LA PENSIONE DI PARENTI DECEDUTI: 5 PERSONE INDAGATE E SEQUESTRATI OLTRE 280.000 EURO.
I finanzieri del Nucleo di polizia economico – finanziaria di Cosenza all’esito di indagini dirette da questa Procura della Repubblica hanno notificato un decreto di sequestro preventivo nella forma per equivalente per un importo di oltre 280.000 euro nei confronti di 5 soggetti che incassavano indennità pensionistiche erogate dall’INPS in favore di familiari deceduti.
I preliminari accertamenti svolti dai finanzieri avevano evidenziato l’anomalo incasso da parte di numerosi ultranovantenni di trattamenti pensionistici. Rilevata l’anomalia si è proceduto a verificare la posizione di oltre 15.000 soggetti beneficiari di pensione e rientranti negli elenchi nominativi forniti dall’INPS.
Attraverso l’incrocio dei dati presenti nelle diverse banche dati e le anagrafi di diversi Comuni della Provincia di Cosenza, è stata verificata l’effettiva esistenza in vita o l’eventuale decesso dei soggetti beneficiari della pensione.
DaI riscontro eseguito è emerso che alcuni trattamenti pensionistici continuavano ad essere erogati anche dopo la morte del relativo beneficiario, circostanza confermata dai successivi ed approfonditi accertamenti eseguiti presso gli intermediari finanziari.
In particolare, dall’esame delle movimentazioni dei conti è emerso che le somme erogate dall’INPS venivano incassate da terzi soggetti cointestatari e/o delegati ad operare sui conti del beneficiario deceduto.
Cinque le persone indagate per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato (art. 316 ter. c.p.). Fra i casi scoperti dai finanzieri, quello di un sessantenne che ha “beneficiato” di oltre € 90.000 per aver incassato illecitamente la pensione del padre, deceduto nel 2010.
Per tutti i cinque indagati, il Giudice delle Indagini preliminari presso il Tribunale di Cosenza, ha disposto un provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente del profitto dei reati. Le pensioni indebitamente incassate saranno quindi recuperate attraverso il sequestro dei beni nella disponibilità dei soggetti indagati.
L’operazione rientra nell’ambito delle attività di salvaguardia del bilancio pubblico condotte da questa Procura in sinergia con la Guardia di Finanza con l’obiettivo di garantire legalità, equità ed efficienza nella gestione delle limitate risorse dello Stato.