
Inaugurate le nuove targhe dedicate ad Annalena Tonelli, Hans Scholl, Enzo Balzarotti e Candido Grassi. Nel 2026, in occasione delle Olimpiadi Milano-Cortina, si penserà ai Giusti nello Sport… |
Rho – In occasione della Giornata europea dei Giusti che si celebra il 6 marzo, questa mattina il Comune di Rho ha inaugurato alcune nuove targhe al Giardino dei Giusti di via Redipuglia, alla presenza del Sindaco Andrea Orlandi e dell’Assessora alla Cultura Valentina Giro, insieme con studenti dell’Istituto Puecher-Olivetti, delle secondarie di primo grado De André, Paolo VI, San Carlo e San Michele e ai parenti di alcune delle persone ricordate. Erano presenti anche il Vicesindaco Maria Rita Vergani, gli assessori Paolo Bianchi, Emiliana Brognoli, Nicola Violante, i consiglieri comunali Clelia La Palomenta e Giuseppe Forloni, ANPI, ANED, gli esponenti delle forze dell’ordine cittadine e delle associazioni combattentistiche.
Si è reso omaggio a: HANS SCHOLL (1918 – 1943) Appartenente al movimento contro il nazismo della “Rosa Bianca” e del “Gruppo studenti di Monaco”. Fu arrestato insieme a Christoph Probst e alla sorella Sophie (ugualmente ricordata al Giardino dei giusti rhodense), torturato, ghigliottinato nel cortile della prigione di Stadelheim a Monaco. A leggerne la storia studenti dell’Istituto Puecher-Olivetti.
ANNALENA TONELLI (1943 – 2003) Missionaria cattolica al servizio dei più deboli. Premio Nansen per i Rifugiati dell’UNCHR, Agenzia ONU, nel 2003. Spese la sua vita al servizio dei poveri, degli ammalati, delle donne e dei bambini in Kenya e Somalia. Uccisa a colpi d’arma da fuoco da un commando islamico somalo (chiamato Al-Itihaad al-Islamiya) nell’ospedale da lei stessa fondato a Borama, in Somalia. Ragazzi della scuola Paolo VI hanno letto alcuni suoi scritti da cui emerge la sua volontà di “spendersi fino in fondo” in una umiltà fuori dai riflettori, “tra una schiera di poveri senza nome”.
ENZO BALZAROTTI (1911 – 1944) e CANDIDO GRASSI (1916 – 1944) Tra i primi giovani di Rho e del suo circondario ad aderire alle formazioni partigiane sorte per combattere il nazifascismo e il fascismo. Furono contro lo sfruttamento dei grandi proprietari terrieri a danno dei contadini poveri e dei braccianti. Attivi nel rhodense e poi nell’Oltrepò pavese. Caddero in combattimento a sostegno della Resistenza. A presentare le loro vite il presidente di ANPI Rho, Mario Anzani.
A introdurre la cerimonia, presentata da Paola Cupetti, dell’Ufficio Cerimoniale del Comune di Rho, è stata l’assessora alla Cultura Valentina Giro: “Ricordiamo persone che hanno fatto una scelta. Hanno deciso di fare qualcosa di importante per altri. Sono persone come Vito Fiorino, che ha una storia forte da condividere. La vera scelta è non restare nell’indifferenza. A volte l’indifferenza serve a superare situazioni difficili, con freddezza. Ma può diventare un problema se non ci curiamo di quello che accade a chi vi è vicino e può essere in difficoltà. Mi colpisce il racconto di una antropologa, che spiegava quando inizia la storia dell’umanità: ha detto che il momento decisivo è stato il ritrovamento di un femore risanato, qualcuno aveva curato quell’uomo per farlo guarire. Questa capacità di cura ci rende umani”.
Giro ha ringraziato le forze dell’ordine, docenti e studenti presenti, oltre al Comitato Scientifico che segue il progetto e propone i nomi da ricordare nel Giardino. Un saluto è andato a Gariwo, realtà che coordina i Giardini dei Giusti: “Ci fanno i complimenti perché prestiamo attenzione a storie del passato ma anche all’attualità. E ci suggeriscono, visto che saremo coinvolti nel periodo olimpico, di pensare ai giusti nello sport. Ai ragazzi delle scuole, a tutti, chiediamo di portare idee per l’anno prossimo in questa linea”.
Matteo Preda, nipote di Annalena Tonelli, così si è rivolto ai ragazzi: “Voi siete le nuove generazioni, che hanno bisogno di capire questi valori e tramandare la memoria. Zia Annalena, sorella di mia mamma, l’ho incontrata in Kenia la prima volta quando avevo 5 anni e mezzo, lì aveva messo in piedi cose impensabili. Da lei arrivavano fiumi di bambini e ragazzi ammalati di tubercolosi. Lei era laureata in Giurisprudenza non in Medicina, ma era di fatto molto più di un medico: con una équipe ha curato e salvato tantissime persone. Io stavo con altri bimbi, uno aveva 9 anni ed era cieco: oggi è un medico stimatissimo che lavora negli Stati Uniti. All’inizio la zia curava chiunque poi, dove è riuscita, ha creato scuole, dato cultura. Non lo faceva per sé, sentiva una missione dentro e non voleva nulla in cambio. Non voleva apparire, amava lavorare nel silenzio e ripeteva “io sono nessuno”. Per lei, quella vissuta tra povertà, violenze e ricatti, era la più bella delle vite perché lì faceva del bene agli ultimi”.
Mario Anzani, presidente di ANPI Rho, ha ricordato Grassi e Balzarotti alla presenza di alcuni loro nipoti e parenti. “Hanno pieno titolo per essere annoverati tra i giusti, erano contadini poveri non avevano istruzione ma seppero vedere giusto e battersi fino all’estremo sacrificio per ciò che di giusto sentivano di fare. Avviarono una squadra partigiana che divenne distaccamento del terzo GAP. A muoverli furono ideali di giustizia e libertà, binomio inscindibile perché una non può esistere senza l’altra. Giustizia perché pativano lo sfruttamento dei grandi proprietari terrieri, come i loro genitori e nonni. Libertà perché si erano resi consapevoli che il fascismo era diventato un regime dittatoriale e incrementava la subalternità per chi lavorava in campi e officine. Dando l’ultimo saluto don Pietro Fumagalli disse che meritavano la pace dei giusti, meritano anche di essere in questo Giardino ai giusti dedicato”.
Al termine sono intervenuti Nicoletta Sala e Vito Fiorino, autori del libro “Vito e gli altri” (Mimesis Edizioni) che il Comune ha voluto donare ad alcune scuole del territorio per far conoscere la storia dell’uomo che la notte del 3 ottobre 2013, al largo di Lampedusa, riuscì a salvare 47 naufraghi, strappandoli alla morte. I ragazzi sono chiamati a scrivere in modo originale uno dei nomi dei 368 che non ce l’hanno fatta. I lavori verranno esposti nella mostra “Vito e gli altri” che sarà inaugurata il prossimo 6 maggio nell’Atrio del Palazzo Comunale di piazza Visconti 23
Così ha ricordato Vito Fiorino: “Qui a Rho continuo ad avere vita e ho incontrato quella persona meravigliosa che è il vostro Sindaco. Andrea Orlandi mi ha detto che qui per me la porta è sempre aperta. Questa è la vera accoglienza. Quella che noi meridionali non abbiamo avuto qui al Nord. Voi ragazzi dovete essere determinati: ho una fiducia immensa in voi. Uno di voi, di terza media, mi ha detto “la penso come la pensa lei e non voglio fare come mi dice mio papà”. Imparate a capire cosa è giusto. Io ho vissuto la mia infanzia in classi multiregionali, voi in classi multirazziali. A scuola vi ho chiesto cosa vedete se tengo in mano due uova, una con guscio bianco e una con guscio marrone: mi avete risposto che dentro sono uguali. Lo stesso vale per le persone, non è il colore della pelle che deve identificarle”.
A concludere, prima della svelatura delle targhe (quelle definitive verranno collocate nei prossimi giorni) , l’intervento del Sindaco Andrea Orlandi che ha parlato di un grazie, un messaggio e due sconosciuti: “Il grazie è a chi lavora per questo Giardino dei Giusti e per tutti voi ragazzi presenti. Il messaggio arriva da tutte le storie che abbiamo ascoltato: anche nei momenti più cupi della storia, ciascuno può giocare un ruolo in positivo, andando a incidere sulla realtà storica. Ciascuno può fare qualcosa, anche da solo può fare la differenza. Due sconosciuti perché la dedica di Vito sul suo libro parla di questo: credo sia il significato di quanto apprendiamo in questo Giardino. Ciascuno dei giusti si è messo in gioco per altri, sconosciuti. Magari per caso. E’ entrato in relazione non con il guscio dell’uovo, ma con il suo contenuto. Ha creato legami e relazioni che oggi raccontiamo. Tutto parte da sconosciuti, persone che si incontrano. Qui possiamo incontrare queste storie e ciascuno ne può parlare ad altri, testimoniare che i giusti esistono e il loro messaggio ci deve accompagnare sempre. Ciascuno può fare la differenza contro l’indifferenza”. Nella foto la cerimonia nei pressi della targa dedicata ai partigiani di Mazzo |