In Italia la prima causa di morte per le donne è la violenza del partner: lo ricorda l’associazione "Differenza donna", all’indomani della conferma, da parte della Cassazione, della condanna all’ergastolo di Roberto Spaccino, accusato di aver ucciso nel 2007 la moglie Barbara Cicioni, incinta di 8 mesi, a Compignano, in Umbria. Solo nei primi 11 giorni del 2012, rende noto l’associazione, sono state uccise dal partner almeno 5 donne e questo perchè‚ "ancora si sottovaluta la violenza domestica, mistificata come semplice conflitto coniugale o conseguenza di raptus di follia, mentre non si fornisce alla vittima il sostegno necessario per tutelare la propria incolumità e si continua a non considerare i rischi impliciti in ogni forma di violenza domestica. Dietro un uxoricidio, come prova la storia di Barbara Cicioni – continua l’associazione – ci sono sempre lunghi periodi di violenze psicologiche e fisiche e di richieste di aiuto inascoltate". Differenza Donna denuncia poi come i Centri Antiviolenza siano privi di fondi economici adeguati a far fronte a questa emergenza: "secondo le raccomandazioni del Consiglio d’Europa, ogni paese dovrebbe garantire alle vittime un posto ogni 10.000 abitanti. In Italia mancano all’appello ben 5.200 posti letto, un deficit che puó avere conseguenze mortali, come nel caso di Barbara".