Frequentando la Basilica di Maria Ausiliatrice, la Chiesa di San Giovanni Bosco a Torino, il 30 aprile scorso alla S. Messa delle ore 17, c’era il raduno del Movimento Gioventù Ardente Mariana (GAM), per l’occasione sui tavolini della Basilica ho preso un libriccino che racconta la vita di un ragazzino, Fabrizio Boero (1974-1993).
Il ragazzino per ora è riconosciuto dalla Chiesa, “Servo di Dio”. Fabrizio un piccolo santo come San Domenico Savio? Due giovani innamorati di Gesù e della Mamma Celeste, due giovani splendenti, Domenico e Fabrizio, splendenti della luce dell’Amore Divino. E’ un accostamento che viene fatto nel cartoncino che ho trovato insieme all‘opuscoletto sul servo di Dio, pubblicato da “Associazione Amici di Fabrizio Boero”, (a cura della postulatrice Lia Lafronte).
Fabrizio nasce a Torino il 12 giugno 1974 da Gianfranco e Gabriella Tiglio. Appena dopo la nascita i genitori ritornano a Canale in provincia di Cuneo.
L’opuscoletto di appena 18 pagine racconta la breve vita di Fabrizio, appena diciannove anni, salito al cielo in seguito di un incidente automobilistico, subito dopo aver conseguito la patente di guida. Fabrizio era rapito dal mondo spirituale, anche se la sua vita era piena di tante cose come quella di un normale bambino e poi ragazzo. Certo Fabrizio si distinse per essere stato sempre amorevole e disponibile, educato e mai capriccioso. Tuttavia, “era un ragazzino normale per quanto riguarda i giochi, gli svaghi e gli hobby: amava ascoltare musica, gli piaceva andare in bicicletta e giocare a calcio e a pallavolo”. Un particolare che si apprende dall’opuscoletto, “gli piaceva disegnare: aveva un vero talento per riprodurre le macchine da corsa ma prediligeva gli oggetti sacri”. Il ragazzino ha avuto una particolare adesione ai valori proposti dal Movimento GAM (Gioventù Ardente Mariana) secondo la guida di don Eligio Mantovani. Peraltro il GAM è stato fondato da don Carlo De Ambrogio, proprio a Valdocco adiacente alla Basilica di Maria Ausiliatrice.
Fabrizio a Canale ha risposto alla proposta del GAM partecipando al progetto con vivo entusiasmo. Naturalmente un bambino, un ragazzino che era fedele nella quotidianità al Vangelo, devoto alla Vergine Maria che coltivava la purezza del suo cuore, non poteva non essere sottoposto a prese in giro anche molto pesanti. Addirittura dava fastidio il suo comportamento di sopportazione silenziosa, senza mai arrabbiarsi e senza recriminare. Si può dire che lui è stato un vero “Sabra GAM”, secondo la definizione di don Carlo De Ambrogio, resistente a tutte le intemperie, come la pianta “sabra” del deserto del Neghev. Fabrizio evangelicamente porgeva l’altra guancia di fronte ai soprusi. Era consapevole di testimoniare il Vangelo e di abbracciare quotidianamente la Croce di Gesù. Propenso al perdono, consapevole di dover giorno dopo giorno vivere il suo “piccolo martirio”. E’ un santo attuale, di fronte ormai al diffuso bullismo violento diffuso nella nostra società. Un ragazzo controcorrente rispetto ai tempi che stiamo vivendo, che serve presentarlo e proporlo come il beato Carlo Acutis. La Chiesa fa bene a indicare questi giovani che nella loro quotidianità sono rimasti fedeli al Vangelo.
Il programma spirituale di Fabrizio é, già da ragazzo, tendere alla conquista della purezza della Vergine Maria sull’esempio di San Domenico Savio e Santa Maria Goretti, perché “i puri di cuore vedranno Dio”, come promesso nelle Beatitudini.
L’opuscoletto fa riferimento alla preghiera alla Madonna, che ricorda la spiritualità di San Domenico Savio. Fabrizio chiede alla Madonna che possa diventare come Maria Goretti un piccolo fiore di campo che, pur nella sua semplicità, ha preferito morire pur di non macchiarsi con un grave peccato.
DOMENICO BONVEGNA