Dopo che il Governo Monti ha chiarito quello che la legge già diceva in materia di Ici per le attività no-profit, unici beneficiari dell’esenzione, se il nostro presidente del Consiglio vuole andare ben avanti nell’abolizione di privilegi e fare risparmiare un po’ di soldi allo Stato, metta mano anche all’otto per mille. Il contributo dello Stato alle confessioni religiose oggi viene erogato con un metodo anomalo e discutibile: le confessioni ne beneficiano anche se sono indicate solo da una parte dei contribuenti perchè, tale indicazione viene estesa a tutto il corpo dei contribuenti. Per cui accade, per esempio rispetto all’erogazione del 2009 (dichiarazione redditi 2006) che solo il 43,43% dei contribuenti abbia indicato a quale confessione devolvere il proprio otto per mille ma, nonostante questa bassa percentuale, l’erogazione viene fatta relativamente a tutto l’otto per mille delle entrate tributarie; le percentuali servono solo per capire quanto dare alla Chiesa cattolica (che raccoglie piu’ del 90% delle indicazioni) piuttosto che alla Chiesa Avventista o Ebraica. Meccanismo per cui, anche chi decide di non voler erogare il proprio otto per mille ad un confessione religiosa, se lo vede comunque erogato nelle varie percentuali alle attuali 6 Chiese che sono riuscite a convenzionarsi con lo Stato. Per un Governo come l’attuale, che dice di voler abolire i privilegi e le relative storture normative, sarebbe importante far si’ che ogni Chiesa riceva quanto ognuno voglia dar loro rispetto a quanto fiscalmente versato allo Stato, non inibendo ovviamente la possibilita’ che ognuno faccia ulteriori donazioni liberali, che sono sempre detraibili dalla propria denuncia dei redditi. Un meccanismo, tra l’altro, che è già tale per l’erogazione del cinque per mille alle attività di particolare pregio sociale, culturale ed assistenziale. L’aver ribadito ciò che la legge già prevede in materia di Ici, dopo i diffusi abusi di cui soprattutto la Chiesa cattolica romana è protagonista, è un manifesto invito chè tutti rispettino le leggi. Giusto. Ma crediamo che prendere in considerazione i privilegi che sono invece diventati legge, senza ledere il diritto delle confessioni religiose a vedersi riconosciuto un sostentamento dallo Stato in virtù della loro funzione essenziale sociale e culturale, sarebbe un buon segnale… da cui far partire tante altre modifiche.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc