Le condizioni del tempo incidono in modo significativo sul rendimento delle persone al lavoro. Ne sono convinti oltre la metà dei manager (52,2%) che constatano un “effetto meteo” sulle prestazioni dei collaboratori e talvolta anche sulle proprie (54%). L’impatto di pioggia o afa si fa sentire in particolare sull’umore, ammettono due manager su tre.
È quanto emerge da una indagine realizzata da MCS, società di ricerca e selezione di middle manager con sedi a Milano, Roma e Bologna, in collaborazione con meteogiuliacci.it, il nuovo sito di previsioni del tempo curato dal colonnello Mario Giuliacci una delle figure di riferimento della meteorologia italiana.
Il survey è stato condotto con un questionario, al quale hanno risposto circa 1.000 manager, per il 60% uomini e il 40% donne, che ricoprono un po’ tutte le funzioni aziendali: vendite, controller, marketing, risorse umane, produzione, sistemi informativi.
Due terzi dei manager interpellati (64,5%) consulta le previsioni del tempo in modo regolare (70% fra le donne). Ma la quota sale al 75% se c’è in vista una trasferte di lavoro (79% fra le donne).
In generale il clima tocca più le donne che gli uomini, specie per i riflessi sul vestiario. E influenza di più i comportamenti dei manager junior e con minori responsabilità, più preoccupati dei possibili riflessi sulla propria carriera.
Il fattore meteo è più sentito al Nord. Le regioni più “meteopatiche” sono Veneto (71%), Piemonte (68%) e Lombardia (66%).
I meno condizionati dalle vicende atmosferiche sono al Sud: Campania (49%), Puglia (53%) e Sicilia (55%).
Due manager su tre (65,2) sono convinti che le condizioni meteorologiche incidano sull’umore delle persone, specie al lavoro.
Per fortuna sembrano avere un minore impatto sullo stato d’animo dei capi: solo il 37,5%, infatti, dichiara che i propri superiori sono influenzati dal meteo.
Ma il tempo atmosferico incide sulle prestazioni al lavoro? Oltre la metà dei manager ammette di sì (54,3%), anche se in genere solo qualche volta. Ma una nutrita pattuglia (45,7) non si fa influenzare da afa o acquazzoni.
Più di metà dei manager intervistati (52,2%) ritiene che ci sia un “effetto meteo” sulle prestazioni dei propri collaboratori e colleghi. Ma gli altri si dicono indifferenti.
I manager, tuttavia, non si fanno influenzare troppo dal brutto tempo: l’85% ha detto che non sposterebbe un appuntamento di lavoro se le previsioni danno brutto tempo. Ma 1 su 7, invece sì.
Il maggiore impatto del meteo, comunque, è sull’abbigliamento. Otto manager su dieci hanno confessato di cambiare l’abbigliamento in base alle previsioni. Il fattore tempo incide di più per le donne (95%).
E 10 manager su 100 ricordano uno specifico evento atmosferico che ha inciso (in genere in modo negativo) sulla propria vita professionale. La carrellata è varia. Si va da un importante contratto saltato a causa di un diluvio e mai più concluso ad un colloquio di lavoro iniziato male per una tempesta e finito peggio. Fino all’estremo di una delicata trattativa d’affari che si è arenata per l’afa che ha fatto stramazzare l’interlocutore straniero. Un quarto dei manager, comunque, ammette di portare sempre con sé un ombrello. Non si sa mai. Ma come si informano i manager sul meteo? Il canale principale è Internet, usato da 3 su 4. seguono TV (32%), telefonino (21%), giornali (11%) e radio (10%). Molto positivo il giudizio sulle previsioni meteo, che vengono ritenute affidabili da 85 persone su 100. “Il fattore umano è sempre più decisivo per il successo delle aziende e le relazioni personali vanno curate con grande attenzione”, osserva Gianluca Gioia, managing partner di MCS, “Ovviamente non è possibile intervenire sul meteo ma bisogna tenerne conto. E premunirsi in anticipo, quando si può. In questi anni ho osservato da vicino l’evoluzione della cultura del meteo in Italia – ha dichiarato Mario Giuliacci – e posso dire che esse hanno assunto un’influenza via via crescente nella vita di tutti i giorni. E’ interessante notare come man mano che cresce la classe socio-economica di
appartenenza più si fa frequente il ricorso alla previsione. Inoltre con le moderne tecnologie che utilizziamo sul nostro sito è possibile garantire una precisione sia temporale che geografica assolutamente sconosciuta anni fa consentendo agli utenti di modulare le proprie decisioni di vita (lavoro, tempo libero, relazioni sociali, ecc.) in funzione della previsione. Ciò da a noi metereologi una responsabilità e un ruolo ancora più grandi che in passato.”
Classe 1940, originario di Città della Pieve (PG), si è laureato in fisica a Roma ed è poi entrato nell’Aeronautica Militare. Dal 1983 al 1990 ha diretto con il grado di Colonnello il Centro Meteorologico di Milano Linate, il principale ente meteorologico dell’A.M. nel Nord Italia. Svolge diversi incarichi di docenza universitaria, ha curato dal 1992 al 2010 la rubrica del tempo su Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport, ha costituito e diretto il Centro Epson Meteo e dal 1995 al 2010 è andato in onda sulle Tv Mediaset. Meteo Giuliacci, come ogni altro servizio di previsioni, si basa su un modello fisico-matematico a scala locale. L’output del modello produce la massa dei dati che vedete comparire sulle sue mappe, realizzate con le tecnologie più recenti per produrre un’esperienza d’uso moderna e piacevole.