e di relazione, grazie all’attivazione di numerosi soggetti istituzionali e di volontariato, pubblici e privati.
Educativa di strada, giunto al suo primo anno di esperienza è stato presentato oggi in Commissione 5°, presieduta da Chiara Stella.
“L’obiettivo dell’amministrazione – ha spiegato Fiammetta Andreetto della Direzione dei Servizi Sociali del Comune – è di mettere a terra una strategia per intercettare e affrontare i bisogni, le aspettative e le fragilità di quei ragazzi che non arrivano ai servizi sociali strutturati nelle sede istituzionali, come quella, appunto, del Comune”.
Sono tre gli educatori di strada che stazionano nei quartieri di San Michele e di Borgo Roma durante i pomeriggi settimanali, per venti ore di incontri frontali, intercettando, facendo conoscenza e instaurando relazioni di fiducia con ragazzi mediamente tra i 14 e i 21 anni, italiani e immigrati di seconda generazione.
Silvia Cracco, coordinatrice del progetto per il comune di Verona racconta “come questi operatori incontrino i ragazzi, li ascoltino e provino a immaginare insieme a loro prospettive diverse.  Hanno interessi, abilità, competenze che possono essere sviluppate accompagnandoli con progettualità individuali e di gruppo. Provando anche a fare da adulti di riferimento che non sempre riescono a trovare in altri contesti”.
Il format pilota che interessa i due quartieri è stato individuato dopo sei mesi di mappatura dei luoghi di ritrovo dei ragazzi, vicino alle scuole superiori in centro città e in periferia. “Come, ad esempio, – continua Cracco – Piazza Pradaval, la Stazione, palazzo della Gran Guardia, le scalinate del Municipio, Piazza Isolo, i bastioni, Castelvecchio, l’Arsenale. Poi vi sono anche il Chievo, Parco Copernico, Parco Achille Forti e Parco San Giacomo. Da qui i giovani transitano, in prevalenza. Si muovono di continuo in gruppi di tre massimo cinque persone, interagendo con altri gruppi e formandone di nuovi. L’aggregazione vera e più stanziale avviene nei quartieri dove i ragazzi sostano in quelli che ritengono i loro luoghi e dove è più facile intercettarli e instaurare relazioni di fiducia con atteggiamenti non giudicanti. Abbiamo raggiunto un’ottantina di ragazzi, costituito un gruppo di una ventina di unità e coprogettato con esso due eventi cui hanno partecipato circa 120 giovani. In Borgo Roma è stato costituito un tavolo di lavoro permanente di riflessione sul territorio per creare azioni educative condivise e coordinate, quindi di maggior impatto”.
Risultati concreti che l’assessora ai Servizi sociali e terzo settore, Luisa Ceni ha commentato così: “Dopo decenni anni di vuoto, riparte un servizio importante riservato ai giovani, l’educativa di strada. Si tratta di una buona pratica di avvicinamento ai ragazzi nei loro luoghi di incontro che l’amministrazione ha rimesso in pista per aiutare i nostri giovani che rappresentano il futuro della città. Dopo una sperimentazione durata 14 mesi, rendiamo questa iniziativa strutturale non più all’interno del servizio educativo territoriale, bensì estendendola al sistema educativo territoriale che include anche le attività erogate dalle politiche giovanili e dai servizi sociali. Parlando di servizio è una cosa, parlare di sistema ha tutta un’altra valenza. In modo aggiornato con i tempi: ci siamo fatti affiancare nella formazione e nel coordinamento dell’attività dei diversi soggetti coinvolti dai maggiori esperti del Paese, gli educatori del gruppo Abele di Torino.  L’università di strada che hanno realizzato da anni, lavora molto bene su quel territorio”.

L’assessore alle Politiche giovanili, Jacopo Buffolo ha aggiunto che “il progetto dell’Educativa di strada punta a fare rete, a costruire relazioni laddove mancano nella società. Come manca uno spazio che possa accogliere a costo zero per i ragazzi. Il tema è capire come tutti i soggetti della rete che incontrano ragazze e ragazze adolescenti possano dare degli strumenti di intervento in più di intervento, delle visioni di proiezione, anche del sé in relazione con l’altro e in relazione con il territorio. Il primo bilancio di quest’anno di progettualità è positivo, ora pensiamo al futuro. Nel quartiere di Borgo Roma quest’anno è stato riaperto lo Spazio Link, una dimostrazione della capacità del Comune di creare un general hub e quindi di costruire sinergie tra i soggetti presenti e molto attivi sul fronte del recupero delle relazioni con il mondo giovanile: i servizi del Comune, tutte le realtà del terzo settore, nonché le parrocchie”.