Entra nel vivo il progetto SWiPE —Successful Wildlife Crime Prosecution in Europe, finanziato dal programma europeo LIFE, a cui partecipa il WWF Italia insieme ad altri 11 uffici WWF Europei e ad importanti partner istituzionali.
Il progetto è finalizzato a fornire supporto diretto alle Autorità pubbliche e a tutti i protagonisti della lotta ai crimini di natura (Wildlife Crime), attraverso la creazione di una banca dati solida e accessibile, la realizzazione di attività di formazione e advocacy e il miglioramento complessivo della governance del settore. L’obiettivo è quello di contribuire alla riduzione di questi crimini attraverso un aumento sostanziale del numero di condotte illecite denunciate ed effettivamente punite con sentenza di condanna.
Da pochi giorni è stato avviato, nell’ambito dell’azione di raccolta dati e informazioni sui Wildlife Crime, un intenso scambio con i Centri di Recupero Animali Selvatici (CRAS), gli organi di Polizia, e le Procure, finalizzato a ripercorrere l’intera filiera che va dall’accertamento della commissione di un atto illecito contro la fauna e la flora selvatiche, sino all’applicazione della relativa sanzione. Quest’azione è fondamentale per individuare quante volte e per quali cause il processo di individuazione del responsabile, e di successiva punizione, viene interrotto o addirittura non viene avviato. In tal modo, nel successivo sviluppo del progetto, si potranno focalizzare e mettere in atto le singole azioni di formazione e sensibilizzazione delle Istituzioni e di pressione legislativa, volte a rimuovere gli ostacoli normativi, procedurali, operativi e culturali, che oggi rendono questi gravi illeciti sostanzialmente impuniti.
Tra questi ostacoli, oltre alle sanzioni troppo ridotte e alla possibilità di evitare punizioni più gravi semplicemente pagando una somma di danaro che addirittura estingue il reato, vi è il bassissimo investimento in uomini e mezzi: si pensi alle Polizie Provinciali che, pur essendo dotate di personale altamente qualificato e di competenze specifiche in materia, sono state fortemente ridimensionate e in molti casi eliminate. Anche i Centri di Recupero Animali Selvatici spesso sono lasciati soli e privi di risorse a livello locale, sopravvivendo solo grazie ai volontari, nonostante svolgano una funzione pubblica importantissima che consiste non solo nella cura della fauna selvatica, ma anche nel monitoraggio del numero e della tipologia di episodi, spesso riconducibili ad eventi illeciti, e nella segnalazione alle Autorità.
“ll WWF Italia è da sempre in prima linea nella promozione della legalità ambientale grazie all’attività di vigilanza delle sue oltre 350 Guardie Volontarie e alla presenza nei principali processi contro i “criminali di Natura” garantita dagli Avvocati del Panda ma oggi, grazie al progetto LIFE SWiPE, può compiere un’azione ancor più importante nel contrasto ai crimini contro la vita selvatica – dichiara Domenico Aiello, responsabile italiano del progetto –. E’ ingiusto che chi deliberatamente uccide aquile, lupi, squali, rettili o un qualsiasi altro animale protetto, oggi di fatto non paghi per il crimine commesso a danno dell’intera collettività. Purtroppo con la pandemia abbiamo scoperto sulla nostra pelle quanto un rapporto sbagliato con la natura possa essere estremamente rischioso per tutti. I cittadini percepiscono questo senso d’ingiustizia a cui corrisponde la consapevolezza dei bracconieri di farla franca, che li porta a reiterare queste condotte illecite e spesso molto redditizie. Lo Stato le regioni, nonostante in Italia gli atti di bracconaggio siano frequenti e spesso collegati ad altri gravi reati, e nonostante le richieste della UE, continuano a non adottare misure idonee ad inasprire i controlli ed elevare le sanzioni. In molti casi, come avvenuto di recente in Lombardia, si prodigano addirittura per ridurre i livelli di tutela favorendo, di fatto, le illegalità. È giunto il momento di cambiare: la politica si svegli e stia dalla parte della natura, sostenendo chi ogni giorno opera per tutelarne il benessere, in primis le forze di polizia e la Magistratura”.
Bracconaggio in Italia
© Vigilanza WWF Italia