No, non ho sbagliato a scrivere; so bene che il morbo cinese corona virus non ha né può avere ideologia e il titolo sembra suonare, a prima vista, come il discorso illogico di uno squinternato che voglia relazionare a qualunque costo cose diverse e lontane. Eppure…
Parto da un episodio che, tenuto conto di ciò che è accaduto di più tragico tra febbraio e marzo in Lombardia e in Italia e ancora accade purtroppo, sembra ormai lontano, obsoleto, dimenticato dai più e perfino fastidioso a ricordarlo; io, però, ne ho preso appunto – come faccio sempre per tante cose – sul mio calepino privato: verso la fine di gennaio, alle prime avvisaglie del “virus cinese”, i governatori leghisti di Lombardia e Veneto, forse prevedendo il peggio, avevano auspicato misure restrittive per chiunque venisse dalla Cina. La Sinistra immediatamente li accusò di “razzismo” e di “fascio-leghismo”; non solo, ma si videro nelle “televisioni di Stato” scene esilaranti di alcuni spensierati turisti che senza alcun timore partivano per la Cina perfino vantandosene nelle immancabili interviste in aeroporto, altri che scialavano a gruppi sui Navigli e altri, personaggi pubblici anche importanti, che per smacco ai leghisti abbracciavano amici cinesi e brindavano con loro quasi per mostrare chi fra gli italiani chi era “buono” e chi era “cattivo”…
Mentre sono impedito di andare in chiesa per la Santa Messa quotidiana, come facevo prima del coprifuoco, e prego con la Corona del Rosario affinché la Madonna salvi la nostra Patria da più grossi sacrifici, voglio condividere coi miei “cinque” amici alcune veloci considerazioni. Ambedue le accuse – “razzismo” e “fascio-leghismo” – non reggono ad una semplice critica che può imbastire perfino un quidam de populo/uomo della strada qual è il sottoscritto.
Infatti, ciò che avrebbe dovuto fare l’Italia in gennaio, lo hanno fatto in marzo tutti i Paesi d’Europa chiudendo le frontiere non solo con la Cina ma anche col nostro Paese.
Domanda: tali nazioni sono, per questo, razziste? E ancora. Misure molto più draconiane di quelle invocate dai “cattivi” governatori leghisti in gennaio, incalzando la “peste”, è stato costretto a prendere, comunque, il Governo “buono” Italiano di Sinistra nei confronti di cinesi e italiani insieme: può per ciò il nostro Governo essere chiamato “razzista”? Ognuno, senza bisogno di “medici e di speziali”, si accorge che la primitiva accusa di “razzismo” soffiata in faccia ai due governatori dalla Sinistra a gennaio appare, via via che si aggrava la situazione, sempre più ideologica e, quindi, ridicola; e se penso che, iniziando da quella data, forse si poteva circoscrivere meglio e con più efficacia il virus e che l’ideologia di lorsignori ha impedito questo tentativo di contenimento del morbo, mi viene perfino rabbia nei confronti di una manica di intellettuali e politici che definisco cialtroni.
Paragonare, poi, il Fascismo al Leghismo è una contradictio in terminis, cioè due concetti che si eliminano a vicenda, frutto dell’ignoranza di chi non ha studiato e capito la Storia, il Fascismo essendo stato nazionalista, accentratore e statalista (“noi ci siamo definiti totalitari”, “tutto nello Stato, nulla al di fuori dello Stato”, declamava Mussolini!) mentre il Leghismo è federalista, autonomista, talvolta con velleità perfino separatiste da Roma! Come faranno costoro, alla prossima occasione, quando sarà, pretendere il voto di tutti noi se sconoscono la Storia più elementare e pronunciano simili castronerie?
Intendiamoci, chiunque legittimamente avrebbe potuto obiettare qualsivoglia cosa contro la proposta dei suddetti governatori anche perché in gennaio, forse, non era ancora chiara la portata disastrosa del corona virus cinese e la richiesta leghista poteva apparire esagerata o, peggio, fatta apposta per mettere in difficoltà il Governo ritenuto “incapace”; ma la Sinistra ha preferito imboccare non la critica legittima e magari costruttiva com’era suo diritto e dovere, ma la scorciatoia più facile e veloce, quella suggeritagli dalla ideologia e ha preferito l’insulto parlando subito di “razzismo” e “fascio-leghismo”.
Occorre, a questo punto, fermarsi e riflettere e studiare il problema di tale “ideologia” onde fare chiarezza a noi e ad altri ed evitare la confusione e il pericolo di dare calci al vento. Per capire meglio qualcosa, occorre partire almeno dal 1945. In quell’anno, finita in Aprile la guerra civile nell’Italia del Nord, completata l’invasione anglo-americana della nostra Penisola semidistrutta dai combattimenti degli eserciti contrapposti e dai bombardamenti terroristici alleati sulle nostre città, si chiuse definitivamente anche la parabola fascista iniziata nel marzo 1919 a Piazza San Sepolcro a Milano; la sua fine tragica a causa della guerra perduta nel peggiore dei modi, fece fin da subito capire che il Fascismo in Italia non sarebbe ritornato mai più. E così è avvenuto.
A tutto questo, per il suo non ritorno, possono aggiungersi vari altri motivi che sono di palmare evidenza e non avrebbero bisogno di essere ricordati fra persone sensate: infatti non si verificarono più, per fortuna, le condizioni storiche che avevano travagliato la nostra Nazione dopo la terribile Guerra 1915-18 e avevano partorito la dittatura; non vi furono più uomini come quelli che cento anni fa avevano combattuto nelle trincee cadendo a migliaia per distruggere l’Impero Austro-Ungarico o come quelli che da Ronchi avevano seguito D’Annunzio a Fiume (1919-20) o come i fascisti e i socialisti che si erano affrontati nelle piazze durante il “biennio rosso” (1920-21) o come chi aveva “marciato” su Roma il 28 Ottobre 1922…
Parlare, dunque, di un “pericolo fascista” oggi perché qualche giovinotto alza il braccio e fa il saluto romano allo stadio o, sconsiderato, verga delle scritte sui muri delle quali forse non sa manco il giusto significato, vuol dire essere fuori della Storia e “ideologici” a qualunque costo, cioè creare una cosa fittizia e crederla e farla credere vera ai gonzi. È quello che sembra fare oggi la Sinistra che, fallito il Comunismo da essa fideisticamente accettato, ha bisogno di fabbricarsi un fantoccio contro cui scagliarsi e lo chiama “fascismo” e trascina turbe di ubbidienti – girotondini, pesciolini, sardine, primi della classe – in piazza con “bandiere e trombette” per combattere un “fantasma” e far credere loro di essere perfino salvatori della patria in pericolo; così, avviene che, se non è la Sinistra a convincere l’opinione pubblica ma sono – ad esempio – la Lega o Fratelli d’Italia, allora questi ultimi diventano “fascisti”, “male assoluto”, “pericolo pubblico” da cui difendersi; così è accaduto ai due governatori leghisti che, avendo tentato di proporre, una volta tanto, qualcosa di sensato, hanno rimediato – ahi loro! – solo insulti.
Questa, in sintesi, è la mia opinione che, date le giornate dolorose che improvvisamente ci sono piovute addosso e stiamo vivendo con sofferenza, mi permetto di esternare sotto voce sperando che le mie parole non appaiano perfino inopportune in un tale momento drammatico; mi riprometto, comunque, di parlarne più ampiamente in tempi migliori quando, con l’aiuto di Dio, potremo vedere “luce più luce” e saremo fuori da questa tragedia nazionale.
Carmelo Bonvegna