La diffusione repentina del Coronavirus in Italia comporta una serie di precauzioni in più da mettere in pratica quando si viaggia. La corretta informazione è la prima cosa da portare con sé durante gli spostamenti, soprattutto in un contesto come quello attuale. SosTariffe.it ha fatto il punto della situazione attraverso 13 fatti essenziali da conoscere a proposito dell’emergenza Coronavirus.
Il Coronavirus ha iniziato a diffondersi nel mondo a partire dalla Cina, che si trova al primo posto tra i Paesi nei quali il virus è maggiormente diffuso. A seguire ci sono la Corea del Sud, dove i casi sono più di 1.200, e l’Italia, dove il numero di soggetti positivi è superiore a 350.
Il sito ufficiale da consultare per verificare se un Paese è a rischio è viaggiaresicuri.it del Ministero degli Esteri, che viene costantemente aggiornato sulle nuove restrizioni che i singoli Paesi esteri hanno deciso di applicare ai viaggiatori provenienti dall’Italia. Sul sito è presente la sezione “Cerca Paese” corredata dalle informazioni specifiche circa un’eventuale limitazione all’accesso degli italiani.
In questo momento, alcuni Paesi hanno predisposto un periodo di quarantena o l’auto – quarantena per chi viaggia dall’Italia o da alcune zone di essa: nello specifico si tratta di Regno Unito, Romania, Malta, Israele, Polonia, Emirati Arabi, India e Croazia. Ci sono poi alcuni Stati nei quali non è al momento consentito l’ingresso degli italiani.
Per chi viaggia in questo periodo, SosTariffe.it ha predisposto un’infografica che riassume 13 cose da sapere prima di mettersi in viaggio.
Dove è bloccato l’ingresso a chi proviene dall’Italia
Chi ha prenotato un viaggio in Paesi come Giordania, Iraq, Turkmenistan, El Salvador, le isole Seychelles, le Mauritius e il Kuwait non potrà partire in quanto è stato vietato l’accesso ai cittadini italiani. Per quanto riguarda i rimborsi, saranno possibili se previsti dalla propria assicurazione viaggio o in base alle condizioni della singola compagnia aerea. Per i viaggi la cui destinazione è una “zona rossa” per contagio da Coronavirus è previsto sia l’annullamento sia il rimborso per motivi di sicurezza.
Chi atterra a Pechino da Paesi che sono stati colpiti dal Coronavirus è tenuto a 14 giorni di auto-quarantena, in modo tale da evitare un’epidemia di ritorno. La Russia consiglia ai propri cittadini di non fare viaggi in Italia, Corea del Sud e Iran, ma non ha imposto alcun divieto. Lo stesso è stato consigliato dalle autorità dell’Arabia Saudita.
Non è stata impedita la mobilità da e verso i 27 Paesi dell’Unione europea, come confermato dal Ministero degli Affari Ue Vincenzo Amendola. Il Regno Unito ha imposto l’auto-quarantena per tutti i soggetti che prevengano dai luoghi di maggiore diffusione del virus, le cosiddette “zone rosse” anche in assenza di sintomi, mentre chi viaggia dal resto dell’Italia settentrionale sarà tenuto a farlo in presenza di sintomi.
In Olanda è stato ordinato di non andare nei comuni italiani che rappresentano il focolaio del Coronavirus, né a Roma e in Lazio. La Francia ha mandato a casa i bambini e i ragazzi che sono stati in gita in Lombardia o Veneto negli ultimi 14 giorni e ha previsto dei controlli sui treni francesi della linea Parigi-Milano.
Nessuna limitazione da parte della Germania, mentre a Praga vengono controllati in aeroporto i passeggeri che provengono dall’Italia e la compagnia nazionale bulgara, Bulgarian Air, ha annullato tutti i voli da e per Milano, fino al 27 marzo, per i quali è previsto il rimborso totale.
Quali sono le zone rosse in Italia
Le zone rosse, ovvero i focolai dai quali è partita la diffusione del Coronavirus in Italia sono in totale 11. Si tratta dei Comuni lombardi di Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione D’Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini e del Comune di Vo’ Euganeo, in Veneto.
Le zone gialle, ovvero quelle che non costituiscono il centro del focolaio, ma sono comunque più a rischio, sono le aree di Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Liguria, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia.
Alle zone rosse vengono applicati alcuni divieti di accesso e di allontanamento tramite il presidio da parte delle Forze dell’Ordine in diversi check point. Chi è stato nelle zone rosse negli ultimi 14 giorni è tenuto a comunicarlo all’ASL che disporrà la “sorveglianza sanitaria” e “l’isolamento fiduciario”. Non sono previste limitazioni di alcun tipo per chi si sposta in Italia.
Prenotare un viaggio e partire: consigli utili
Prenotare un viaggio in questo periodo è possibile: si consiglia di farlo attivando un’assicurazione viaggio che preveda il rimborso in caso di cancellazione, ipotesi molto plausibile dato il momento storico, e la copertura di eventuali spese mediche. Prima di partire per l’estero è bene controllare la sicurezza del luogo di destinazione sul sito viaggiaresicuri.it, assicurandosi di avere a propria disposizione i riferimenti per contattare le autorità italiane dall’estero.
Chi viaggia in treno, aereo, macchina e qualsiasi altro mezzo deve prestare più attenzione del solito al rispetto delle normali norme igienico-sanitarie, cercando soprattutto di lavarsi le mani più spesso e di mettere il gomito davanti alla bocca in caso di tosse o starnuto, considerato che non sono in vigore limitazioni per gli spostamenti sul territorio nazionale, ad eccezione della “zona rossa”.
Cosa fare se si manifestano sintomi influenzali
Prima di tutto, è consigliato di non intasare i numeri dedicati all’emergenza alla comparsa del primo colpo di tosse, in quanto ci troviamo anche nel periodo di maggiore diffusione dell’influenza stagionale. Nel caso di comparsa di sintomi influenzali, ovvero febbre, mal di gola, tosse, raffreddore e difficoltà respiratorie bisogna evitare di recarsi in ospedale o al pronto soccorso per prevenire una possibile diffusione.
Se si sta per partire all’estero, si può contattare l’Autorità italiana competente e il servizio sanitario locale. In caso di viaggi in Italia, bisogna rivolgersi al proprio medico di base, contattandolo telefonicamente, e ai numeri nazionali 1500 e 112. Ogni regione italiana ha comunque messo a disposizione un numero verde regionale, al quale rivolgersi in caso di necessità, che è disponibile sul sito del Ministero della Salute.