Scuole chiuse: istruzione negata a milioni di studenti, in AUMENTO spose bambine e gravidanze precoci. ActionAid: «RADDOPPIARE GLI SFORZI CONTRO POVERTÀ EDUCATIVA»…
La scuola riparte ma non per tutti. Un anno e mezzo dopo l’inizio della pandemia, per oltre cento milioni di studenti nel mondo le classi restano chiuse. Lo stop – totale o parziale – negli ultimi 18 mesi è stato per milioni di bambini e adolescenti in media di 34 settimane (oltre otto mesi)[1] con effetti deleteri su povertà educativa, abbandono scolastico nonché matrimoni forzati e gravidanze precoci[2]. L’Italia non fa eccezione. Nel nostro Paese, come altrove, la pandemia ha accentuato fragilità pregresse e ampliato la forbice delle disuguaglianze. A pagare il prezzo più alto sono stati, ancora una volta, i più vulnerabili, i minori provenienti da contesti socio-economici svantaggiati. C’è dunque bisogno oggi più che mai di proseguire, e intensificare, gli sforzi per garantire a tutti, in Italia e nel mondo, il diritto all’istruzione. Per questo ActionAid rinnova il proprio impegno nella lotta contro povertà educativa e abbandono scolastico con la campagna “Tutti a Scuola!”. L’iniziativa solidale è attiva fino al 31 ottobre. Per donare basta un sms o una chiamata da rete fissa al numero 45511.
«La crisi innescata dalla pandemia ha confermato, una volta di più, il legame strettissimo e drammatico tra povertà economica e povertà educativa. Negare il diritto all’istruzione ai bambini e alle bambine significa precludere loro l’unica strada verso un futuro migliore. Per questo è necessario raddoppiare gli sforzi affinché nessuno resti indietro», commenta Katia Scannavini, vice segretaria generale di ActionAid Italia.
IL PROGETTO IN ITALIA In Italia il progetto coinvolge circa 3mila studenti e punta a contrastare la dispersione scolastica attraverso la riqualificazione di spazi fisici di partecipazione e aggregazione all’interno di 4 plessi scolastici tra Bari[3], Reggio Calabria[4], Milano[5] e Palermo[6], in aree caratterizzate da forte disagio sociale e un alto tasso di abbandono scolastico, ben al di sopra della media nazionale (13,1%)[7] e dell’obiettivo europeo (10%). Quartieri periferici dove il prolungato isolamento dalla comunità educante non ha fatto che acuire la povertà educativa[8] e il rischio dispersione[9].
IL PROGETTO IN MALAWI In Malawi ActionAid costruirà aule al coperto e servizi igienici per la scuola primaria di Chikunkha, nel distretto settentrionale di Nsanje, con l’obiettivo di garantire un’istruzione pubblica di qualità a oltre 6mila alunni, costretti a fare lezione all’aperto dopo l’alluvione che nel 2015 ha reso inagibile gran parte delle classi.
Fenomeni climatici estremi e disastri naturali ciclicamente funestano il Paese africano con ripercussioni drammatiche sul diritto all’istruzione oltreché sull’economia e sulla sicurezza alimentare. Ultimo in ordine di tempo, il ciclone Idai nel 2019 ha distrutto gran parte delle scuole e i pochi edifici rimasti in piedi sono stati destinati all’accoglienza degli sfollati. La pandemia infine ha causato la chiusura totale delle scuole. E al rientro in classe moltissime alunne mancavano all’appello.
SPOSE BAMBINE E GRAVIDANZE PRECOCI Secondo le stime del governo malawiano, sono almeno 3mila le spose bambine e almeno 2mila le gravidanze precoci registrate nel solo distretto di Nsanje in sei mesi di chiusura. A livello nazionale, dall’inizio della pandemia le gravidanze tra le ragazzine hanno superato quota 40mila, i matrimoni forzati oltre 13mila. Nel Paese le famiglie – impoverite e affamate ulteriormente dalla pandemia – ricorrono al matrimonio come meccanismo di sopravvivenza. Un fenomeno molto diffuso che il progetto messo in campo da ActionAid intende arginare attraverso percorsi di segnalazione e monitoraggio promossi in collaborazione con le istituzioni locali.
«A causa del Covid-19 la mia scuola è stata chiusa. Sono rimasta a casa per molti mesi. Il mio papà allora ha deciso che dovevo sposarmi. Mia madre si è opposta. Anche io ho detto che non volevo», racconta la 14enne Aleke Daniel, studentessa della Chikunkha.
