Ascoltare musica in gravidanza non solo favorisce il benessere della madre, ma offre anche numerosi e significativi benefici per il bambino. L’esposizione prenatale alla musica stimola infatti lo sviluppo del cervello del feto, migliorando la sua reattività ai suoni. Secondo lo studio Prenatal Music Exposure Induces Long-Term Neural Effects, i cambiamenti cerebrali indotti dalla musica sono duraturi: gli effetti si prolungano per almeno quattro mesi dopo la nascita, senza necessità di ulteriori stimoli sonori.
Tuttavia, non tutti gli ambienti sonori prenatali sono favorevoli. I rumori intensi, come quelli provenienti da luoghi di lavoro rumorosi o dalle unità di terapia intensiva neonatale, possono avere effetti dannosi sullo sviluppo neurologico del feto. D’altro canto, l’esposizione prenatale a suoni strutturati, come la musica, può favorire l’elaborazione uditiva del bambino, supportando lo sviluppo delle capacità linguistiche e cognitive. Questo è particolarmente utile per neonati a rischio di dislessia, per i quali l’elaborazione dei suoni di base è spesso compromessa.
“Quando una donna in gravidanza ascolta musica, il suo sistema nervoso centrale stimola la produzione di endorfine, gli ‘ormoni della felicità’, che favoriscono il benessere generale. Questo stato di tranquillità e serenità si riflette anche sul bambino, che, mentre cresce nel pancione, percepisce le emozioni della madre“, spiega il dottor Marco Grassi, ginecologo presso l’ospedale ‘C. e G. Mazzoni’ di Ascoli Piceno.
Il legame tra madre e bambino si consolida sin dalle prime settimane di gestazione attraverso un canale di comunicazione privilegiato fatto di sussurri, parole e suoni. Il feto, che vive immerso in un ambiente sonoro costituito dai battiti del cuore, dai rumori intestinali e dalle voci filtrate dal liquido amniotico, inizia a percepire gli stimoli sonori già dalle prime settimane. “A partire dalla ventesima settimana, il feto sviluppa la capacità di riconoscere e rispondere ai suoni provenienti dall’esterno, inclusi quelli musicali“, chiarisce il dottor Grassi.
Le risposte del feto alla musica sono evidenti: il battito cardiaco e i movimenti del corpo cambiano in risposta ai suoni. Questa interazione musicale non solo stimola la crescita cerebrale, ma può anche favorire lo sviluppo delle future abilità linguistiche e dell’intelligenza emotiva.
Gli effetti positivi della musica sulla gravidanza e sullo sviluppo fetale sono confermati anche da un team di ricerca del Brainlab (Gruppo di ricerca in scienze cognitive) presso la Facoltà di Psicologia dell’Università di Barcellona, insieme all’Istituto di Neuroscienze dell’UB (UBNeuro) e all’Istituto di Ricerca Sant Joan de Déu (IRSJD): l’ascolto della musica durante la gestazione aiuta a migliorare la codifica del linguaggio e la comprensione dei suoni fin dai primi mesi di vita. Inoltre l’esposizione quotidiana alla musica durante le ultime settimane di gravidanza è associata a una migliore codifica dei composti sonori a bassa frequenza, il che potrebbe migliorare la percezione del tono da parte del neonato.
Privilegiare musica evocativa per favorire lo sviluppo e l’educazione musicale del bambino. “La musica classica è particolarmente indicata, poiché stimola l’apprendimento precoce del bambino. È importante anche che la madre scelga una musica che le piaccia, poiché trasmetterà al bambino il suo stato di tranquillità. È consigliato evitare musica a volume troppo alto o con ritmi frenetici, che potrebbero causare agitazione nel piccolo“, conclude il dottor Marco Grassi