Giovedì 15 febbraio, alle ore 21, Partiture, la rassegna dedicata ai linguaggi più innovativi e sperimentali della musica, tra elettronica, neoclassica e contemporanea, di Zo Centro Culture Contemporanee di Catania ospita Valentina Magaletti, uno dei nomi più importanti della scena sperimentale europea.
Nata a Bari ma di base a Londra, la batterista, compositrice e percussionista si è imposta all’attenzione internazionale con la sua tavolozza sonora composta da una mescolanza di generi. Batteria, vibrafono, giocattoli e oscillatori, approccio jazzistico e sound post-industriali, panorami post-punk, minimalismo e dinamiche elettroacustiche convivono nella sua musica. Il concerto è realizzato in collaborazione con l’Ortigia Sound System di Siracusa.
Quando studiava la batteria, l’esposizione precoce sia agli stili progressivi che a quelli bebop ha generato un appetito per la sperimentazione. Per Magaletti, suonare la batteria è simile a una narrazione in divenire: storie che rifuggono il linguaggio parlato a favore del ritmo, della pulsazione e della vibrazione. L’approccio creativo alla batteria e alle percussioni e la sua tecnica versatile che può incorporare qualsiasi cosa, dalle vibrazioni e marimba ai microfoni a contatto e oggetti trovati, si traduce in uno stile in continua evoluzione. Sentendosi a suo agio, sia nell’esibirsi dietro un delicato kit in ceramica sia nell’eseguire ritmi motorik (tipici della scena cosmica tedesca degli Anni 70), ha dato vita a una discografia diversificata e a molte collaborazioni interessanti muovendosi senza sforzo tra i mondi apparentemente disparati della musica alternativa e mainstream.
Ha suonato con artisti come Jandek, Pat Thomas, Deb Googe, Malcolm Mooney, Thurston Moore, Steve Beresford, Steve Shelley, Lafawndah, Mica Levi, Sampha, Kamasi Washington e Nicolas Jaar per citarne alcuni. Ha suonato con sostenitori della scena underground sperimentale come Marlene Ribeiro di Gnod, Graham Lewis dei Wire e Thighpaulsandra dei Coil. Nel 2017 ha partecipato a The Can Project, sostituendo il compianto Jaki Liebezeit, al Barbican Centre di Londra.
Con Tom Relleen, morto nel 2020, era la metà dei Tomaga, duo elettronico acclamato dalla critica; con Al Wootton, crea un irresistibile doppiaggio claustrofobico come Holy Tongue; con Pino Montecalvo, sotto lo pseudonimo di Avvitagalli, Valentina improvvisa intricati collage sonori; insieme al percussionista João Pais Filipe, nel ruolo di CZN, costruisce mondi ritmici allucinatori, tanto fragili quanto eterni. Il progetto più accessibile è quello dei Vanishing Twin, il trio con Cathy Lucas e Susumu Mukai che esplora gli spazi che uniscono jazz e psichedelia. Nel progetto Better Corners, con Matthew Simms (Wire, Memorials) e Sarah Register (Kim Gordon Band), utilizza una serie di fonti sonore trattate come pianoforte preparato, flauti e scatole modulari per generare paesaggi sonori abrasivi carichi di droni minimalisti.
Come artista solista Valentina indaga spesso sulla trama. “Batterie Fragile” del 2022 vede la percussionista suonare una batteria in ceramica ideata da Yves Chaudouët. Magaletti utilizza spazzole metalliche, canne di legno e battiti di gomma per evocare caratteristiche sonore insolite dalla porcellana. In modo simile, “A Queer Anthology of Drums” sempre del 2022, riflette sulla sua identità queer, sugli aspetti rituali dell’improvvisazione mettendo insieme pezzi di minimalismo “drone” low-fi, registrazioni sul campo e oggetti percussivi modulati.
Biglietti: € 10. Prevendita on line su https://dice.fm/partner/dice/event/6axl8-valentina-magaletti-15th-feb-z-centro-culture-contemporanee-catania-tickets
Zō Centro culture contemporanee: piazzale Rocco Chinnici 6, Catania
“Partiture” 2023-2024 prosegue il 29 febbraio con l’arpista californiana Mary Lattimore, vicina alla scena indie-rock americana. Il 4 marzo arriva il trio siculo-romano L’Ora Blu formato dai palermitani Donato Di Trapani (musicista e produttore), Gianni Gebbia (sax) e il produttore romano Giampaolo Scapigliati. Partiture si chiuderà il 20 aprile 2024 con il ritorno da Zo del musicista australiano Ben Frost.