LE VIE DEI TESORI ritorna per la quinta volta a MESSINA tra chiese sconosciute, collezioni universitarie, case museo

MESSINA –  Scoprire i manoscritti greci e le cinquecentine della Publica libraria o le piante carnivore all’Orto Botanico; visitare la casa-museo di una grande poetessa dialettale, perdersi tra Forti e chiese, restare incantati di fronte al ferculum dei camaroti … O salire sulle barche dei “cocciulari” sul lago di Ganzirri oppure perdersi tra i ritmi lenti di Floresta. Sarà un’edizione particolare e ricchissima – 17 luoghi apriranno le porte, poi esperienze particolari e passeggiate guidate – questa che inizia sabato a Messina dove Le Vie dei Tesori tornano per il quinto anno consecutivo, in collaborazione con il Comune, l’Università, la Marina Militare, e le tante associazioni sul territorio. Sull’onda del nuovo claim La bellezza in mostra: una frase che è quasi un passaporto per riappropriarsi del territorio, dei suoi tesori pronti a farsi amare.

 

Tre weekend quindi, sempre sabato e domenica, dall’11 al 26 settembre, per un nuovo festival di “resistenza”, il secondo post covid: l’anno scorso, in piena pandemia, quando ogni rassegna rimandava o rinunciava ai suoi programmi, Le Vie dei Tesori ha deciso di provarci, riscrivendo ogni visita e ogni percorso nel segno della sicurezza, privilegiando luoghi all’aperto, sostituendo le visite guidate con audioguide d’autore ascoltabili dal proprio smartphone. Nonostante la necessità di contingentare gli ingressi e i repentini cambiamenti di colore, il festival ha messo insieme 120 mila visitatori in meno di due mesi, lontani dai numeri straordinari del 2019 – erano stati 404 mila con una ricaduta economica sul territorio di oltre 5 milioni di euro – ma che comunque raccontavano una manifestazione viva, partecipata, e con la voglia di continuare a raccontare la bellezza. E quest’anno Le Vie dei Tesori sono di nuovo pronte alla sfida: con i Borghi dei tesori che hanno fatto da apripista – 57 piccoli centri che hanno deciso di creare una rete sotto l’egida della Fondazione Le Vie dei Tesori sposandone il format -ecco le prime 12 città del 2021 pronte a scendere in campo: le prime a settembre – Messina, “veterana” con Caltanissetta, sarà al fianco delle debuttanti Enna, Caltagirone, Carini e Termini Imerese, poi Bagheria, Monreale, Noto, Trapani, Mazara e Marsala – mentre dal 2 al 17 ottobre toccherà a Sciacca, Cefalù, Erice, Ragusa e Scicli e fino al 31, alle due capitane Palermo e Catania.

 

“E’ stato un periodo particolare per le restrizioni che hanno vincolato i luoghi della cultura – ha detto l’assessore comunale alla Cultura, Vincenzo Caruso Le Vie dei Tesori sono un’opportunità per ridare slancio alla città, per far riscoprire storie, aneddoti, per riconquistare luoghi non sempre disponibili“. Gli fa eco l’assessore alle Attività Produttive, Dafne Musolino dove c’è turismo ci sono attività produttive coinvolte, partecipi e propulsori per portare avanti Messina. Che, come dice il sindaco De Luca, deve tornare a essere una città normale che vive anche dei suoi tesori”.

Un luogo non raccontato è un luogo muto – interviene il presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori, Laura Anello e mai come questo secondo anno post covid, è necessario riappropriarsi dei siti culturali, ma anche delle tradizioni, dell’artigianalità, dei mestieri, dei siti naturali. Con Messina c’è una lunga collaborazione e quest’anno aggiungeremo esperienze bellissime che sono sicura saranno una scoperta anche per i cittadini. Il modello delle Vie dei Tesori è una rete tra pubblico e privato, che si va ogni anno integrando con nuovi protagonisti che vogliono avviare un percorso con noi”. Un festival che ha portato la cultura fuori da palazzi istituzionali e atenei, ha sperimentato, cercato, scoperto percorsi e siti: ed è cresciuto ogni anno. Riconquiste per i cittadini e occasioni imperdibili per i turisti. “L’anno scorso il festival ha scelto di aprirsi ai villaggi fuori dalla città – spiega Marco Grassi che ha curato il programma del festival a Messina -, questa edizione ritorniamo nel cuore di Messina, con tesori come i manoscritti della Biblioteca regionale; la casa della poetessa dialettale Maria Costa o Villa Giovanna con l’archivio di disegni del pittore Michele Panebianco;  e ci sono grandi ritorni come Castel Gonzaga”.

