La ratifica all’unanimità del Senato italiano della Convenzione OIL – Organizzazione internazionale del lavoro n. 190 sull’eliminazione della violenza e delle molestie nel mondo del lavoro è un’ottima notizia per l’Italia, che diventa così tra i primissimi Stati firmatari di uno nuovo strumento internazionale che riconosce il diritto a un mondo del lavoro libero dalla violenza e dalle molestie. Secondo ActionAid “è quanto mai fondamentale che la Convenzione, che entrerà in vigore il prossimo giugno, venga ratificata celermente da più Stati possibili”.
La Convenzione riconosce che la violenza e le molestie sono incompatibili con il lavoro dignitoso e il rispetto dei diritti umani fondamentali, evidenziando le ripercussioni sulla salute psicologica, fisica e sessuale delle persone colpite nonché sul loro ambiente familiare e sociale. Rileva, inoltre, che tali atti sono incompatibili con lo sviluppo di imprese sostenibili e hanno impatto negativo sulla reputazione e la produttività. La prevenzione, quindi, assume rilevanza cruciale grazie anche all’approccio inclusivo adottato, che si focalizza sui fattori di rischio, compresi stereotipi di genere, forme di discriminazione multiple e squilibri nei rapporti di potere dovuti al genere. Lo Stato e i datori di lavoro hanno l’obbligo di promuovere tolleranza zero contro comportamenti e pratiche di violenza e di molestie. Come? Attraverso non solo l’adozione di leggi, regolamenti e risorse ad hoc, ma anche di misure specifiche di orientamento, formazione, sensibilizzazione nei luoghi di lavoro nonché di meccanismi di ricorso e di risarcimento per le vittime.
Per quanto riguarda l’Italia, la ratifica della Convenzione permette al nostro Paese di dotarsi di un ulteriore strumento di prevenzione e contrasto della violenza, allargando l’ambito di intervento al mondo del lavoro che registra una significativa percentuale di casi di violenza e di molestie. I dati disponibili sono preoccupanti e rappresentano solo la punta dell’iceberg. Secondo l’Istat (2018), infatti, un milione e 404 mila sono le donne che nel corso della loro vita lavorativa hanno subito molestie fisiche o ricatti sessuali sul posto di lavoro. Si tratta di reati subiti nel 32,4% dei casi giornalmente, nel 17,4% settimanalmente, nel 29,4% mensilmente.
“Questo quadro allarmante trova riscontro nei dati che ActionAid raccoglie attraverso i progetti che favoriscono l’empowerment socio-economico e l’autonomia delle donne lavoratrici italiane e straniere. Ad esempio, attraverso “Cambia Terra”, progetto attivo in Basilicata, Calabria e Puglia, sono emerse con forza forme diffuse e strutturali di ricatto e violenze a cui sono sottoposte le donne impiegate in agricoltura e a cui è necessario dare pronta risposta. La ratifica della Convenzione OIL 190 è una grande occasione per l’Italia per rafforzare le politiche e il sistema anti-violenza già attivi, consentendo a tutte le lavoratrici che subiscono violenza di accedere alle misure di assistenza. Un passo necessario anche alla luce del nuovo piano antiviolenza 2021-2023 che, ad oggi, non risulta ancora essere stato elaborato.” sottolinea Isabella Orfano, esperta Diritti delle Donne ActionAid.
ActionAid lavora da anni per promuovere e tutelare il diritto delle donne a vivere una vita senza violenza, chiedendo alle istituzioni e a tutti gli attori coinvolti nella prevenzione, nella protezione e nel contrasto alla violenza di svolgere il proprio ruolo in maniera integrata, sinergica e puntuale.
Cornice e contenuto “rivoluzionari”. La Convenzione OIL 190 si distingue in particolare per quattro elementi, grazie al lavoro di lobbying e advocacy portato avanti da molti attori, inclusa la Federazione internazionale di ActionAid che ha promosso una campagna globale al riguardo. Primo, riconosce che le molestie e la violenza di genere colpiscono sproporzionalmente donne e ragazze. Secondo, rileva che la violenza domestica può avere ripercussioni sull’occupazione, la salute, la sicurezza delle persone colpite. Terzo, stabilisce un ambito di applicazione molto ampio, ovvero tutti i settori, sia privati che pubblici, dell’economia formale e informale, di aree urbane o rurali, indipendentemente dallo status contrattuale delle lavoratrici e dei lavoratori. Infine, si applica a casi di molestie e violenza che si verificano in occasione del lavoro (posto di lavoro), in connessione con il lavoro (luoghi destinati alla pausa, al pranzo, spogliatoi, bagni, uffici retribuzione, alloggi messi a disposizione dal datore di lavoro) o che scaturiscono dal lavoro (durante gli spostamenti per recarsi al lavoro, spostamenti o viaggi di lavoro, formazione o eventi correlati al lavoro).