È il 1916, l’Italia è in guerra da circa un anno e la sensazione più diffusa tra la gente comune è che si tratti di un sacrificio immotivato e incomprensibile ai più. “Trenta giorni e 100 lire” (Navarra Editore, pag. 148, € 15,00, isbn 9788832055863) è il nuovo romanzo storico di Ester Rizzo – giornalista licatese e coreferente per la Sicilia dell’associazione “Toponomastica femminile”, da sempre in prima linea per i diritti delle donne e il riconoscimento della questione di genere – che racconta la storia vera delle donne pacifiste siciliane che furono condannate a trenta giorni di carcere e una multa di 100 lire solo per aver manifestato contro la guerra.
“Ester Rizzo coltiva da anni la capacità di entrare dentro le storie delle donne, scovando narrazioni antiche per dare loro una luce nuova” scrive Nadia Terranova. Dal 2014, anno della pubblicazione di “Camicette bianche”, infatti, Ester Rizzo scrive di donne: di lavoratrici, di donne caparbie che hanno scelto di lottare per i propri diritti, di donne disobbedienti e fiere che hanno fatto Storia con la loro storia. In occasione della settimana dell’8 marzo l’autrice sarà, infatti, protagonista di un intenso tour di presentazioni che toccherà librerie, biblioteche, università, carceri e scuole nelle città di Agrigento, Sciacca, Gela, Catania, Castelvetrano, Villafranca Tirrena, Ioppolo Giancaxio. Questo romanzo aggiunge un tassello importante in questo processo di riconoscimento del ruolo femminile nella Storia ed è frutto di un approfondito lavoro di ricerca all’Archivio storico di Stato d’Agrigento.
“L’Autrice – scrive nella prefazione al testo Rossana Florio, Direttrice dell’Archivio di Agrigento – ci mostra quel lato emotivo e intimo degli archivi, attraverso il quale elenchi di fatti, di nomi, di circostanze tornano ad essere vite e persone cui ridare voce. Una dimensione, questa, che li rende luoghi di incontro dove si ridefinisce e trova senso il valore della memoria, nel rapporto tra generazioni, passato, presente e futuro. Ed è proprio il valore dell’incontro che accomuna le storie delle protagoniste del romanzo “Trenta giorni e 100 lire”. Le donne che incontriamo nelle pagine di Ester Rizzo, unite da un tragico destino di solitudine, sono anime che si cercano, si trovano, si uniscono, tra eventi tragici e cambiamenti, ognuna di fronte alla propria vita, al proprio ruolo e alla propria storia”.
La stessa Ester Rizzo in una nota al testo recconta “Tra le vecchie carte di un archivio ho recuperato una storia di più di cento anni fa che ha attraversato il tempo in assoluto silenzio. Una storia di donne siciliane pacifiste durante la Prima guerra mondiale. La loro protesta ed il loro ardimento erano sconvenienti da tramandare ai posteri […] Ma il loro messaggio di pace non poteva restare ignorato, doveva essere restituito alla nostra contemporaneità. Il loro coraggio, il ripudio della guerra, il loro dolore lontano dai campi di battaglia non doveva restare sconosciuto .[…] Un racconto che scardina stereotipi femminili ingombranti, che tenta di riscrivere un pezzetto della Storia dalla parte delle
donne. Sentivo di avere solo un’arma per combattere questo ingiusto oblio: la parola scritta. E l’ho usata”.
Le protagoniste del romanzo, Felicia e Caterina, saranno affiancate nella ribellione da molte altre donne agrigentine, provenienti da Palma di Montechiaro, Ravanusa, Licata e Campobello di Licata, tutte accomunate dalla volontà di esprimere il loro dissenso nei confronti di un conflitto che sta affamando i loro territori così come tutto il Paese, in cui altrettante italiane condividono e manifestano la stessa posizione. Ma tra le notizie sconfortanti – la nube di gas sul San Michele che uccise circa duemila uomini; l’istituzione dei tribunali militari straordinari che facevano fucilare i disertori – emergono anche piccoli camei del quotidiano animati da condivisione e resilienza, da creatività e sorellanza che permetteranno alle protagoniste di portare avanti il progetto.
Ester Rizzo è nata a Licata (AG) nel 1963. Laureata in Giurisprudenza, è giornalista e coreferente per la Sicilia dell’associazione “Toponomastica femminile”. Collabora con testate giornalistiche online, tra cui “Doll’s”, “Malgradotutto” e “Vitamine Vaganti”.
Per Navarra Editore ha già pubblicato il saggio “Camicette bianche. Oltre l’8 marzo”(2014, 2016, 2018, 2022), primo libro italiano sulla tragedia del Triangle Fire, che, con le sue 13.000 copie vendute in quattro edizioni, ha dato vita a trenta intitolazioni di luoghi pubblici alle vittime, un musical e due canzoni; “Le Mille. I primati delle donne” (2016), un testo collettivo che racconta mille primati al femminile, dalla scienza, alla politica, alla cultura; il romanzo “Le ricamatrici” (2018) che racconta l’esperienza de “La rosa rossa”, la cooperativa fondata negli anni Settanta a Santa Caterina Villarmosa da un gruppo di lavoratrici stanche di essere vessate dalla mafia; “Donne disobbedienti” (2019), saggio che ripercorre millenni di storia partendo da Eva, la “prima disobbediente”, e arrivando a Carola Rackete, per raccontare la disobbedienza come “splendida virtù” per contrastare razzismo, regimi, odio, discriminazioni, violenze; e “Il labirinto delle perdute” (2021), dedicato a donne che non ce l’hanno fatta, vittime di oblio, di violenza, di “onor perduto”, di pregiudizi: marchiate spesso per il semplice fatto di essere donne. Dalle streghe arse al rogo, alle puttane antifasciste, dalle “mutilate morali” della Prima guerra mondiale alle vittime delle cosiddette marocchinate della Seconda (argomento su cui l’autrice svela storie e dati inediti).