Miele, formaggi, mele, confetture. Per cinque giorni le aziende colpite dal sisma del Centro Italia hanno portato i loro prodotti (e le loro tradizioni) nella capitale. Nella Città dell’Altra Economia di Roma, sapori, saperi e solidarietà hanno trovato la loro sintesi nella mostra-mercato "La qualità al Centro", evento realizzato dal Ministero dell’Ambiente e da Federparchi-Europarc Italia in collaborazione con il Parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga e il Parco Nazionale dei Monti Sibillini (dall’8 al 12 dicembre). «È stato bello assistere all’incontro di eccellenze artigianali e gastronomiche» commenta Giampiero Sammuri, presidente della Federazione italiana parchi e riserve naturali. «È stato un evento importante. Perché si è tornati a parlare delle imprese che continuano a lavorare nonostante i danni subiti durante il terremoto, generando reddito e continuano a far vivere i territori. Ma anche perché, come mi auguro, questa vetrina potrà avere ricadute dirette sia sui parchi sia sulle aziende che continuano a operare nelle aree protette. Queste produzioni garantiscono la biodiversità, che noi dobbiamo tutelare e proteggere».
Da Campotosto (L’Aquila) ad Accumoli (Rieti), decine di aziende agricole hanno portato in mostra i loro migliori prodotti: salumi, pecorini, dolci, olio, cioccolate. Le aziende si sono raccontate, condividendo le loro storie. Lo hanno fatto più guardando al futuro che soffermandosi sul drammatico e recente passato. Così, oltre alla eccellenze tipiche della tradizione delle regioni del Centro Italia, nel corso della mostra-mercato hanno trovato spazio anche momenti d’intrattenimento. Nella Città dell’Altra economia si sono alternati laboratori, concerti e momenti d’informazione, conoscenza e sensibilizzazione. Dove al centro, stavolta, c’erano l’ambiente e i territori. Allo stand di Federparchi, ad esempio, è stato possibile effettuare una visita virtuale dei parchi nazionali e di alcune aree marine protette grazie a una "Immersive experience".
«Quali sono le aspettative dei cittadini rispetto al ruolo che devono avere l’agricoltura e l’allevamento nei parchi?» si è domandato Antonio Nicoletti (Legambiente) nel corso del convegno "Le produzioni agricole delle aree protette e il mercato", che si è svolto nell’ambito della mostra-mercato e a cui ha partecipato anche Maria Carmela Giarratano (Ministero dell’Ambiente). «È indispensabile che i parchi s’impegnino nella riduzione del consumo di suolo e nel favorire pratiche agricole sostenibili». Secondo Nicoletti la parola chiave che deve caratterizzare le aziende agricole e di allevamento è «multifunzionalità». L’Italia, aggiunge, «è il paese della dieta mediterranea» e «nelle aree protette ci deve essere una linea comune per la sua tutela». Ma non è tutto. «Il terremoto ha messo in ginocchio le nostre comunità» ha detto Tommaso Navarra, presidente del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga. «Cosa e come ricostruire? Prima di tutto occorre usare il buonsenso, focalizzandoci poi su una mirata riconversione delle funzioni». Un’idea concreta è stata infine lanciata da Fabio Renzi (Fondazione Symbola): «Dobbiamo preparare una proposta e un programma di lavoro dettagliato da presentare al prossimo Governo – ha detto – affinché possa essere messa a punto una conferenza nazionale sulle aree protette».