Ma Le Vie dei Tesori è soprattutto una manifestazione che costruisce reti: con Unicredit come main sponsor, il festival ha saputo creare sinergie e dialogo, e attivato un progetto che si compie grazie alla collaborazione di oltre duecento partner: Regione, Atenei, Comuni, Diocesi, gestori privati, istituzioni dello Stato, proprietari di palazzi nobiliari. Senza contare le aziende enogastronomiche che partecipano al progetto satellite, Terre dei Tesori, e apriranno cantine, vigneti, frantoi, caseifici, vivai, aziende di coltivazioni di frutti tropicali, in collaborazione con il dipartimento Agricoltura della Regione siciliana. Un progetto che si anima della narrazione collettiva, della voglia di riappropriazione dei cittadini, della partecipazione delle centinaia di giovani che ogni anno si uniscono alla squadra di organizzatori, narratori, esperti del territorio, giornalisti.

 

Il sito www.leviedeitesori.com è una miniera dove trovare schede, fotografie, aneddoti e curiosità, sfogliare il magazine e programmare le proprie visite, sempre in modalità 4.0. Prenotazioni caldamente consigliate, distanziamento, acquisto dei coupon on line. Dove non sarà possibile svolgere visite guidata di presenza, ci si affiderà aaudioguide d’autore, registrate da storici dell’arte, archeologi, studiosi del paesaggio, esperti della città e curate dagli Amici delle Vie dei Tesori, il club di appassionati che scelgono di restare accanto a Le Vie deiTesori tutto l’anno, usufruendo di una serie di agevolazioni.

 

LE VIE DEI TESORI A MESSINA

L’antica Messina affacciata sullo Stretto, tra Scilla e Cariddi; la città eroica, sopravvissuta a invasioni, conquiste, rivolte; il luogo del grande Antonello, da cui passò in fuga Caravaggio; devastata dal terremoto del 1908 e rinata spezzata, dolente, ma ancora viva. Da quel cataclisma sono sopravvissuti ipogei, chiese, forti, ville, opere d’arte. Un patrimonio straordinario che si sfoglia come una cipolla, a strati, e ogni sito ha una storia da raccontare. Si mostra ai cittadini, che recuperano memoria e senso di identità; si mostra ai turisti, che possono scoprire una città ancora fuori dai principali itinerari culturali del Paese. Messina, in collaborazione con il Comune e l’Università e molti partner pubblici e privati, apre al pubblico diciassette luoghi e propone un fitto programma di esperienze e passeggiate.  A partire dalle preziose collezioni della settecentesca “Publica Libraria”, oggi Biblioteca regionale universitaria “Giacomo Longo”, dove si potrà cogliere l’occasione di visitare alcune preziose sezioni (la direttrice Tosi Siracusa racconta una collezione bellissima di manoscritti greci, bizantini e medievali del monastero del Santissimo Salvatore; gli incunaboli, le cinquecentine, le musiche della famiglia Stagno Belardinelli, e la porzione della collezione musicale del giurista messinese Salvatore Pugliatti, le riviste culturali di inizio ‘900, la Gazzetta Britannica); ma aprono anche altre collezioni universitarie: le maioliche Zipelli e i reperti dei Gesuiti dell’Antiquarium; e gli alberi esotici, le piante carnivore e la raccolta di succulente dell’antico Orto Botanico. E per restare in tema, ecco l’inattesa villa Giovanna, ex sede della Guardia Regia oggi centro olistico Mater Vitae, a Villaggio Pace, dove ci si troverà immersi in un vero giardino tropicale, che degrada verso il mare.

 

E’ da non perdere la visita al grande palazzo della Cultura intitolato a Antonello da Messina dove è stata riallestita la mostra Vara e Giganti; come quella alla sobria casa museo della poetessa dialettale Maria Costa, nel rione della Case Basse di Paradiso, dove è nato un Centro studi a lei intitolato. E ancora, visite alla prima sede dei Domenicani in Sicilia, SS. Annunziata dei Catalani e all’avamposto dei cavalieri Teutonici, Santa Maria Alemanna. Nella chiesetta di San Giovanni di Malta vi racconteranno la storia di San Placido, patrizio e monaco; a San Giuseppe vi mostreranno il famoso’”anello” e a nella cappella di Gesù e Maria delle Trombe, il Bambinello miracoloso; a San Marco Evangelista in Mili si cercheranno le tracce di Ferdinando II; e come non restare incantati di fronte al Ferculum barocco dei fratelli Juvarra conservato gelosamente dai camaroti a Santa Maria Incoronata?

