Nell’ambito dell’intensificazione delle attività di controllo nel settore della spesa pubblica, disposte e coordinate dal Comando Provinciale di Frosinone, la Tenenza della Guardia di Finanza di Sora ha concluso un’attività di polizia giudiziaria ed economico-finanziaria che ha portato alla scoperta di una truffa ai danni dello Stato da parte di cinque persone facenti parte di una società cooperativa con sede in Sora, operante nel settore della grande distribuzione alimentare, che utilizzava personale di fatto posto in cassa integrazione.
La indagini esperite dai militari delle Fiamme Gialle di Sora hanno consentito di rilevare che l’impresa indagata aveva richiesto e ottenuto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali l’autorizzazione alla procedura della cassa integrazione guadagni straordinaria (C.I.G.S.), facendo così ridurre l’orario di lavoro dei dipendenti interessati da 40 a zero ore settimanali e con un’integrazione salariale corrisposta dall’I.N.P.S. pari all’80% della retribuzione globale.
Il legale rappresentante della cooperativa e quattro lavoratori dipendenti sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Cassino per i reati di falsità ideologica e truffa aggravata ai danni dello Stato, per aver indebitamente percepito integrazioni salariali per un importo di circa 7.000 euro.
Con questo sistema fraudolento i soggetti investigati erano in pratica riusciti a spostare il costo del lavoro interamente sulle casse dell’I.N.P.S. riuscendo in tal modo a crearsi un vantaggio economico. Dall’inizio dell’anno – a livello provinciale – sono già 67 i lavoratori completamente sconosciuti all’I.N.P.S. in nero scoperti dalle Fiamme Gialle cui si aggiunge la verbalizzazione di 18 datori di lavoro per l’impiego di manodopera irregolare. Imprenditori, pertanto, che si avvalgono di prestazioni professionali e/o lavorative senza riconoscere alcuna copertura previdenziale e assistenziali previste dalla legge, senza il pagamento dei contributi previsti, spesso in virtù di un’assenza di un contratto di lavoro ufficiale ovvero non registrato e dunque giuridicamente nullo/irregolare.
Quanto sopra, oltre a danneggiare le casse dell’erario, crea un vantaggio economico in materia di minori costi sostenuti, a discapito della lecita concorrenza e delle aziende oneste che operano nel medesimo settore.