Quasi un italiano su quattro (il 24,2% della popolazione) è un fumatore: una percentuale che non era stata mai più registrata dal 2006.
Dopo un lungo periodo di stagnazione si assiste quest’anno a un incremento di 2 punti percentuali: i fumatori infatti erano il 22% nel 2019, ultimo anno di rilevazione pre-pandemica. Il trend rilevato nel triennio 2017-2019 che vedeva una costante diminuzione delle fumatrici, non viene invece confermato nel 2022: quest’anno, infatti, si assiste a un incremento nella percentuale dei fumatori, che riguarda entrambi i sessi.
In aumento anche le persone che fumano sigarette a tabacco riscaldato: 3,3% del 2022 rispetto al 1,1% del 2019, ma più di una persona su tre (il 36,6%) le considera meno dannose di quelle tradizionali.
Sono questi i dati più significativi del report dell’ISS diffuso nell’ambito del XXIV Convegno “Tabagismo e Sistema Sanitario Nazionale”, in occasione del 31 maggio, Giornata mondiale senza tabacco, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che quest’anno si focalizza sull’impatto del tabacco sul pianeta: dalla coltivazione, alla produzione, alla distribuzione e ai rifiuti.
“Stiamo avvelenando il nostro pianeta. Durante tutto il suo ciclo, il tabacco inquina il pianeta e danneggia la salute di tutte le persone”. Questo il messaggio della campagna OMS, che mira, inoltre, a evidenziare gli sforzi dell’industria del tabacco per “apparire ecosostenibile” e migliorare la propria reputazione e quella dei suoi prodotti commercializzandoli come rispettosi dell’ambiente.
Smettere di fumare per salvare il nostro pianeta
Il tabacco uccide oltre 8 milioni di persone ogni anno e distrugge il nostro ambiente attraverso la coltivazione, la produzione, la distribuzione, il consumo e i rifiuti post-consumo, danneggiando ulteriormente la salute umana.
Ogni sigaretta fumata o prodotto del tabacco utilizzato spreca risorse preziose da cui dipende la nostra esistenza. Smettere di fumare è una decisione per la nostra salute e la salute del nostro pianeta. Il fumo di tabacco contribuisce ad alzare il livello di inquinamento atmosferico e contiene tre tipi di gas serra.
Il tabacco danneggia l’ambiente ed è dannoso in ogni sua fase
Il ciclo di vita del tabacco è un processo estremamente inquinante e dannoso. Di solito si pensa solo all’inquinamento atmosferico causato dal fumo ma il danno da fumo si verifica lungo l’intera catena di approvvigionamento ed è molto più complesso.
La coltivazione, la produzione e l’uso del tabacco avvelenano l’acqua, il suolo, le spiagge e le strade con sostanze chimiche, rifiuti tossici, mozziconi di sigarette, comprese le microplastiche, e rifiuti delle sigarette elettroniche e del tabacco riscaldato. Non dobbiamo lasciarci ingannare dal tentativo dell’industria del tabacco di distrarci dai danni ambientali da fumo, rendendo ecologici i suoi prodotti attraverso donazioni a iniziative di sostenibilità e pubblicizzando gli “standard” ambientali che spesso si impongono.
- In tutto il mondo circa 3,5 milioni di ettari di terra vengono distrutti per coltivare tabacco ogni anno. La coltivazione del tabacco contribuisce anche alla deforestazione di 200.000 ettari all’anno e al degrado del suolo.
- La produzione di tabacco impoverisce il pianeta di acqua, combustibili fossili e risorse metalliche.
- La globalizzazione della filiera e delle vendite del tabacco implica che l’industria del tabacco utilizza modalità di trasporto ad alta intensità di risorse.
- In tutto il mondo, ogni anno, 4,5 trilioni di mozziconi di sigaretta non vengono smaltiti correttamente, generando circa 770 milioni di chili di rifiuti tossici e rilasciando migliaia di sostanze chimiche nell’aria, nell’acqua e nel suolo.
- Fare in modo che l’industria del tabacco ripulisca il loro pasticcio
L’industria del tabacco trae profitto dalla distruzione dell’ambiente e deve essere ritenuta responsabile per la distruzione ambientale, pagare per i rifiuti e i danni, compreso il recupero del costo della raccolta di questi rifiuti.
Aiutare i coltivatori di tabacco a passare a colture sostenibili
I governi e i responsabili politici dovrebbero aiutare i coltivatori di tabacco a passare a mezzi di sussistenza alternativi e più sostenibili per ridurre l’impatto ambientale della coltivazione, della stagionatura e della produzione del tabacco, continuando, allo stesso tempo, ad attuare misure di controllo del tabacco.
Servono politiche più forti
I consumatori sono diventati più attenti all’ambiente e scelgono prodotti più sostenibili. Le multinazionali del tabacco hanno fatto della sostenibilità ambientale un pilastro integrante delle loro strategie di responsabilità sociale d’impresa e hanno adottato diverse pratiche di greenwashing (pulizia delle spiagge e commercializzazione di nuovi prodotti ecologici) per distogliere l’attenzione del pubblico dalle proprie azioni dannose per l’ambiente.
La campagna 2022 invita i governi e i responsabili politici a rafforzare la legislazione, compresa l’attuazione e il rafforzamento dei programmi esistenti per rendere i produttori responsabili dei costi ambientali ed economici della gestione dei rifiuti di tabacco. L’OMS raccomanda inoltre ai paesi di vietare completamente la pubblicità, la promozione e la sponsorizzazione del tabacco in conformità con la Convenzione Quadro sui Prodotti del Tabacco dell’OMS.