Il Malawi non a caso detiene un triste primato. È uno dei Paesi con il più alto tasso di matrimoni forzati al mondo, con circa il 42% delle ragazze sposate prima dei 18 anni e il 9% delle spose bambine minori di 15[10]. Eppure il Paese non rappresenta un caso isolato. È piuttosto l’emblema di un fenomeno ampiamente diffuso che la pandemia ha aggravato con conseguenze drammatiche su bambine e adolescenti. Nel mondo si stima siano 650 milioni le donne che hanno contratto il matrimonio prima dei 18 anni. E ogni anno 12 milioni di ragazze diventano mogli prima dell’età adulta[11].
E una sposa bambina che diventa madre corre rischi altissimi per la propria salute. Si stima aumentino fino al 50% le possibilità di morte per sé e per il bambino nei primi giorni di vita. Senza contare i rischi durante il parto: dalla rottura della placenta alla fistola ostetrica fino alla morte[12].
“DREAM BOOK” IN 20 PIAZZE ITALIANE Per accendere i riflettori su povertà educativa e abbandono scolastico in Italia e in Malawi, il 10 ottobre in venti piazze tra Milano, Roma e Napoli tornano i volontari di ActionAid con “Dream Book”, iniziativa solidale giunta alla terza edizione. Con un piccolo contributo sarà possibile acquistare «il quaderno che realizza i sogni dei bambini» e sostenere la campagna “Tutti a Scuola!”[13].
Alla campagna danno il loro supporto i testimonial di ActionAid, tra i quali l’attrice Claudia Gerini, il collettivo artistico The Jackal, la ginnasta Vanessa Ferrari, la marciatrice Eleonora Giorgi, l’allenatore della Nazionale di pallanuoto italiana Sandro Campagna, lo schermidore Daniele Garozzo e l’atleta Filippo Tortu, medaglia d’oro alle ultime olimpiadi di Tokyo.
[1] Studenti in 17 Paesi dalla scuola primaria alle superiori – UNESCO warns 117 million students around the world are still out of school; UNESCO, Global monitoring of school closures.
[2] UNICEF, COVID-19, A threat to progress against child marriage; COVID-19 AND SCHOOL CLOSURES, ONE YEAR OF EDUCATION DISRUPTION
[3] Istituto Ettore Majorana, istituti comprensivi Grimaldi-Lombardi e Don Milani nel quartiere San Paolo, un’area ghetto in prossimità del centro di Bari, dove è diffusa la dispersione scolastica e il disagio socio-economico.
[4] Liceo Gullì nei quartieri centrali di Modena e Arghillà, le scuole medie Telesio e Radice Alighieri, nelle periferie sud e nord della città, in contesti di forte disagio socio-economico, densità criminale e carenza di servizi e luoghi di aggregazione.
[5] CIA Manzoni nel municipio 2, istituti comprensivi Madre Teresa di Calcutta e Via De Andreis nel quartiere Forlanini, nella periferia sud est della città, in un contesto socioeconomico medio-basso e una forte presenza migrante.
[6] Scuola media Borgese-XXVII Maggio, Scuola professionale Euroform e istituto comprensivo Sperone Pertini nei quartieri Pallavicino, Calatafimi, San Filippo Neri-ZEN, dove è diffuso il disagio socio-economico.
[7] EUROSTAT, Early leavers from education and training by sex and labour status. Il divario territoriale resta ampio, oscillando dal 16,3% del Sud all’11% del Nord fino all’11,5% del Centro – ISTAT, Ciclo di audizioni sul tema della dispersione scolastica
[8] In Italia il 24% degli studenti di 15 anni non raggiunge le competenze minime in matematica, il 26% in scienze e il 23% in lettura – Risultati italiani di Pisa- OCSE 2018
[9] La quota dei giovani tra i 18 e i 24 anni che nel 2020 ha lasciato gli studi prematuramente si attesta in Sicilia al 19,4%, in Puglia al 15,6%, in Calabria al 16,6% e in Lombardia all’11,9% – ISTAT, Ciclo di audizioni sul tema della dispersione scolastica
[10] UNICEF, End Child Marriage in Malawi
[11] UNFPA, State of World Population Report – SoWP 2021
[12] UNFPA, GIRLHOOD, NOT MOTHERHOOD, Preventing Adolescent Pregnancy
[13] ActionAid, Dream Book 2021