Milano – Le Zone Economiche Speciali (ZES) e le Zone Logistiche Semplificate (ZLS) rappresentano due strumenti innovativi in grado di incentivare i rapporti commerciali con l’estero, in quanto pensati e strutturati per favorire l’attrazione di investimenti diretti da parte di imprese straniere, stimolando di conseguenza il commercio internazionale delle imprese locali.
Nella loro più ampia accezione e diversificazione per tipologia, a oggi, a livello globale, sono stimate circa 5.400 ZES, mentre altre 500 circa sono in fase di pianificazione: oltre 4.200 situate nelle economie emergenti, la sola Cina ne conta oltre 2.500, quasi la metà del valore mondiale. In Italia, a oggi, sono state istituite otto ZES, tutte nel Mezzogiorno (ZES Abruzzo; ZES Calabria; ZES Campania; ZES Ionica Interregionale Puglia-Basilicata; ZES Adriatica Interregionale Puglia-Molise; ZES Sicilia Orientale; ZES Sicilia Occidentale e ZES Sardegna), a conferma della loro natura di “meccanismo di stimolo per lo sviluppo” di un territorio, oltre che naturale conseguenza della vocazione logistica del Sud del Paese, piattaforma naturale al centro del Mar Mediterraneo.
Più recenti, e quindi meno sviluppate, le ZLS – istituite nel 2022 – (l’unica al momento operativa è quella del Porto di Venezia-Rodigino), per le quali tuttavia si prevede un potenziale sviluppo futuro, considerati i maggiori vantaggi e le maggiori semplificazioni rispetto alle ZES. L’obiettivo delle ZLS è di favorire nuovi investimenti anche nelle aree portuali delle regioni italiane economicamente più avanzate. Partendo da queste considerazioni, Promos Italia, in collaborazione con The European House Ambrosetti e con l’Istituto Tagliacarne, ha sviluppato un progetto che si pone l’obiettivo di analizzare potenzialità e impatti territoriali delle ZES e delle ZLS. I risultati della ricerca saranno diffusi nel secondo semestre dell’anno.
L’iniziativa è stata presentata oggi in Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, nel corso di una conferenza stampa alla quale sono intervenuti: Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi; Andrea Prete, presidente di Unioncamere; Giovanni Da Pozzo, presidente di Promos Italia; Federico Rampini, giornalista del Corriere della Sera e saggista e Lorenzo Tavazzi, Partner e Head of Global Intelligence & Scenarios di The European House – Ambrosetti.
Gli obiettivi del progetto sono: verificare l’impatto delle Zone Economiche Speciali (ZES) e le Zone Logistiche Semplificate (ZLS) quali strumenti di attrattività per il territorio sulle quali sono istituite; calcolare il potenziale di attrattività di alcune aree geografiche al fine di qualificarle come potenziali candidate all’attivazione di ZES o di ZLS; calcolare l’impatto economico, diretto e indiretto, e occupazionale derivante dall’avvio di ZES o ZLS; definire le linee guida per una efficace strategia di “messa a terra” delle ZES o ZLS.
“Semplificazione delle procedure e alleggerimento fiscale sono i fattori che rendono le Zes attrattive per le imprese e gli investitori esteri”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Prete. “Il sistema camerale è fortemente coinvolto nello sviluppo di questi territori, avendo progettato e avviato tutti gli 8 Sportelli Unici Digitali per le Zes, all’interno dell’infrastruttura impresainungiorno. Si tratta del portale degli Sportelli Unici per le attività produttive, gestiti dalle Camere di commercio in oltre la metà dei Comuni italiani e punto unico di accesso a tutti i servizi forniti dalla Pubblica Amministrazione alle imprese”.
“Questo progetto persegue appieno la mission di Promos Italia di supportare i processi di internazionalizzazione delle imprese e di favorire l’attrazione degli investimenti esteri per contribuire allo sviluppo dei territori – spiega Giovanni Da Pozzo, Presidente di Promos Italia – Le ZES e le ZLS, infatti, rappresentano dei potenziali volani per incentivare i rapporti commerciali con l’estero e per favorire l’attrazione di investimenti diretti esteri, favorendo al contempo il commercio internazionale delle imprese locali. Tuttavia, il loro potenziale è ancora piuttosto inespresso e il nostro obiettivo è, da un lato, fornire spunti concreti affinché le realtà già attive possano svolgere appieno il loro ruolo di facilitatori, dall’altro favorire la costituzione di altre aree in zone strategiche del Paese”.
“Il pieno utilizzo dei fondi del PNRR rappresenta un’opportunità irripetibile per recuperare il terreno perduto – dichiara Carlo Sangalli, Presidente della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi – Da soli, però, questi fondi non bastano. Servono riforme e strumenti come le Zone Economiche Speciali e le Zone Logistiche Semplificate in grado di innovare profondamente l’economia del Paese.”
“Oggigiorno, le ZES e le ZLS sono utilizzate da molti paesi come leva chiave di sviluppo: a livello mondiale, negli ultimi 40 anni, il numero di ZES è aumentato considerevolmente da 79 a 5.400 – commenta Lorenzo Tavazzi, Partner e Head of Global Intelligence & Scenarios di The European House – Ambrosetti – All’interno del fenomeno di reshoring globale, l’Italia, come paese manifatturiero e hub di trasformazione, ha l’occasione di attrarre porzioni delle catene del valore a beneficio della propria competitività, anche valorizzando il boost del PNRR, che prevede 630 milioni per l’implementazione di questi strumenti. Si tratta di una opportunità strategica da non perdere per il Paese”.