Non perdete i Forti: a partire dal ponte levatoio e dalla “capponiera” di Forte Ogliastri, ma affacciatevi anche dalle feritoie; mentre a Forte San Salvatore – aperto anche quest’anno con la collaborazione della Marina Militare, come ricorda vice comandante e Capitano di Fregata Felice Miraglia: “speriamo in una risposta importante della comunità locale che coglie sempre l’occasione per visitare il suo Forte”  – è giusto dedicare una preghiera alla Madonnina, ma beatevi della vista sullo Stretto. Un’esperienza sarà di certo la “gogna” di Castel Gonzaga, dove venivano rinchiusi i condannati, e la torre merlata dell’antico castello di Roccaguelfonia dove venne rinchiuso Carlo II d’Angiò. Ritorna il Museo di cultura e musica popolare ospitato nell’antico casale di Gesso, sui Peloritani con la sua straordinaria collezione di strumenti musicali popolari e il laboratorio di zampogne.

 

ESPERIENZE

Tre le esperienze, e due sono legate al lago Ganzirri: il festival propone un photowalk alla ricerca degli antichi mestieri del borgo di pescatori, tra nassaroli e mastri d’ascia. E un giro sulle barche tipiche dei molluschicoltori (cocciulari, appunto) che da più generazioni, con le stesse tecniche, coltivano le vongole nel lago di Ganzirri. Ma si potrà anche raggiungere l’arroccata Floresta, borgo di tradizione pastorale dove il tempo scorre lento, lontani dai ritmi frenetici della metropoli. Passeggiate e esperienze si prenotano su  www.leviedeitesori.com.

 

PASSEGGIATE

Le passeggiate proposte da Le Vie dei Tesori in collaborazione con numerose associazioni locali, condurranno alla scoperta di aspetti particolari della città: dal centro storico sulle orme del mito, alle vestigia medievali e normanne; all’antica via del Dromo da percorrere in bici, sulla scia di dieci storie narrate; da Messina Mariana e devota, al percorso che porta al santuario di San Sòstene a monte di Mili San Pietro; fino al sito naturalistico di Borgo Pantano, a Rometta, dove sarà possibile scattare immagini indimenticabili.

TERRE DEI TESORI

Una nuova esperienza per Le Vie dei Tesori e per chi la segue: andare alla scoperta di aziende agricole di eccellenza che grazie al Programma di sviluppo rurale (PSR) Sicilia, finanziato dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), hanno ammodernato impianti e strutture adeguandosi così agli obiettivi di ecosostenibilità sanciti dal Green Deal europeo e dalla strategia del “Farm to fork”. Una misura di sostegno ai giovani che scommettono per la prima volta in agricoltura rilevando aziende esistenti (anche dei nonni o dei genitori) o creandone di nuove. E così si sono insediati più di tremila giovani agricoltori, che hanno avviato progetti concreti di ammodernamento e sviluppo nelle proprie realtà agricole, introducendo nuove tecnologie o adottando processi produttivi e gestionali innovativi. Questi“imprenditori 10 e lode”, di cui Le Terre dei Tesori propone una selezione, sono un esempio per chi volesse riconsiderare l’attività agricola e la vita in campagna, oggi valida alternativa ai grandi centri urbani. Durante il festival, molte aziende apriranno le porte alle visite, alla conoscenza del loro mondo e alle degustazioni. L’elenco e le esperienze su www.leviedeitesori.com

 

UN FESTIVAL IN SICUREZZA

L’intero festival Le Vie dei Tesori in Sicilia quest’anno durerà oltre due mesi, contando anche i primi due weekend tra i borghi, appena conclusi: con oltre trecento luoghi da visitare – tra chiese, castelli, palazzi, case d’artista, oratori -, esperienze inedite e passeggiate curiose. Da scoprire in completa sicurezza, nel rispetto delle normative anti Covid-19: i luoghi saranno visitabili a piccoli gruppi, con numeri diversi a seconda di ciascuno spazio e delle caratteristiche dei siti. È stata istituita ovunque la prenotazione on line, che non è obbligatoria ma caldamente consigliata: per quel che riguarda le visite nei luoghi basterà acquisire il coupon su www.leviedeitesori.com o all’info point allestito nell’info point della Chiesa di san Giovanni di Malta (via San Giovanni di Malta 2), o anche nei due punti informazione a Palermo in piazza Verdi e in piazza Bellini. Per quel che riguarda passeggiate ed esperienze, prenotazioni e coupon su www.leviedeitesori.com o (senza la garanzia di trovare posto) sui luoghi di raduno.