11/9 dopo il boato
di Roberto Malini
L’11 settembre 2001 ero a Cernusco sul Naviglio, dove abitavo. Sono rientrato a casa con i miei amici più cari, ho acceso il televisore e l’immagine delle torri colpite dai boeing ci è apparsa come una scena apocalittica e irreale. I miei amici e io non riuscivamo a pronunciare una sola parola e avevamo gli occhi pieni di lacrime. New York e il mondo intero erano stati colpiti a morte e la storia di tutti, l’abbiamo capito subito, sarebbe cambiata per sempre.
Il giorno successivo ho scritto la poesia qui di seguito, che ho deciso di pubblicare solo vent’anni dopo quella tragedia immane e apre la mia più recente raccolta, Il principio di sovrapposizione (Lavinia Dickinson Edizioni, settembre 2021).
Dopo il boato
Dopo il boato tutto tremava, dalle finestre
si vedevano ondate di fogli bianchi come un volo
di colombe irreali in un blu mortale,
dappertutto sirene – non potevano cadere
lo diceva la gente piangendo con voce rotta,
non potevano cadere – ondate di polvere
grigia, tonfi d’ombra e sirene, innumerevoli
piedi innumerevoli piedi
correvano nel sangue alle uscite,
ondate di calore sotto il rosso dei piedi
piangeva grigio nel cielo un volo
di colombe e di polvere.