Il finanziere Alessandro Proto è stato arrestato con l’accusa di truffa pluriaggravata ai danni di una donna con gravi problemi fisici e psichici alla quale avrebbe sottratto in più riprese 130mila euro. Il denaro, secondo la Guardia di Finanza, era stato investito da Proto su siti di gioco on line.
Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal GIP di Como, su richiesta della locale Procura della Repubblica, al termine delle indagini svolte dal Nucleo di Polizia Economico-finanziaria di Como.
Già noto alla ribalta della stampa nazionale ed estera per aver millantato affari immobiliari con personaggi di fama mondiale e tentativi di scalate a imprese di primo piano, nel 2013 era stato indagato dalla Procura della Repubblica di Milano e poi arrestato per manipolazione del mercato ed ostacolo alle attività degli Organi di vigilanza.
Nei primi mesi di quest’anno la Guardia di Finanza di Como ha passato al setaccio i suoi conti, dopo aver raccolto numerosi elementi di sospetto in merito a svariati prelevamenti effettuati in contanti in uffici postali della città, tra i quali quello ubicato all’interno del Palazzo di Giustizia.
Successivamente, perveniva la denuncia di una donna, vittima di una truffa subita da A.P. che, sfruttando le sue critiche condizioni di salute, era riuscito ad appropriarsi di circa 130.000 euro. La vicenda veniva resa pubblica nell’ambito di una inchiesta andata in onda su una rete televisiva nazionale.
Gli approfondimenti investigativi svolti al riguardo consentivano ai finanzieri di accertare la fondatezza di quanto segnalato dalla donna, di ricostruire i dettagli della vicenda truffaldina e di raccogliere numerosi riscontri probatori.
La donna, raggirata dalle condotte spregiudicate e dai racconti manipolatori messi in atto da A.P., gli consegnava, a più riprese, la cifra di 130.000 euro iniziando con un prestito iniziale di circa 900 euro ed assecondando, progressivamente, le successive richieste, trovandosi in uno stato di grave fragilità emotiva.
Le ricostruzioni finanziarie svolte dal Nucleo PEF di Como consentivano di accertare come A.P. avesse, nel tempo, trasferito il denaro ottenuto dalla donna in attività speculative su conti di gioco online, al fine di mascherarne la provenienza.
Al termine delle indagini, si delineavano a carico di A.P. i reati di truffa pluriaggravata (per via delle gravi condizioni di salute fisica e psichica della vittima) ed autoriciclaggio che conducevano alla emissione del provvedimento restrittivo della libertà personale eseguito in data odierna.