Penultimo appuntamento – giovedì 9 maggio alle 20,30 – della rassegna di documentari “Sguardi di luce” dedicata al tema dell’architettura. Un progetto dell’associazione Sole Luna – Un ponte tra le culture, realizzato insieme a Fondazione Sicilia e all’Università di Palermo e in programma fino al 30 maggio alla Sala dei 99 di Palazzo Branciforte.
Sotto i riflettori, l’opera di Carlo e Tobia Scarpa raccontati con tre diversi documentari e lungo un viaggio ideale tra Palermo e Venezia, la città d’origine dei due architetti. Introducono Andrea Sciascia, direttore del Dipartimento di Architettura all’Università di Palermo e Lucia Gotti Venturato, presidente di Sole Luna. Fuoriprogramma, sarà presente anche Paolo Pellizzari del Dipartimento di Economia dell’università ‘Ca Foscari di Venezia, ideatore del progetto che ha portato alla realizzazione del documentario “Nel cuore muto del divino” di Riccardo Del Cal (Italia, 2018, 30’) che sarà proiettato nel corso della serata.
Il primo film in programma è “Scarpa alla Kalsa” di Federico Savonitto e Ruben Monterosso (Italia 2010, 10’). Il cortometraggio, prodotto dal Centro Sperimentale di Cinematografia – Sede Palermo, segue la realizzazione del primo moderno museo d’arte antica in Italia, attraverso i contrasti e l’amicizia tra il giovane Carlo Scarpa e il soprintendente di Palermo Giorgio Vigni, senese, collerico, instancabile lavoratore nella Palermo ancora ferita dai bombardamenti. La Galleria di Palazzo Abatellis sarà completata alla metà degli anni Cinquanta e ancora oggi resta una pietra miliare, nel mondo, per la concezione moderna, chiara e luminosa di uno spazio museale. A seguire, sarà la volta di “Nel cuore muto del divino” di Riccardo Del Cal (Italia, 2018, 30’). Il film fa luce sul restauro di Palazzo Foscari, sede storica dell’Università di Venezia, da parte di Carlo Scarpa incaricato di metter mano alle strutture per rammodernare gli spazi con soluzioni tecniche razionali. Nasce così la nuova Aula Baratto, un luogo i cui confini divengono labili: il pavimento si fa acqua e l’antica architettura del palazzo dialoga con gli elementi moderni introdotti da Scarpa. Tra i punti focali del film, l’analisi del rapporto tra “dentro” e “fuori” e della percezione forte del senso della città. Chiude il ciclo, “Tobia Scarpa. L’anima segreta delle cose” di Elia Romanelli (Italia, 2015, 30’) che documenta alcuni incontri tra il regista e l’architetto-designer, realizzati nel corso di tre anni. Un’intervista nel tempo che segue l’evoluzione del pensiero di Scarpa figlio e la sua straordinaria attitudine a lavorare con gli artigiani e con l’industria. Tobia Scarpa non si sottrae all’occhio indagatore dell’obiettivo, a cui concede anche la ripresa di un improvvisato “concerto minimo” con i bambù, del metallo di risulta e un po’ di corda trovati nel suo giardino.
CARLO SCARPA
Carlo Scarpa (Venezia, 2 giugno 1906 – Sendai, 28 novembre 1978) è stato tra gli architetti e designer più importanti del XX secolo. Per la sua opera ha ottenuto il premio Olivetti, il premio IN/ARCH, la Medaglia d’Oro ai Benemeriti della Cultura e dell’Arte, il Premio della Presidenza della Repubblica per l’architettura, e le nomine a membro degli Honorary Royal Designers for Industry, dell’Accademia Olimpica di Vicenza e dell’Accademia nazionale di San Luca. Una vita ricca di incontri e frequentazioni con poeti e intellettuali tra cui Giuseppe Ungaretti e Carlo Carrà. All’età di trent’anni la sua fama si accresce grazie all’importante progetto di restauro dell’Università ‘Ca Foscari tra il 1935 e 1937, proseguito vent’anni dopo con una nuova tranche di lavori. Solida nel tempo anche la sua collaborazione con la Biennale di Venezia. Moltissimi i suoi allestimenti museali: le Gallerie dell’Accademia a Venezia (1945-1959), la Galleria Nazionale della Sicilia in Palazzo Abatellis a Palermo (1953-1954), le prime sale e il Gabinetto disegni e stampe della Galleria degli Uffizi a Firenze (1953-1956), il Museo Correr a Venezia (1957-1960), la Gipsoteca Canoviana a Possagno (1955-1957), il Museo di Castelvecchio a Verona (1958-1974), la Fondazione Querini Stampalia a Venezia (1961-1963).
TOBIA SCARPA
Figlio di Carlo Scarpa, Tobia (Venezia, 1935) segue la strada del padre ottenendo il suo primo premio importante nel 1969, l’anno della laurea in Architettura all’Università di Venezia, grazie all’ideazione della sedia Soriana. Un riconoscimento a cui negli anni, seguiranno tanti altri, tra cui il “IF Industrie Forum Design Hannover” del 1992. Tanti gli oggetti da lui disegnati ed esposti in importanti musei del mondo come la sedia Libertà al Louvre di Parigi. Nel campo dell’architettura, lavora con committenti pubblici e privati, come Benetton Group, per cui progetta l’intero complesso industriale di Castrette di Villorba (Treviso). I progetti realizzati per Benetton sono considerati ancora oggi un paradigma estetico-¬funzionale e un lavoro esemplare di architettura industriale, al punto che sono stati esposti nel corso della Biennale di Architettura del 2012. Nel 2008 ha ricevuto il “Compasso d’Oro” alla carriera. E’ del 2012 la mostra “Dialogo sospeso”, la prima che racconta, insieme, Carlo e Tobia Scarpa organizzata dal Museo di Arti Decorative di Bordeaux.
Sguardi di luce
Palazzo Branciforte
9 maggio ore 20,30
Carlo Scarpa, Tobia Scarpa
Introduce Andrea Sciascia