Prima udienza generale del Papa che, nell’aula Paolo VI davanti a oltre settemila persone, ha prima rinnovato gli ‘affettuosi voti augurali’ per l’anno appena cominciato, e ha poi ripercorso il senso del ‘tempo liturgico’ che si dispiega dalla notte della vigilia di Natale fino alla Epifania, spiegando il senso della ‘gioia’ e del ‘mistero’ che per i cristiani circondano questo periodo. La gioia e la ‘luce’ del Natale, ha anche sottolineato Benedetto XVI, diventano un compito per la Chiesa: ‘L’invito ‘alzati, rivestiti di luce’, rinnovato nella festa dell’Epifania – ha detto papa Ratzinger – è un invito rivolto alla Chiesa, la comunità di Cristo, ma anche a ciascuno di noi, un invito a prendere ancora piu’ viva coscienza della missione e della responsabilità verso il mondo nel testimoniare e portare la luce nuova del Vangelo. La Chiesa – ha sottolineato il Papa dopo aver citato la costituzione Lumen gentium del Concilio Vaticano II – non è la luce, ma riceve la luce di Cristo, la accoglie per esserne illuminata e diffonderla in tutto il suo splendore. L’arco di giorni breve ma denso di celebrazioni’ da Natale alla Befana, ha spiegato Benedetto XVI, ricorda a Natale la nascita di Gesù ‘come fatto storico’ e nell’Epifania la nascita di Gesu’ come ‘aspetto di un mistero, di Dio che si rivela nella natura di Cristo. La prima reazione di fronte a questo Dio che si fa bambino non puo’ che essere di gioia’, ha affermato il Papa riassumendo poi la teologia cristiana sulla divinita’ e umanità di Cristo. ‘Contemplare il mistero del Natale e di Dio che si fa uomo – ha detto ancora – è far nostri i suoi sentimenti, pensieri, azioni, manifestare la gioia che questa nascita ha portato alla nostra esistenza, e far di noi dei portatori della gioia e della novita’ del Natale’.