Silvia Colasanti è la compositrice in residenza dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi. Il rapporto tra l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi e Silvia Colasanti, una delle voci più autorevoli della musica contemporanea italiana e internazionale e artista acclamata in tutto il mondo, dura da due Stagioni. Ma, come tutti sappiamo, le ultime due stagioni sono state tra le più singolari nella storia dell’Orchestra di Largo Mahler (e, in generale, di tutto il settore della musica e dello spettacolo dal vivo).
La Residenza della Compositrice all’Auditorium di Milano comincia con la Stagione 2020/2021, bloccata sul nascere, come sappiamo, dall’emergenza COVID. La Stagione “Dal Vivo!” (la programmazione estiva) vede il debutto di Colasanti con laVerdi: il 24 maggio 2021 viene eseguito in prima assoluta il brano intitolato Dove si disperde, infine spento, il canto della Morte?, per soprano e orchestra, interpretato dal soprano Valentina Varriale. Si tratta della prima commissione dell’Orchestra Verdi alla sua Compositrice in Residenza.
Residenza concretizzata, sì. Missione compiuta, potrebbe dirsi. Ma i mesi di marzo e aprile del 2022 sono il vero coronamento di questo rapporto di reciproca stima e di voglia di collaborare che laVerdi e Colasanti “inseguono” da tempo.
Queste le parole della compositrice: “Con la Verdi ho un legame profondissimo che viene da lontano. È un’orchestra che amo perché sento che tutti, dalla direzione artistica, alla presidenza, ai musicisti sono coinvolti culturalmente, emotivamente e umanamente in un progetto e questo, per me, è il senso del fare musica, quello che tutte le istituzioni musicali dovrebbero fare. Vivo la committenza come un grande stimolo all’arte e alla creatività. Quando un’istituzione ti offre la possibilità di avere un rapporto continuativo non solo con i professori d’orchestra, ma anche col pubblico, ti sta dando una grande opportunità di crescita artistica e umana perché´ il compositore vive della condivisione con altre figure: con gli interpreti (in questo caso orchestra e direttore), con il pubblico – perché l’arte è una forma di comunicazione, la più alta, – e con la committenza, quindi con chi prende parte e condivide con te un progetto culturale e umano.”
In un solo mese, la programmazione de laVerdi rende omaggio a Silvia Colasanti per ben tre volte, nell’ambito di tre appuntamenti distinti:
- Domenica 13 marzo, alle ore 11, al Teatro Gerolamo, si tiene il sesto appuntamento della rassegna dedicata alla Musica da Camera: freschi della Giornata Internazionale della Donna, gli ascoltatori potranno immergersi in questa matinée tutta al femminile, che porta a conoscere la musica da camera di Silvia Colasanti, in particolare Tre Notti e Aria, due composizioni per Quartetto d’archi. Completa il programma il Quartetto in Mi minore di Ethel Smyth. Ad eseguire questo interessante programma sarò un quartetto tutto al femminile: Lycia Viganò (violino), Adriana Ginocchi (violino), Miho Yamagishi (viola) e Nadia Bianchi (violoncello);
- Giovedì 24 (ore 30), venerdì 25 (ore 20) e domenica 27 marzo (ore 16) è l’ora dell’appuntamento intitolato “Un violino per due”. L’intelligente musica di Silvia Colasanti torna anche nel 2022 all’Auditorium di Milano, la prima volta insieme al Direttore in Residenza Jader Bignamini e alla profondità musicale di Domenico Nordio, un solista molto legato all’Orchestra di Largo Mahler, che eseguirà il Concerto per violino e orchestra della compositrice in residenza, una commissione dell’Orchestra Verdi in prima esecuzione assoluta, oltre al Concerto per violino di Beethoven. Completa questo monumentale programma la Sinfonia n.9 di Šostakóvič. Colasanti si misura ancora una volta con una forma storica, confermando la sua predilezione all’operare nell’alveo della tradizione, sempre tenendo conto della storia e della responsabilità di fronte ad essa. Si pensi al Requiem. Stringeranno nei pugni una cometa, o ai Quartetti d’archi che saranno eseguiti al Teatro Gerolamo. A proposito di questa composizione in prima esecuzione assoluta, sono eloquenti e interessanti le parole della compositrice stessa: “Scrivere un lavoro per violino e orchestra oggi rappresenta una sfida difficile, vuol dire tornare su un organico che ha più di quattro secoli di storia, per il quale sono stati scritti grandi capolavori ed esplorate le infinite possibilità espressive e tecniche dello strumento e del suo rapporto con l’orchestra. La storia fa sentire il suo peso, ma costituisce anche la più importante risorsa di conoscenza di noi stessi. ‘Esercizi per non dire addio’ è un pezzo attorno al tema del distacco e della perdita, nel ricordo vivo di quello che si è amato e che si continua ad amare in modo sempre nuovo, un racconto in suoni dei tentativi che un’esistenza compie, lungo un cammino carico di richiami interni e di memoria, per vivere il presente, guardando al futuro ma con la consapevolezza piena del nostro legame con il passato.”
- Venerdì 8 e domenica 10 aprile, invece, di Silvia Colasanti sarà eseguito Cede pietati, dolor –Le anime di Medea, affiancato dal Concerto per violino e orchestra a fiati op.12di Kurt Weill, affidato alla splendida musicalità di Patricia Kopatchinskaja, e dalla Musica per archi, percussione e celesta di Béla Bartók, musica emblematica e senza tempo, usata anche da Stanley Kubrick nella colonna sonora del terrificante Shining, nel 1980. In questo caso, si conferma la fascinazione che l’antichità e il mondo della tragedia eserciti sulla compositrice, che si manifesta in questo caso nella decisione di rendere omaggio a un’eroina come Medea, decisione che, si potrebbe dire, è un ottimo pendant rispetto alla composizione eseguita nell’estate 2021 e commissionata dalla Verdi (Dove si disperde, infine spento, il canto della Morte? per soprano e orchestra) dove scelse di utilizzare dei frammenti di testi di Eschilo tratti dalle Coefore che, decontestualizzati dalla vicenda della tragedia, parlano del presente.