In Italia
Il consumo di prodotti del tabacco (da fumo e non da fumo) è tuttora nel nostro Paese la principale causa di morbosità e mortalità prevenibile.
Si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco oltre 93.000 morti (il 20,6% del totale di tutte le morti tra gli uomini e il 7,9% del totale di tutte le morti tra le donne) con costi diretti e indiretti pari a oltre 26 miliardi di euro (Tobacco Atlas sesta edizione). Per quanto riguarda i tumori, il tabacco è il fattore di rischio con maggiore impatto a cui sono riconducibili almeno 43.000 decessi annui.
Nel 2021 il fumo di tabacco è più diffuso nella fascia di età che va trai 25 e i 34 anni (25.7%); in particolare, per gli uomini la quota più elevata si raggiunge tra i 25-34 anni (31.5%), mentre per le donne la fascia di età con la prevalenza più alta è quella tra i 20-34 anni, con una percentuale pari al 21% (Fonte ISTAT).
Per quanto riguarda i ragazzi, secondo l’indagine GYTS del 2018, circa uno studente su cinque dai 13 ai 15 anni ha fumato più di una sigaretta negli ultimi 30 giorni. Il fumo di sigaretta è più diffuso tra le ragazze (23,6%) rispetto ai coetanei maschi (16,2%): entrambi i dati sono in calo rispetto al 2014 (indagine GYTS 2018). È attualmente in corso l’ultima indagine GYTS (2022) che presto fornirà dati aggiornati.
Sigarette elettroniche e nuovi prodotti del tabacco
La comparsa sul mercato negli ultimi anni di nuovi prodotti a base di nicotina (dalle sigarette elettroniche ai prodotti del tabacco di nuova generazione) ha aperto nuovi scenari relativamente alle strategie di prevenzione. La loro diffusione come alternativa alle sigarette tradizionali, in particolare, rappresenta motivo di preoccupazione per la salute pubblica. Le problematiche riguardano essenzialmente i possibili effetti sulla salute legati all’eventuale presenza di sostanze pericolose nei liquidi di ricarica o nelle emissioni.
L’uso della sigaretta elettronica riguarda circa il 2,5% della popolazione con più di 14 anni e dai dati della GYTS risultano raddoppiati i giovani che la usano tra il 2014 e il 2018
I nuovi prodotti del tabacco riscaldato sono entrati nel mercato italiano nel 2015 e anche se le indagini sulla prevalenza non riescono a coglierne appieno la diffusione tra i consumatori, i dati sulle vendite ne fanno il prodotto più acquistato subito dopo le sigarette.
Anche se le aziende produttrici ne sostengono l’uso in un’ottica di riduzione del danno, le evidenze scientifiche disponibili non sono sufficienti a dimostrare che il prodotto sia associato a un’effettiva riduzione del rischio. Tale approccio non può essere adottato quale strategia di salute pubblica, che mira invece alla disassuefazione dal fumo e dall’utilizzo di prodotti del tabacco o contenenti nicotina.
Tabacco e Covid-19
La recente pandemia da Covid-19 ha avuto un impatto enorme di salute pubblica a livello mondiale e ha reso necessaria l’adozione in tutti i Paesi di misure per il contenimento del contagio e il rafforzamento delle precauzioni individuali (distanza di sicurezza, comportamenti corretti sul piano dell’igiene).
Data la trasmissione per via aerea del virus, in genere attraverso le goccioline respiratorie (droplets) diversi studi hanno cominciato ad approfondire il rapporto tra infezione e fumo, con risultati peraltro ancora non univoci e definitivi.
L’OMS già a marzo 2020 sottolineava che il fumo può aggravare situazioni patologiche come il Covid-19, dato che il tabacco comporta “una ridotta capacità polmonare che aumenterebbe notevolmente il rischio di malattie gravi”. Vari studi hanno dimostrato che il fumo di sigaretta rappresenta un fattore prognostico negativo per tali pazienti, i quali ricorrono più facilmente alla terapia intensiva o alla ventilazione meccanica o presentano un numero di sintomi da Covid-19 più elevato rispetto ai non fumatori.
Considerati i ben noti danni da fumo e le iniziali evidenze di nocività dell’uso di sigarette elettroniche, appare, pertanto, importante, anche in relazione all’epidemia da Covid-19, sostenere soprattutto i fumatori e i consumatori di prodotti con o senza nicotina verso la motivazione a smettere, con sicuri benefici, immediati e di lungo periodo, per la salute.
Tabacco e Piano Nazionale della Prevenzione
Con l’approvazione del Piano Nazionale della Prevenzione 2020-25 e dei singoli Piani Regionali, le Regioni sono state chiamate a promuovere l’adozione consapevole di uno stile di vita sano e attivo in tutte le età e nei setting di vita e di lavoro, integrando cambiamento individuale e trasformazione sociale.
All’interno del Macro Obiettivo 1 dedicato alla prevenzione delle Malattie croniche le Regioni hanno sviluppato programmi di contrasto al consumo dei prodotti del tabacco e con nicotina condivisi tra i Servizi sanitari e sociosanitari, istituzioni educative e datori di lavoro, attivando reti e comunità locali.
Telefono Verde Fumo
Il Telefono Verde contro il Fumo 800 554088, numero presente dal 2016 (D.L.vo n.6 del 2016) sui pacchetti di sigarette, è un servizio nazionale, anonimo e gratuito, promosso dall’Osservatorio Fumo, Alcol e Droga (OssFAD) dell’Istituto Superiore di sanità.
Attivo dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 16, il servizio svolge attività di consulenza sulle problematiche legate al fenomeno del tabagismo, rappresentando un collegamento tra Istituzione e cittadino-utente, un punto d’ascolto e di monitoraggio.