In occasione della Giornata della Memoria 2024, il Centro Teatrale Bresciano propone Perlasca. Il coraggio di dire no di e con Alessandro Albertin, per la regia di Michela Ottolini.
Lo spettacolo racconta la straordinaria storia di Giorgio Perlasca: un uomo che, pressoché da solo, nell’inverno del 1944-1945, a Budapest, riuscì a salvare dallo sterminio nazista migliaia di ungheresi di religione ebraica, inventandosi un ruolo, quello di Console spagnolo, lui che non era né diplomatico né spagnolo.
Inserito nella programmazione della cinquantesima Stagione di prosa del Centro Teatrale Bresciano, intitolata Il mondo nuovo, Perlasca. Il coraggio di dire no sarà in scena lunedì 29 gennaio 2024 alle ore 20.30 al Teatro Sociale di Brescia (via Felice Cavallotti, 20).
I biglietti per lo spettacolo sono esauriti. A partire da mezz’ora prima dell’inizio dello spettacolo, verrà stilata una lista d’attesa – redatta in ordine d’arrivo presso il Teatro Sociale – per la messa in vendita di eventuali biglietti di rinunciatari.
Alessandro Albertin è autore e interprete dello spettacolo, la regia è di Michela Ottolini e il disegno luci di Emanuele Lepore, per una produzione di Teatro de Gli Incamminati, realizzata in collaborazione con Overlord Teatro e con il patrocinio della Fondazione Giorgio Perlasca.
Siamo nel 1943 a Budapest, Perlasca è un commerciante di carni italiano di trentatré anni ricercato dalle SS, l’unità paramilitare del partito nazista. La sua colpa è quella di non aver aderito alla Repubblica di Salò. Per i tedeschi è un traditore e la deve pagare.
In una tasca della sua giacca c’è una lettera firmata dal generale spagnolo Francisco Franco che lo invita, in caso di bisogno, a presentarsi presso una qualunque ambasciata spagnola. In pochi minuti diventa Jorge Perlasca e si mette al servizio dell’ambasciatore Sanz Briz per salvare dalla deportazione quanti più ebrei possibile. Quando Sanz Briz, per questioni politiche, è costretto a lasciare Budapest, Perlasca assume indebitamente il ruolo di ambasciatore di Spagna. In soli quarantacinque giorni, sfruttando straordinarie doti diplomatiche e un coraggio da eroe, evita la morte a più di cinquemila persone.
A narrare la vicenda, l’appassionato ed emozionante monologo di Alessandro Albertin che con straordinaria bravura porta in scena la storia di questo grande uomo e di numerosi personaggi che l’hanno affiancato nella sua incredibile avventura a Budapest nell’inverno 1944-45. Una storia necessaria, che non è possibile non conoscere, un esempio che fa riflettere sulla possibilità che sempre ci è data di compiere una scelta, di agire. Perché è sempre possibile contribuire a cambiare il corso della storia.
Note di regia di Michela Ottolini
Davanti a qualcosa di terribile si può reagire in due modi: commentare la cosa, oppure occuparsi della cosa. La prima soluzione è quella più comoda e ci conduce inesorabilmente al tasto “mi piace” di Facebook. La seconda soluzione è quella più scomoda, richiede coraggio ed eroismo. E umiltà. A commentare siamo capaci tutti. Per occuparsi di un problema e risolverlo, serve la volontà di farlo.
Questa è la grande lezione che ci ha lasciato Giorgio Perlasca. E da qui siamo partiti per raccontare al meglio questa storia meravigliosa. Lo facciamo con uno spettacolo semplice, senza fronzoli. Affidandoci alla straordinarietà degli eventi e ad un’interpretazione che mescola tecnica ed emotività, accompagnandoci per mano alla scoperta di un capitolo della nostra storia che è necessario conoscere. In quanto italiani. In quanto uomini.