Di questi giorni, un tiepido silenzio, o quasi, circonda la svolta in California per le nozze tra persone dello stesso sesso e la decisione della Corte d’Appello di San Francisco che ha abolito, perché incostituzionale, il divieto al "matrimonio gay". Tacciono i politici, di solito proattivi all’argomento, non parlano i giuristi e sono silenti gli omofobi di ogni fede.
E’ stata gelida anche l’accoglienza per la notizia che lo Stato di Washington ha approvato definitivamente un disegno di legge che legalizza i “matrimoni gay”. E sono già sette, gli stati americani che consentono ai cittadini dello stesso sesso di contrarre matrimonio.
In Italia infine, nessuno (con eccezioni locali), ha raccontato l’importante “sì” del consiglio regionale del Veneto alla lotta a omofobia e discriminazioni di gay, lesbiche e trans. L’assemblea regionale ha approvato, proprio ieri e all’unanimità, la mozione contro l’omofobia presentata da Pietrangelo Pettenò della Federazione della Sinistra Veneta e dai consiglieri del Pd. L’impegno del Consiglio è per una lotta senza quartiere alle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Il documento contiene persino una richiesta al parlamento affinché approvi “una normativa specifica che tuteli i cittadini contro ogni forma di discriminazione omofoba”.
Queste notizie straordinarie, non hanno avuto la dignità neppure di un micro-commento, di un rimando in prima pagina o, che ne so, di un editorialucolo, se escludiamo l’ottimo lavoro di informazione delle agenzie, dei media di settore come, tra gli altri, “gay.it”, dei blogger indipendenti o di privati cittadini sui social network.
E tutte le novità presentate, meritano un doveroso approfondimento e ampia copertura per le novità che portano nel dibattito sui diritti civili e umani e per l’interesse collettivo di cui sono oggettivamente portatrici. E il sistema Italia, ancora una volta, dimostra di non saper cogliere, e bellamente ignora.
Un Paese che non anticipa e analizza il presente per pianificare il futuro resta un Paese vergognosamente ancorato al passato. E senza futuro. Lo stesso futuro che ci chiede con sempre maggior insistenza i matrimoni tra persone dello stesso sesso e, finalmente, una lotta senza quartiere alla discriminazione di omosessuali e trans.
Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay