“Circus dark queen” di Stefano Napoli il 4 ottobre al Teatro degli Eroi

La compagnia Colori Proibiti – per celebrare i 40 anni di attività – in questa stagione invernale, porterà in scena tra ottobre e novembre al Teatro degli Eroi, l’intera trilogia di Stefano Napoli: CIRCUS DARK QUEEN ricordando Antonio e Cleopatra da W. Shakespeare (venerdì 4 ottobre ore 20.30), BEAUTY DARK QUEEN – Lo strano caso di Elena di Troia (mercoledì 6 novembre ore 20.30), VANITY DARK QUEEN – Niobe Regina di Tebe (mercoledì 27 novembre ore 20.30), per la regia di Stefano Napoli. Un percorso importante quello delle tre regine, frutto del potente potere creativo di Stefano Napoli, che nell’arco di due mesi, le vedrà tutte e tre protagoniste di un linguaggio, che mescola il figurato, l’astratto e il sonoro.

CIRCUS DARK QUEEN ricordando Antonio e Cleopatra vede protagonisti Francesca Borromeo, Alessandro Bravo, Simona Palmiero, Giuseppe Pignanelli, Luigi Paolo Patano. Uno spettacolo – che ha debuttato con grandissimo successo nel 2010 – ispirato a uno dei miti intramontabili della storia e della letteratura: Cleopatra. Lo spettacolo è ormai diventato un grande cult della compagnia Colori Proibiti. Il regista ripercorre la vicenda di amore e morte, di potere e passione, di cui la regina d’Egitto è protagonista per brevi flash, creando un corto circuito di citazioni colte e materiali popolari, di musica raffinata e canzonette, di luci sapienti che illuminano una scena di arredi essenziali e i corpi degli attori, quei corpi ai quali la narrazione è affidata quasi integralmente.

 

Sempre Francesca Borromeo, Alessandro Bravo, Simona Palmiero, Giuseppe Pignanelli, Luigi Paolo Patano saranno i protagonisti di BEAUTY DARK QUEEN – Lo strano caso di Elena di Troia. Due uomini, una donna, una dea, una statuetta. Sono Menelao, Paride, Elena, Afrodite, Eros. La storia è nota. Una dark queen dalla bellezza fatale, il capriccio degli dei, un rapimento, una guerra. Un po’ pochade (Paride, ospite di Menelao, gli rapisce la moglie Elena proprio sotto gli occhi), un po’ tragedia (per la voluttà di accecamento che a volte sembrano avere gli esseri umani), la storia di Elena racconta di uomini che non sanno amare ma solo possedere, di donne che si difendono chiudendosi nella freddezza del cuore e nello splendore effimero di un bel vestito, del tempo che consuma corpi e passioni, di un mondo in cui l’amore viene rubato e venduto. Elena sopravvisse a tutti gli uomini che l’avevano amata.

 

Dopo i lavori su Cleopatra ed Elena di Troia, ecco la terza ‘dark queen’ di Stefano Napoli: VANITY DARK QUEEN – Niobe regina di Tebe. Lo spettacolo che chiude la trilogia, vede protagonisti Paolo Bielli, Francesca Borromeo, Alessandro Bravo, Paolo Di Caprio, Simona Palmiero, Luigi Paolo Patano. Niobe, l’antica regina di vanità, che volle farsi felice – anche per il numero dei suoi figli -contro l’antica saggezza per cui solo gli dei potevano dirsi felici. “Cose umane agli umani”, ovvero accetta l’incostanza della sorte e impara il limite. Niobe, ribelle al pari di Prometeo, trasformata in roccia di lacrime, Niobe segnava il confine da non superare. Nel tempo la sua immagine trascolora fino a diventare, con i suoi figli, decorativo elemento di giardini e fontane. Cosa può dirci ancora questa mater dolorosa? Forse in lei, come in un prisma, possiamo vedere riflessi il nostro orgoglio, la nostra fragilità, la nostra paura.

 

Le cifre stilistiche del teatro di Stefano Napoli sono tutte presenti e vivide in queste opere: esiliata la parola ai confini del significante, il linguaggio è interamente assegnato al gesto, agli attori, alle luci e alla musica. Questi elementi sono qui la pulsazione vitale dello spettacolo. Gli attori stessi si spogliano a tal punto della loro identità umana da essere percepiti, nella loro integrità, come personaggi che intrecciano le corporeità costruendo di scena in scena delle vere e proprie tele, dando prova di un’abilità fisica e artistica. Un drappo, una benda, una sedia, oggetti minimali e solitari, bastano a far da scenografia interattiva, continuamente maneggiati, indossati, spostati a creare un paradossale dinamismo.

L’estetica di Stefano Napoli e il lavoro di Colori Proibiti sono il frutto di una ricerca vera e franca di un nuovo linguaggio, che mescoli il figurato, l’astratto e il sonoro in un unico grande fotogramma in movimento.

 

Da quarant’anni Stefano Napoli, con la Compagnia Colori proibiti da lui fondata, sonda le pieghe più cupe dell’animo umano e dell’esistenza dando ad esse forme visibili, implacabilmente suggestive. Spesso la mitologia è stata sua fonte di ispirazione (si pensi a Ifigenia, o a Icaro, solo per citarne alcuni), secondo uno schema creativo che dalla leggenda conduce alla realtà, invertendo il percorso antropologico che si sviluppa in senso propriamente opposto.

Regista colto e originale, Stefano Napoli, insieme alla sua compagnia Colori Proibiti, da anni porta avanti un rigoroso percorso di sperimentazione, fondato sul linguaggio del corpo. Un teatro che cerca la parentela con l’arte figurativa, nel quale i corpi degli attori, quasi sempre muti, si esprimono in quadri plastici di forte emozione che, accompagnati da un impianto sonoro variamente evocativo, sollecitano la memoria visiva dello spettatore. Sempre

 

Teatro degli Eroi
Via Girolamo Savonarola, 36/m Roma
Tel. 335 719 4572

www.teatrodeglieroi.it

3290294840

Posto unico 18 euro

Ridotto 15 euro